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IN ARRIVO LE SOTTOZONE PER IL SANGIOVESE DI ROMAGNA, FATTO IMPORTANTE PER IL CONSOLIDAMENTO DELL’ENOLOGIA ROMAGNOLA CHE INDICA UN PERCORSO INTELLIGENTE E AUSPICABILE, ANCHE PER ALTRE ZONE DI PRODUZIONE DEL BEL PAESE

In arrivo le sottozone per il Sangiovese di Romagna: una decisione cruciale per lo sviluppo dell’enologia romagnola, che permetterà di individuare cinque zone altamente vocate alla produzione di Sangiovese (Predappio, Bertinoro, Faenza, Imola, Alto riminese).

Il vino non si chiamerà più semplicemente, Sangiovese di Romagna Doc, ma “Sangiovese di Predappio”, o “Sangiovese di Bertinoro” e così via, indicando già nel nome, l’originalità del Sangiovese di ciascuna sottozona. Dopo un paio d’anni, il Consorzio dei Vini di Romagna è riuscito a sanare le discordie esistenti tra le zone prescelte e quindi a dare il via a questa suddivisione.

Un’iniziativa che rchiama quella, solo per fare un esempio, del 1996 con cui, in Toscana, si delimitavano le sottozone del Chianti (Chianti Classico, con disciplinare autonomo, Colli Senesi, Colli Aretini, Colline Pisane, Montalbano, Colli Fiorentini, Montespertoli, Rufina), ma che ne differisce in modo importante nella dimensione delle sottozone individuate.

Un ruolo fondamentale quello del "peso" dimensionale delle sottozone, che contribuisce a decretarne il successo e l’esclusività. Quello francese, da più parti a torto vituperato, rappresenta ancora il modello più interessante di queste articolazioni territoriali, che al di là delle Alpi continuano a sostenere produzioni vitivinicole di assoluta eccellenza, anche in virtù della loro rigorosa e limitata superficie.

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