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In Francia ci si sbilancia: le attese per l’annata 2015 sono già altissime, specie a Bordeaux, mentre in Borgogna ed Alsazia si attende un calo della produzione. Intanto, i consumi interni di bevande alcoliche (vino compreso) continuano a calare

La regola del 5. In Francia chiamano così quella casualità per cui, dal 1985, tutte le annate che finiscono con “0” o “5” si sono rivelate di eccellente qualità. Regola su cui, al di là delle Alpi, sono già pronti a scommettere anche per la campagna a venire, forte di un andamento climatico decisamente positivo, un po’ come in Italia. Anche qui, il caldo di luglio ha tenuto a bada le malattie che proliferano, viceversa, nelle stagioni più piovose, a partire dall’oidio, e le piogge degli ultimi giorni accompagnano alla perfezione la retta finale delle maturazioni. Per capire l’ottimismo che si respira, basta citare la dichiarazione di Philippe Bardet, co-presidente dei produttori di Bordeaux, che al quotidiano inglese “The Telegraph” (www.telegraph.uk.co) ha rivelato: “se facessimo un parallelo con una partita di calcio, potremmo dire di essere alla fine del primo tempo sul 4 a 0 per noi. Certo, la partita non è finita, può sempre capitare una grandinata o un attacco di marciume dopo piogge abbondanti, ma fino ad ora lo scenario è davvero straordinario”.
Ci sarà da aspettare, perché la raccolta delle uve a bacca rossa, in molti territori, è prevista per la fine di settembre, e comunque, al di là di attese che suonano un po’ precipitose, in Borgogna ed Alsazia il gran caldo porterà ad un calo importante delle rese che, se per le cantine più forti sul mercato non rappresenterà un problema, potendo imporre prezzi più alti, per gli altri non è certo una buona notizia.
Ma come va il mercato interno dei consumi in Francia? Lo racconta “Baromètre 2015 de la consommation des boissons alcoolisées en France” di Entreprise et Prévention, rilanciato dal portale “Vitisphere” (www.vitisphere.com) che conferma la tendenza in atto ormai da anni: i francesi bevono sempre meno alcolici, ma spendono, mediamente, di più.
Negli ultimi 6 anni, infatti, i consumi di alcolici sono calati di 2,3 litri a persona, a quota 73,2 litri per anno a persona, mentre la spesa media è cresciuta di 26 euro, come rivelano i dati raccolti da Kantar Worldpanel. Si può ben dire, quindi, che i francesi bevono meno ma meglio, anche se la tendenza principale è quella di una frequenza sempre minore, tanto che oggi il 56% dei francesi consumano bevande alcoliche, ovviamente compreso il vino, meno di una volta a settimana. I consumatori quotidiani, per la stragrande maggioranza uomini sopra i 50 anni, sono in calo, e passano dal 15% del 2010 al 12% del 2014 (anno cui si riferiscono i dati, del “Baromètre 2015”, ndr), ma quello che preoccupa davvero è che solo il 43,9% dei consumatori sopra i 18 anni frequenta bar e ristoranti, la percentuale più bassa di sempre.

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