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IN CALO IL CONSUMO DI VINO A TAVOLA, FLESSIONE FINO AL 30%. ADDIO AL DISTILLATO O AL SUPERALCOLICO. SONDAGGIO WINENEWS TRA I PRINCIPALI RISTORANTI ITALIANI IN SEGUITO ALL’ENTRATA IN VIGORE DELLA NUOVA LEGGE SUL CODICE DELLA STRADA

Italia
A tavola diminuiscono i consumi di vino

Sarà lo spettro di multe salatissime o nei casi più gravi l’arresto, ma sta di fatto che le nuove norme stradali più repressive per chi guida in stato di ebbrezza (basta superare la soglia di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue) qualche effetto, soprattutto a tavola, lo stanno ottenendo. Secondo un sondaggio, effettuato da www.winenews.it, uno dei siti di riferimento del vino italiano, sui principali ristoranti del Paese, il consumo di vino negli ultimi tempi ha segnato una flessione dal 5% al 30%, più nelle piccole località che nelle grandi città. Per non parlare poi dei distillati e dei superalcolici: “abbiamo assistito in questo caso, ed è una tendenza in atto da diverso tempo, ad un vero e proprio crollo”, spiegano Antonio Santini de “Dal Pescatore” a Canneto sull’Oglio (Mantova) e Ciccio Sultano de “Il Duomo” di Ragusa. “Se ne è perso proprio il piacere di chiederli a fine pasto”, aggiunge Moreno Cedroni de “La Madonnina del Pescatore” di Senigallia.

Da Nord a Sud, è poi un coro: tutti ormai per regolarsi ricorrono al consumo al bicchiere: l’unico modo per non incorrere nella scure della legge. “Molti nostri clienti - dice Roberto Petza del S’Apposentu di Cagliari - sono stati già fermati per controlli all’uscita del locale”. “Oggi chi si deve mettere alla guida sta più attento”, affermano da Perbellini di Isola Rizza (Verona); Luciano Zazzeri de “La Pineta” di Bibbona sottolinea come da diverso tempo il consumo di vino sia drasticamente calato: “prima in quattro ti ordinavano 2 bottiglie, oggi a malapena una”. E dal “Laite” di Sappada (Belluno) fanno sapere che ormai è una pratica consolidata che se si è a tavola in due uno non beve, così come se si è in gruppo uno beve meno o non beve per nulla per poter guidare. Ma sono molti quelli che giudicano la soglia di tolleranza estremamente esigua.

“Non condivido la normativa e soprattutto non è risolutiva - sostiene Natasha Sant’Andrea della “Tenda Rossa” di San Casciano Val di Pesa (Firenze) - il problema non è solo quanto si beve ma anche cosa si beve, invece di “censurare” tutti i tipi di alcolici occorrerebbe rivolgersi verso determinati tipi di prodotto: bere due cocktail - afferma - è diverso da gustarsi un bicchiere di vino ed ha effetti diversi”.

Qualcuno però si è già organizzato: “abbiamo avvertito gli effetti delle nuove normative solo in parte, nell’ordine del 5%, questo anche perchè - sottolinea Luca Vissani del famoso ristorante di Baschi (Terni) - abbiamo allestito alcune camere, così i clienti che lo vogliono possono gustarsi la cena e poi soggiornare da noi e ripartire il giorno successivo in assoluta calma e tranquillità. Non dimentichiamo però - precisa - che chi viene da noi lo fa principalmente per la cucina: il vino è certo fondamentale ma da noi si viene prima per mangiare e poi per bere”.

Anche al “Don Alfonso” a Sant’Agata dei due Golfi di Alfonso Iaccarino si stanno organizzando con ulteriori suite per ospitare la numerosa clientela straniera che, però, può contare anche su una rete diffusa di taxi presenti grazie all’alta vocazione turistica della Costiera Amalfitana. Da Antonello Colonna a Labico hanno, invece, pensato già da due anni ad attivare una comoda navetta da Roma, anche se lo chef confessa: “sono provvedimenti importanti ma penalizzano molto i locali dei piccoli centri, mi costringeranno a trasferire la Porta Rossa nel centro di Roma”.

Alfredo Franz

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