Da un lato “della tavola” c’è il mondo del fine dining, della tipicità, dell’alta cucina, della convivialità e della qualità; all’estremo opposto, però, c’è ancora chi, prendendo in prestito un vecchio adagio, “fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena”. E se i “commensali” della prima categoria, per fortuna, sono largamente i più, ci sono pur sempre tante persone in Italia, 6 milioni, il 12% dei residenti con almeno 16 anni di età (dati 2021), in una condizione di povertà alimentare. A rivelarlo il quarto rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, “Frammenti da ricomporre. Numeri, strategie e approcci in cerca di una politica”, quest’anno realizzato in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare che, dall’analisi dei dati afferenti a diverse indagini campionarie Istat, tra cui quella sulle condizioni di vita, restituisce una fotografia della povertà alimentare nel nostro Paese a partire dalla sua intensità, diffusione, distribuzione regionale e dell’impatto sui diversi gruppi socio-demografici (minori, donne, stranieri).
Tra il 2019 e il 2021, nonostante la pandemia, l’andamento degli indici di deprivazione alimentare materiale e sociale è stato sostanzialmente stabile e in diminuzione. La possibile ragione è da ricercare nelle misure ordinarie e straordinarie di sostegno al reddito che almeno in parte hanno mitigato l’impatto della crisi. La deprivazione alimentare materiale o sociale - misurata come l’impossibilità di fare un pasto completo con carne, pollo, pesce o equivalente vegetariano almeno una volta ogni due giorni e con l’impossibilità di uscire con amici o parenti per mangiare o bere qualcosa almeno una volta al mese - risulta più diffusa fra i disoccupati (28,3%), le persone inabili al lavoro (22,3%), coloro con istruzione uguale o inferiore alla licenza media (17,4%), giovani tra i 19 e i 35 anni (12,3%) e adulti tra i 50 e i 64 anni di età (12,7%), stranieri (23,1%), chi vive in una casa in affitto (22,6%) e le persone che vivono nelle aree metropolitane (13,3%).
Guardando alla composizione del nucleo famigliare sono le famiglie monogenitoriali (16,7%) e quelle con 5 o più membri (16,4%) a registrare i tassi più elevati. La diffusione regionale è maggiore al Sud (20,7%) e nelle Isole (14,2%), dove in totale il fenomeno riguarda 3,1 milioni di persone, mentre si registra al Nord Est l’incidenza più bassa, pari al 5,8%.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024