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L’INTERVISTA

Il vino al centro del rilancio dell’agroalimentare italiano: a WineNews, la Ministra Bellanova

“Proposto in CdM 1 miliardo a sostegno della ristorazione”. Imbottigliamento vini Dop e Igp fuori zona in emergenza: “nessun cedimento nella tutela”

Il vino al centro del rilancio dell’agroalimentare italiano, non solo con le misure specifiche per il settore (distillazione di emergenza e vendemmia verde), ma anche con altre che riguardando l’intera filiera, dal pegno rotativo con i prodotti Dop e Igp a garanzia del credito al sostegno proposto alla filiera della ristorazione e non solo. Ma anche precisazioni sul discusso provvedimento sull’imbottigliamento fuori zona per Dop e Igp in caso di emergenze, che ha diviso le rappresentanze del settore. Sono tanti in temi affrontati dalla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, oggi, nell’intervista a WineNews, tra un Consiglio dei Ministri e i tanti impegni di Governo di queste ore, in cui è stato anche prolungato, tra l’altro, lo stato di emergenza per la pandemia, al 15 ottobre 2020. Partiamo dalle misure sul campo: 50 milioni per la distillazione di emergenza, 100 per la vendemmia verde: sono le risorse specifiche per il vino stanziate ad ora, in parte prese dal Piano Nazionale di Sostegno, e quindi sottratte ad altre misure come la promozione. Secondo alcuni, è poco per un settore che vale oltre 12 miliardi di euro di fatturato solo alla produzione, e che rappresenta il meglio dell’Italia nel mondo.
“Ci sono anche l’esonero contributivo straordinario, da gennaio a giugno 2020, per i coltivatori di uva e le misure orizzontali che valgono per tutti i settori. Ci sono i fondi del patto per l’export, che vedono il vino al centro della promozione. Ma non è una questione di elenchi di misure - sottolinea la Ministra Bellanova - stiamo affrontando la più grave crisi economica dalla Seconda Guerra Mondiale e tutti i settori sono stati duramente colpiti. Anche per questo ho sempre parlato di primi interventi emergenziali, compresa la riprogrammazione di risorse che altrimenti rischiavano di non essere utilizzate: al rilancio dovranno servire anche i 209 miliardi di euro che arriveranno all’Italia dall’Europa. Senza approcci ideologici, ma con l’obiettivo di accompagnare nella ripresa famiglie e aziende. E il vino non potrà che essere un settore da tutelare e promuovere”.
In molti chiedono misure più specifiche per i vini di maggiore qualità, che sono quelli che soffrono di più insieme alla ristorazione. “Ho proposto al Consiglio dei Ministri di introdurre un bonus filiera italiana con 1 miliardo di euro di dotazione per sostenere il mondo della ristorazione. La nostra idea - specifica la Ministra - è assicurare 5.000 euro a fondo perduto ai ristoranti per acquistare prodotti 100% italiani, incluso ovviamente il vino. Si tratta di una misura di filiera, perché vogliamo ribadire che la ristorazione è parte integrante della filiera alimentare. Mi auguro sia sostenuta adeguatamente per poter essere operativi quanto prima. Bisogna fronteggiare le difficoltà subite dai ristoranti dopo la chiusura e quante ancora si registrano per il contenimento della pandemia. Dobbiamo essere consapevoli che molti ristoranti ancora non hanno riaperto, e molti potrebbero restare chiusi. Abbiamo a che fare con una situazione delicata e complessa”.
Sul fronte promozione molti insistono sull’allargare la possibilità di utilizzo dei fondi Ocm per i Paesi Terzi anche in Ue, e per una dilazione delle scadenze dei programmi. “Fin dalle prime ore del lockdown i nostri uffici hanno avuto una interlocuzione costante con la Commissione europea per garantire la flessibilità necessaria, non perdere risorse, aiutare le aziende. Ho più volte sentito il Commissario Ue e ribadito l’urgenza di misure straordinarie rispetto a un’emergenza di questa portata. L’esigenza di utilizzo dei fondi Ocm per i Paesi Terzi è ben chiara ma io direi che questo va necessariamente contemperato lungo una strategia che salvaguardi e rafforzi innanzitutto le misure strutturali di cui il settore ha esigenza per migliorare la propria competitività e guardare lontano. In particolare sul fronte degli investimenti, ristrutturazione, riconversione dei vigneti e considerando la crescente esigenza di rafforzamento della sostenibilità ambientale della nostra vitivinicoltura”.
