
Artigiano del vino, padre nobile della svolta qualitativa del Verdicchio, tra i fondatori della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi): Ampelio Bucci, agricoltore da sempre, lungimirante imprenditore vitivinicolo che ha reso il Verdicchio Castelli di Jesi famoso nel mondo dagli Anni Ottanta con il marchio Villa Bucci, è morto, all’età di 89 anni. Lo fa sapere, in una nota stampa, Confagricoltura Marche, di cui Ampelio Bucci è stato socio storico.
“Ampelio - fa sapere il presidente Confagricoltura Marche, Federico Castellucci - è stato un imprenditore lungimirante che ha dato lustro non solo alla viticoltura marchigiana ma all’intero comparto agricolo nazionale. Un innovatore nella qualità pur capace di mantenere sempre salda la tradizione. Ha avuto il grande merito di saper comunicare le qualità di longevità del nostro Verdicchio che lo hanno reso paragonabile ai grandi vini bianchi internazionali. Un vero agricoltore, pragmatico ma con una ineguagliabile visione di sviluppo e di impresa”. Impresa concretizzata in quella Villa Bucci che diventata un gioiello del vino italiano, e che, nel luglio 2024, è entrata nell’orbita di Oniwines della famiglia Veronesi, imprenditori nel settore della moda con un’affinità di sentimenti e “artigianato” che ha immediatamente trovato un punto di contatto con la filosofia di Ampelio Bucci, che, al momento della cessione, aveva detto: “vendo perché Villa Bucci continui a rappresentare un esempio eccellente del made in Italy”.
“La perdita di Ampelio Bucci lascia un vuoto incolmabile nel mondo del vino delle Marche e soprattutto italiano. Con la sua passione instancabile ha messo una pietra fondamentale per elevare il Verdicchio ad un livello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale. La sua visione, sempre audace e lungimirante, continuerà a essere d’ispirazione per tutto il Consorzio”, ha commentato, dal canto suo, il presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela dei Vini ed imprenditore della Umani Ronchi, Michele Bernetti.
“Ampelio Bucci è stato tra i fondatori di Fivi, tra i primi in Italia a capire che i Vignaioli Indipendenti avevano bisogno di una casa comune, nella quale condividere i problemi e tentare di risolverli, insieme. La sua capacità di dialogo, e prima ancora di ascolto e comprensione delle ragioni di tutti, è stata una caratteristica fondamentale per la maturazione di tutti noi, spesso acerbi e poco pratici di percorsi collettivi” dice Rita Babini, vignaiola e presidente Fivi. “Diceva spesso che riusciva a rimanere attivo e aperto al mondo perché si sentiva ancora un bambino, curioso e vivace. La sua intelligenza e la sua ironia ci mancheranno moltissimo e non saranno facilmente replicabili: ma possiamo solo ritenerci fortunati ad averlo conosciuto e ad aver percorso con lui questo sentiero. Domani, ancora di più, dovremo essere capaci di trasformare il suo ricordo in azione, per garantire un futuro ai Vignaioli e al mondo contadino italiano: credo sia questa la sua più grande eredità, che cercheremo di onorare ogni giorno”.
“Avere Villa Bucci nel portafoglio di Oniwines è per l’azienda motivo di orgoglio e di riconoscenza nei confronti di un uomo speciale, che ha creduto in un progetto nato per dare continuità alla sua visione imprenditoriale e umana: sono profondamente addolorato dalla perdita di Ampelio Bucci. È stato - spiega l’imprenditore Federico Veronesi - un uomo in grado di contribuire in maniera innovativa e importante alla crescita e affermazione del vino italiano di qualità nel panorama nazionale e internazionale, oltre che una persona di grande cultura e creatività. Insieme a Giorgio Grai ha creato il mito del Verdicchio, una leggenda capace di vivere nel tempo. Sarà per noi un impegno portare avanti la sua eredità e tenere alto il nome di questo grande vino”.
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