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INCHIESTA WINENEWS - VENDEMMIA A DUE FACCE PER L’ANNATA 2002: NELL’ITALIA DEL VINO C’É CHI CONTA I DANNI E CHI È OTTIMISTA. MA IL CLIMA RIMANE UN’INCOGNITA. I GIUDIZI DI ALCUNI TRA I VIGNAIOLI PIU' FAMOSI D'ITALIA

Italia
Scene di vendemmia

Sarà una vendemmia a due facce a caratterizzare quest’annata 2002, che ha visto negli ultimi mesi un clima “impazzito” alternare periodi siccitosi ad altri con forti precipitazioni, fino ai nubifragi e alla grandine delle ultime settimane. Così, se da una parte c’è chi è ottimista perché il 2002 sembra prospettare un buon raccolto, dall’altra c’è chi conta i danni causati dal maltempo. Winenews, uno dei siti di informazione sul vino più cliccati d'Italia, ha chiesto ad alcuni tra i più importanti produttori lo “stato dell’arte” della vendemmia ormai prossima, sulla quale grava ancora l’incognita del clima: le ultime settimane saranno decisive per determinare la qualità dell’annata.
Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini, la “Confindustria del vino”, non si sbilancia e sintetizza una lettura complessiva della vendemmia: «E’ presto per azzardare stime definitive, che potranno essere fatte solo con le uve in cantina. Al momento possiamo ipotizzare una diminuzione del 5% della quantità di uve prodotte sul 2001: le cause possono essere imputate principalmente al maltempo nelle regioni del Nord e a problemi di siccità e malattie riscontrati nei vigneti del Sud. Questa vendemmia 2002 presenta differenze significative nelle varie regioni: in quelle che non sono state colpite dal maltempo si registra in generale una buona qualità delle uve, con una data di inizio vendemmia posticipata rispetto al solito. Diversa e più grave la situazione delle aree, peraltro limitate, colpite da grandine e temporali».
Partendo dal Piemonte, Angelo Gaja, produttore famoso nel mondo grazie ai suoi Barbaresco da leggenda, non si lascia andare a facili pronostici sulle Langhe, ed ironizza: «Come tutti gli anni, siamo nelle mani del Padreterno. Per dirla con Lapalisse, potremo fare una vendemmia grandissima, oppure media, oppure disastrosa. Dipende dal tempo che arriverà. E per anticipare un giudizio appena probabile sulla vendemmia dei nebbioli, una volta che saranno già arrivati in cantina, occorrerà pazientare non meno di un anno». Sempre in Piemonte, nella zona dell’Asti, Franco Giacosa - enologo delle 11 tenute della famiglia Zonin - sulla vendemmia della Barbera commenta: «C’è un ritardo nella maturazione delle uve di 7-10 giorni, dovuto alle abbondanti piogge di luglio e di agosto: prevediamo comunque una qualità più che buona». In Lombardia, regione tra le più colpite dal maltempo, la Franciacorta si lecca le ferite inflitte dalla grandine. Ma Mattia Vezzola della cantina Bellavista minimizza: «Per fortuna i nostri vigneti sono stati colpiti dalla rovinosa grandinata del 4 agosto solo in minima parte, meno del 10% del totale. Abbiamo già iniziato la vendemmia da alcuni giorni, e le uve che stiamo raccogliendo sono sane e di ottima qualità. Se dovessi assegnare un voto, naturalmente provvisorio, a questa vendemmia, la classificherei tra buona e ottima». Nell’altro terroir delle “bollicine”, nell’Oltrepò Pavese, l’enologo Franco Giacosa stima una produzione del 10% in meno: «Qui non si segnalano danni per grandine, ma sono state abbondanti le piogge, che hanno causato un ritardo nella maturazione delle uve. Se il tempo migliora, la raccolta sarà piuttosto buona». In Trentino, Fausto Peratoner, direttore della La Vis, una delle cantine sociali più importanti d’Italia, traccia un quadro dal segno positivo: «La situazione da noi è buona, non abbiamo per fortuna risentito di problemi meteorologici: anzi, gli sbalzi termici dell’ultimo periodo hanno favorito la qualità delle uve. Adesso i prossimi giorni saranno decisivi per la vendemmia». I vigneti delle “bollicine” Ferrari sono sfuggiti agli effetti del cattivo tempo: «Siamo una sorta di “isola felice” - dice Giampietro Comolli - qui per fortuna non è grandinato, anzi l’escursione termica di questo periodo ha favorito la sanità delle uve. Cominceremo a vendemmiare lo chardonnay, vitigno base per i nostri spumanti, dalla prossima settimana». E le altre “bollicine” italiane? Quelle del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, in Veneto, godono di ottima salute. Gianluca Bisol spiega: «Per noi si prospetta un’annata eccezionale, grazie alle ampie escursioni termiche tra giorno e notte registrate nell’ultimo mese, fondamentali per il bouquet di un vitigno aromatico come il Prosecco». Diversa la sorte toccata, sempre in Veneto, ai vigneti del Bardolino e del Valpolicella, gravemente danneggiati. L’Amarone, uno