Apprezzatissimo lo strumento dei pegni con i prodotti Dop a garanzia per ottenere liquidità, ma ci risulta manchi ancora il decreto attuativo. “Ho firmato il decreto attuativo ed è in registrazione alla Corte dei Conti. Abbiamo approfondito il testo con un confronto utile con il mondo produttivo e i Consorzi e credo che la norma introduca un percorso semplice. Per vino e olio è ancora più facile, grazie all’utilizzo dei registri telematici. Ora c’è uno strumento di liquidità in più a disposizione di imprese e banche e sono convinta potrà avere successo come è avvenuto con altri prodotti. I recenti accordi proprio di alcuni consorzi del vino con gruppi bancari dicono che c’è interesse”.
Più in generale, da dove si cercherà di far ripartire a pieno i motori dell’agroalimentare italiano, filiera che si è rivelata ancora più preziosa e fondamentale proprio in piena emergenza Covid?“L’ho definita filiera della vita. Perché durante i giorni più duri non si è mai fermata - ribadisce Teresa Bellanova - ed ha sempre garantito gli approvvigionamenti. Già prima del positivo accordo raggiunto in Europa, abbiamo presentato alcune linee di azione nella nostra Strategia nazionale per il sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura. Immaginiamo almeno 4 miliardi di euro di risorse aggiuntive per il settore. La strategia individua risposte a una crisi generata nel presente, inedita per gravità e vastità, e contemporaneamente costruisce e nutre uno sguardo lungo, a garanzia del futuro: potenziamento delle imprese e delle filiere; lotta al dissesto idrogeologico e tutela di risorse come suolo, acqua, foreste; tracciabilità e trasparenza sull’origine dei cibi; promozione internazionale; sostenibilità integrale e sicurezza nei controlli. Per dare risposte al presente e mettere a dimora il dopo. L’Italia può giocare da protagonista la partita del Green Deal europeo, esserne uno dei veri motori di proposte. E’ questa la condizione imprescindibile perché agricoltura, pesca, agroalimentare, si affermino come settori del futuro, continuando ad attrarre, come accaduto finora, le nuove generazioni con performance importanti, siglando il patto necessario tra sostenibilità, ricerca, innovazione, qualità, legalità e tutela del lavoro. Il futuro del sistema paese, il vero rilancio, passa da qui”.Tornando al vino, fa discutere la norma inserita nel Dl Semplificazioni, in fase di conversione in legge al Senato, che autorizza l’imbottigliamento di vino Dop e Igp fuori dalla zona prevista dai disciplinari, qualora si verifichino situazioni di emergenza, certificati dall’intervento delle autorità competenti, a livello nazionale o locale. Una norma secondo alcuni, come la Cia-Agricoltori Italiani, ritenuta inaccettabile e che legittima pratiche sleali faticosamente; una norma di buon senso e che non sminuisce i livelli di tutela delle denominazioni poiché agisce solo in casi di riconosciuta emergenza, come sostengono tra gli altri Federvini e Icqrf. Una possibilità, quella dell’imbottigliamento fuori zona, che, in realtà, in qualche modo era già prevista dalla normativa europea già recepita nel Testo Unico del Vino. Come stanno realmente le cose e perché il legislatore ha sentito la necessità di rimarcare ed esplicitare ulteriormente questo aspetto?
“Nessun cedimento alla tutela della qualità del vino italiano, nessun via libera indiscriminato all’imbottigliamento fuori zona. Perché sia chiaro una volta per tutte è in corso di emanazione una circolare ad hoc che indica l’Autorità Competente chiamata a decidere, ovvero il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e nello specifico il Dipartimento delle Politiche Competitive della Qualità Agroalimentare, Ippiche e della Pesca, e le sole circostanze necessarie e contestuali per cui la deroga può essere autorizzata: la dichiarazione di calamità naturali, ovvero di adozione di misure sanitarie o fitosanitarie, o altre cause di forza maggiore; l’impedimento temporaneo per gli operatori di rispettare il disciplinare di produzione. Solo dinanzi a queste circostanze, che ripeto devono essere concomitanti, e in risposta ad una richiesta specifica da parte dei soggetti interessati, possono essere adottati provvedimenti di “modifica temporanea” degli specifici disciplinari di produzione Dop o Igp, nel rispetto delle procedure previste, per poter imbottigliare temporaneamente le partite vini Dop o Igp al di fuori della pertinente zona delimitata”.

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