Investimenti
La cifra è variabile, ma va considerato almeno mezzo miliardo di spesa, se si possiedono già terreni. In caso contrario, il prezzo delle vigne dipende dalla zona: nell’area doc del Barolo si viaggia sui 5/600 milioni per ettaro, in altre zone d’Italia (dove i vigneti sono magari abbondanti) il costo è notevolmente inferiore. Minimo, occorre, avere 6/7 ettari di vigna, per produrre una quantità di uve che giustifichi il costo delle attrezzature per la vinificazione. In ogni caso, il vino è un investimento che si ripaga a lungo e lunghissimo termine. Una vigna impiantata oggi dà risultati accettabili tra 5/10 anni, se l’obiettivo è raggiungere un prodotto di qualità. Per andare avanti non basta la forza finanziaria: servono passione, dedizione, ottimismo. L’aspetto più rischioso è l’esposizione a fattori incontrollabili, come il meteo (una grandinata o una forte pioggia possono compromettere seriamente un anno di lavoro) e le malattie delle piante: di recente la “flavescenza dorata” ha intaccato a tappeto le vigne del Piemonte e della Lombardia.
Ricavi
Se un’azienda del vino parte da zero, nei primi 3/5 anni di attività non guadagna nulla, semplicemente perché non ha il prodotto da offrire. Tanto è il tempo che deve passare per avere uve accettabili, vinificarle e lasciar riposare il vino in cantina fino a quando diventa pronto per essere consumato. Quando finalmente le vendite sono possibili, subentra il problema della lungaggine dei pagamenti: da parte sia della ristorazione (180/240 giorni) che della grande distribuzione (150/180 giorni).
Guadagni
Nell’anno in cui si comincia a vendere, l’attività va a break even (pareggio), quindi i costi dell’anno vengono recuperati. Un piccolo produttore può avere successo se punta sui vini di qualità (da vitigni internazionali tipo Cabernet o Chardonnay, ma soprattutto da vitigni autoctoni), che può vendere a prezzi medio-alti. In questo caso, il guadagno è significativo perché la differenza tra costi e ricavi è notevole. Gli esperti infatti sostengono che non c’è nessun vino che possa giustificare prezzi superiori alle 10.000 lire la bottiglia. Quindi, considerando i prezzi di certi vini, i conti sono presto fatti”.
Mercato
Segue le regole del mondo dell’agricoltura. I prezzi dei vini non dipendono tanto da una scelta del produttore, che decide un certo ricarico sui costi, ma da quanto il mercato è disposto a pagare. Quando vende, il produttore deve dimenticare i costi che ha sostenuto e seguire il valore di mercato del prodotto. Per questo sono così importanti i giudizi delle guide, perché più sono positivi, più aumenta la richiesta e di conseguenza si può alzare il prezzo. Inoltre, si può produrre un ottimo vino, con un prezzo perfetto, e ancora non riuscire a venderlo. Perché? Difficile emergere tra i tantissimi concorrenti. Colpa della globalizzazione, dei vini stranieri a prezzi competitivi (sempre più presenti) e della polverizzazione: i produttori italiani sono un milione. All’estero, per fortuna, l’interesse verso l’Italia è notevole: sempre attento ai nuovi fenomeni, il mercato inglese, come quello tedesco e svizzero, è alla ricerca di vini che abbiano un’identità di territorio, non di vini con il passaporto internazionale.
Distribuzione
L’aspetto commerciale implica il contatto con ristoranti, enoteche, locali ed eventualmente negozi e grande distribuzione. Per diffondere il prodotto all’estero si passa attraverso distributori: in ogni caso, anche la clientela estera va seguita e conosciuta direttamente, per avere sempre sotto controllo le tendenze del mercato e le preferenze dei consumatori, che sono sempre in evoluzione.
Marchio
Per costruirlo ci vuole molto tempo: nel mondo del vino, la fortuna di un’etichetta dipende in larga misura dai giudizi dei critici e delle guide, che possono portare un vino al successo, ma anche decretarne la fine. E’ un aspetto tipico di questo settore, in cui i prodotti vengono continuamente valutati ed “etichettati” da intenditori. E il mercato si adegua nelle richieste. Se il giudizio è buono, si innescano le richieste dei grandi ristoratori e da lì comincia l’ascesa di un produttore.
Suggerimenti
Per avere ricavi in tempi più brevi rispetto a quelli dati dai vigneti, l’imprenditore potrebbe accostare a questa attività un piccolo agriturismo: si lega bene con l’attività vinicola e dà ricavi immediati abbastanza consistenti.
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