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IN TOSCANA È AMORE TRA DONNE E VINO ...: IN CRESCITA LA PRESENZA ED IL RUOLO FEMMINILE. AZIENDE VINICOLE (UNA SU QUATTRO È GUIDATA DA UNA DONNA), 500 LE SOMMELIER, CORSI DI ENOLOGIA AFFOLLATI DI STUDENTESSE

Donne e vino, un connubio sempre più felice e produttivo. Una tendenza che si sta verificando un po’ ovunque - in Italia, come in altri Paesi - ma che in Toscana ha assunto l’aspetto di un vero e proprio fenomeno, con donne presenti in ogni segmento: produttrici, enologhe, sommelier, ristoratrici, consumatrici; e con intere filiere tutte al femminile. Il vecchio stereotipo che vuole la vigna terreno incontrastato degli uomini è decisamente da archiviare.
Qualche numero per inquadrare il fenomeno: quasi un quarto delle aziende vitivinicole toscane sono guidate da una donna; alla “Selezione dei Vini di Toscana” 2007, le produttrici hanno partecipato con 263 vini: di questi, ben 200 hanno superato la selezione (con un punteggio superiore agli 85 punti) e si sono guadagnati la “menzione speciale” di questa rigorosa giuria. In Toscana le donne sommelier sono 55 professioniste e 437 non professioniste, su un totale di 3.200 soci (cioè, un sesto del totale).
Nella regione le enologhe sono già una cinquantina, ma il loro numero è destinato ad aumentare, vista la massiccia presenza di studentesse ai corsi di enologia delle due Università toscane.
I dati femminili relativi al settore enologico sono coerenti con quelli degli altri ambiti del comparto agricolo, che tende sempre più al rosa: le donne alla guida degli agriturismi sono quasi il 40%, come significativa è la loro presenza nelle aziende di agricoltura biologica (32,4%) e nel florovivaismo (23,6%); inoltre, quasi il 35% delle domande finanziate dal Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 sono state presentate da donne; del resto, le donne occupate in agricoltura sono oggi più di 18.000 su un totale di 54.000, il che significa una percentuale superiore al 33%.
Oltre ai numeri si registra anche una crescita di ruolo: uno studio recente dell’Irpet afferma che “le donne gestiscono aziende sempre più grandi, specie nella viticoltura e nel biologico, e che sono protagoniste degli exploit avvenuti nel recente passato nel comparto agrituristico”.

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