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IN CINA “GRANDI PROSPETTIVE” PER IL MADE IN ITALY. I CONSIGLI PER LANCIARSI IN QUELLO CHE POTENZIALMENTE È IL MERCATO PIÙ GRANDE AL MONDO? “QUALITÀ, PREZZO GIUSTO E PUNTARE AI “COLLETTI BIANCHI” GIOVANI”. PAROLA DEL “PAPERONE” CINESE ZONG QINGHUO

In Cina ci sono “grandi prospettive” per i prodotti italiani, in particolare quelli alimentari. I consigli per i piccoli e medi imprenditori italiani che vogliono lanciarsi sul mercato potenzialmente più grande del mondo? “Primo, garantire la qualità; secondo fare un prezzo ragionevole; terzo puntare ai “colletti bianchi” giovani”, vale a dire gli esponenti tra i 20 e i 35 anni della emergente classe media cinese. Parola di Zong Qinghuo, un imprenditore cinese che guarda con grande interesse all’Italia e che è considerato l’uomo più ricco del Paese del Dragone.

Zong si é intrattenuto con un gruppo di giornalisti italiani dopo aver partecipato al “Sino-Italy Food Safety Dialogue”, un confronto tra esponenti dei 2 Paesi sul tema della sicurezza alimentare organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Pechino. Chiudendo i lavori della giornata, l’Ambasciatore italiano Alberto Bradanini ha sottolineato che “l’eccellenza della filiera del controllo della qualità e della sicurezza alimentare dell’Italia, che anche i cinesi hanno cominciato ad apprezzare anche col nostro evento di oggi”. Zong Qinghou, che ha visitato più volte l’Italia e che ha preso accordi diretti con 60-70 produttori per vendere i loro prodotti nello shopping mall che ha aperto ad Hangzhou, la città nella provincia dello Zhejiang nella quale è nato nel 1945, sostiene che in Italia “ci sono un gran numero di marchi di livello medio, non di superlusso, ma di ottima qualità” e che sono questi che devono puntare a conquistarsi una fetta del mercato cinese. I prodotti cinesi poco costosi hanno occupato il mercato italiano ed europeo per via della crisi, voi potete occupare il mercato cinese con prodotti di qualità”. Zong sostiene di non essere preoccupato per i venti di guerra commerciale che spirano tra Cina ed Unione Europea, e si dichiara sicuro che presto le relazioni torneranno buone, perché “conviene ad entrambe”.

L’imprenditore ha fondato alla fine degli anni ‘80 la sua “Wahaha”, produttrice di bibite, acque minerali e altri prodotti alimentari, portandola rapidamente nelle più alte posizioni del mercato. Secondo la rivista Forbes il suo patrimonio personale è di 20,1 miliardi di dollari, cifra che lo mette al primo posto dei supericchi cinesi e al n. 23 nella classifica mondiale. Dal 2002 è membro dell’Assemblea Nazionale del Popolo e deve pagare il suo tributo alla politica, senza la cui protezione in Cina non si fa fortuna. Zong invita gli europei a non far “perdere la faccia” a Pechino “sollevando i problemi dei diritti umani o ricevendo il Dalai Lama”, il leader tibetano e premio Nobel per la pace considerato dal governo cinese una sorta di diabolico destabilizzatore. Secondo lui, la minacciata indagine sulle importazioni di vino dall’Europa - lanciata in risposta all’innalzamento delle imposte sui pannelli solari cinesi da parte dell’Ue - è già stata eseguita. “Ora - aggiunge - si tratta di vedere se Bruxelles si mostrerà comprensiva o se deciderà di sfidare Pechino sul terreno dell’anti-dumping”. La palla, sembra voler dire, è nella metà campo europea.

Fonte: Ansa - Autore: Beniamino Natale

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