Un progetto Eni per la costruzione di un centro per l’estrazione e la prima lavorazione degli idrocarburi rischia di “invadere” un’area tra Ortona e Miglianico, in provincia di Chieti, trasformando una dozzina di ettari a vigneto Doc in una zona industriale: si tratta di un progetto, approvato nel 2001, dal Ministero delle Attività Produttive che prevede, oltre alle torri di trivellazione, un oleodotto da un paio di chilometri. Associazioni ambientaliste, Legambiente e Wwf in testa, ma soprattutto agricoltori e produttori vitivinicoli hanno, per adesso, ottenuto dal Consiglio Regionale un blocco dell’operazione fino al 31 dicembre 2008.
“Sono decisamente contrario - dichiara Gianni Masciarelli, uno dei produttori più importanti del panorama enologico abruzzese e che, in questa zona, possiede una parte dei suoi vigneti - e mi chiedo se i politici abruzzesi abbiano le idee chiare: prima hanno creato quattro parchi naturalistici, puntando molto sul turismo e raggiungendo anche risultati importanti, e adesso pensano di sviluppare l’economia di questa regione con il petrolio? Mi sembra davvero incredibile - sbotta Masciarelli - è un po’ come decretare la morte dell’agricoltura e del turismo in una regione a vocazione decisamente agricola e turistica. Una scelta scriteriata - conclude il produttore abruzzese - anche perché le ricerche già effettuate non hanno mai trovato nulla!”.
Il progetto Eni dovrebbe sorgere tra le colline di Ortona e Miglianico, a due passi dal mare, dove viene prodotto il 70% del Montepulciano d’Abruzzo (da oltre 5.000 aziende per lo più a conduzione familiare e che forniscono la loro produzione alle grandi cantine cooperative della zona, come per esempio la Cantina Tollo); si tratta di 3,5 milioni di ettolitri di vino (1 milione a Doc) per un giro di affari annuo che si aggira sui 150 milioni di euro.
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