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IL VINO TOSCANO GUARDA AL FUTURO CON UN OCCHIO ATTENTO ALLE TRADIZIONI … NELLA REGIONE, 1500 GIOVANI HANNO SCELTO IL VINO PER LA LORO AVVVENTURA PROFESSIONALE

“La nostra viticoltura, che pure ha grandi tradizioni, deve aprirsi agli scenari che ci impongono sempre nuovi mercati e prodotti. E non possiamo affrontarli così come abbiamo fatto finora, ad esempio con un patrimonio viticolo che deriva ormai dagli anni ’60 e che non potrebbe più essere in grado di tenere il confronto”. Il direttore dell’Associazione Produttori Vitivinicoltori Toscani (Aprovito), Roberto Bruchi, insomma, non ha dubbi “tradizione e innovazione non sono concetti in contrapposizione, anzi sono alla base del successo della viticoltura della Toscana”. E sulla stessa linea anche l’assessore regionale all’agricoltura, Tito Barbini: “tradizione e innovazione sono il risultato di un equilibrio che caratterizza tutte le nostre produzioni agro-alimentari di qualità, ma che, proprio nei nostri grandi vini, trova la sua massima concretizzazione”. Tra le strategie della Regione Toscana, il rinnovo del patrimonio vinicolo e il ricambio generazionale: sul primo punto, Barbini ha ricordato come “la Regione abbia già speso quest’anno 15 miliardi e per altri 22 miliardi è già stata fatta richiesta per utilizzare fondi non impiegati dalle altre regioni; una possibilità che permetterebbe di finanziare oltre 2500 ettari di nuovi vigneti” e sul secondo “è importante che 2.811 giovani abbiamo presentato domande di primo insediamento e che la metà di loro abbia scelto proprio il vino per iniziare la nuova avventura professionale”.

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