La vendemmia 2005 si profila eccellente come quella 1997 e, con un perfetto equilibrio qualitativo e nella quantità della raccolta, punta al sorpasso dell'annata 2001. E' all' insegna dell' ottimismo la stima della Cia-Confederazione italiana agricoltori che trova conforto nel tradizionale detto contadino secondo il quale le annate dispari, successive all'anno bisestile, danno buon olio e miglior vino. La quantità di vino che sarà prodotta, salvo rivolgimenti climatici eccezionali, si attesterà, secondo la Cia, poco sotto i 50 milioni di ettolitri, con una lieve flessione rispetto alla vendemmia precedente. Nella geografia delle regioni a vocazione vitivinicola, il Veneto si confermerà come prima regione produttrice d'Italia, seguito da Puglia, Emilia-Romagna e Sicilia, con produzioni, con un conteggio fino all'ultimo grappolo, che potrebbero determinare un secondo posto ex-equo. Dopo molti anni di contesa con il Lazio, sarà ormai stabile al quinto posto l' Abruzzo, mentre tra i 2 ed i 3 milioni di ettolitri si attesteranno Piemonte, Toscana e Lazio. Si attesteranno tra un milione ed i 2 milioni di ettolitri Campania, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Lombardia, mentre le altre regioni ne produrranno meno di un milione, dai 20.000 della Val d'Aosta ai 900.000 dell'Umbria.
L'andamento climatico, talvolta bizzarro, con un inverno freddo e poco piovoso al Nord ma generoso d'acqua al Sud e con una coda di temperature basse in tutto il Paese a primavera inoltrata, ha indotto i vigneti prima a un ritardo vegetativo, con difficoltà nell'allegazione, poi a un repentino recupero con una accelerazione nell'invaiatura e nella maturazione per giungere ad una previsione vendemmiale in tempi quasi normali. Già nei prossimi giorni, ricorda l'organizzazione agricola, potrà iniziare la raccolta delle uve precoci del Sud e delle isole e, quindi, a seguire entreranno in cantina tutte le altre, fino alle tardive che verranno staccate dai tralci in ottobre inoltrato. Le lavorazioni e le pratiche colturali si sono svolte nella normalità e lo stato sanitario delle uve è mediamente molto buono, anche se in alcune parti non sono mancate ampelopatie come l'oidio o, soprattutto nel Nord-Ovest attacchi di flavescenza dorata. Saranno in aumento le quantità rivendicate Docg, Doc e Igt e in flessione quelle relative ai vini da tavola, senza alcuna qualificazione. Mentre prosegue il calo della superficie coltivata ad uva da vino in produzione un po' in tutta Italia, con fenomeni vistosi in Sicilia, Lazio, Sardegna e Basilicata, le regioni più vitate restano, comunque la Sicilia, la Puglia, il Veneto e la Toscana. La resa media per ettaro, che comunque garantirà ottimi livelli di gradazione alcolica in un perfetto equilibrio di acidità e qualità organolettiche legate ai profumi ed al sapore, vedrà primeggiare anche quest'anno l'Emilia Romagna con 120 ettolitri per ettaro, fino ad arrivare ai 24 della Sardegna, dove i vitigni rossi che danno vini ricchi e strutturati continuano ad essere i più diffusi dell'isola. "La qualità - conclude la Cia - sarà tra le migliori degli ultimi anni e potrà sicuramente superare quella del 2001, con diffuse punte di eccellenza come nel 1997".
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