dei vanti enologici nazionali, sembra però essersi, almeno in parte, salvato. Franco Allegrini, tra i più importanti produttori, dice: «Dopo la terribile grandinata dei primi di agosto abbiamo temuto il peggio, poi una più accurata e approfondita stima dei danni ha dimostrato che l’annata è stata parzialmente compromessa solo in alcune zone e solo in termini di quantità. Una più attenta selezione delle uve garantirà la qualità del raccolto». In Friuli, Elda Felluga spiega che nel Collio il maltempo ha colpito principalmente con la pioggia: «Anche se forse non sarà la vendemmia del secolo, le uve quest’anno si presentano estremamente valide: cominceremo nei prossimi giorni a raccoglierle, confidando nella bella stagione».
Passiamo al Centro Italia: in Toscana il clima sembra essere stato quasi ovunque “amico” dei vigneti. Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino, è ottimista: «Abbiamo buone aspettative: le uve sono sane, e se nelle prossime settimane farà bel tempo la vendemmia potrebbe essere ottima». Nel Chianti, Francesco Mazzei del Castello di Fonterutoli, una delle griffe storiche del Chianti Classico, afferma: «E’ ancora presto per fare una previsione certa, ma ad oggi siamo molto soddisfatti: i nostri vigneti non sono stati toccati dalle intemperie, le uve si presentano perfettamente sane e l’annata, se il bel tempo permane, si preannuncia di alto livello qualitativo». In Maremma, Jacopo Biondi Santi dalla sua tenuta del Castello di Montepò, nel terroir del Morellino di Scansano, parla di scampato pericolo: «La grandine, che qui è caduta solo pochi minuti, non ha per fortuna colpito i vigneti della zona. La qualità delle uve è molto buona, quest’anno cominceremo a vendemmiare più tardi del solito». A Bolgheri, dai vigneti del leggendario Sassicaia, il marchese Nicolò Incisa della Rocchetta tranquillizza i numerosi appassionati di uno dei più prestigiosi vini italiani: «Cominceremo la vendemmia verso la metà di settembre, in leggero ritardo rispetto agli anni scorsi - racconta - Lo stato delle uve è perfetto, l’annata si prospetta ottima». In Umbria Marco Caprai, nome “simbolo” del Sagrantino di Montefalco, parla di «Una vendemmia in leggero ritardo, soprattutto se confrontata con la precocità degli scorsi anni. Le uve promettono molto bene, adesso tutto dipende dal tempo che farà nelle prossime settimane». Nelle Marche, Michele Bernetti dell’azienda Umani Ronchi (che ha da poco acquistato tenimenti anche in Abruzzo) stila un bilancio tutto sommato positivo, pur registrando gli effetti del maltempo: «Sarà una vendemmia tardiva rispetto agli anni precedenti, ma con uve di buona qualità. Nella zona del Verdicchio di Jesi la grandine ha causato danni considerevoli, circa il 10% dei nostri vigneti». Dall’Abruzzo Gianni Masciarelli, uno dei produttori “simbolo” della rinascita dell’enologia abruzzese, spiega: «Per quanto ci riguarda, il 2002 sarà un’ottima annata per i vini bianchi: cominceremo a vendemmiare lo chardonnay a partire dalla prossima settimana. Dipende invece dal clima di settembre la qualità della vendemmia delle uve rosse, che contiamo di iniziare a raccogliere verso il 25 di settembre. Per fortuna qui, tra queste colline, non ci sono stati i gravi fenomeni di maltempo che hanno colpito altre regioni d’Italia».
E nelle regioni del Sud? Buona la situazione in Campania secondo Mirella Capaldo (Feudi di San Gregorio): «E’ presto per parlare, ma la vendemmia si prospetta di ottima qualità. Le rare piogge non hanno influito negativamente, anzi sono state salutari: le uve stanno bene, facciamo gli scongiuri... ». In Sicilia, dove il peggior nemico si chiama siccità, Gianni Zonin, il più grande vignaiolo italiano, dal suo Feudo di Butera spiega: «Abbiamo registrato un calo abbastanza sensibile della quantità di uve prodotte, ma è prevista una qualità eccezionale, soprattutto per le uve a bacca nera, nei vigneti che non hanno sofferto la siccità. Gradazioni elevate ed acidità molto buona fanno sperare in un’annata di quelle da ricordare». Secondo Giacomo Tachis, il “principe” degli enologi d’Italia, il 2002 sarà l’anno di riscossa delle isole: «Per la Sicilia e la Sardegna questa sarà un’annata eccezionale. In Sicilia l’andamento climatico ha causato una diminuzione della quantità di uva, ma la qualità è davvero ottima: i vini rossi in particolare si prospettano eccellenti. Questa terra ha davvero grandi potenzialità enologiche, ecco perché tanti imprenditori del Nord continuano ad investire qui. Anche in Sardegna le condizioni meteorologiche sono state ideali: soprattutto per il Vermentino quest’anno avremo una produzione ridotta, ma dalla qualità fuori dal comune».

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