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INDAGINE CIA - NATALE: ALLA TAVOLA NON SI RINUNCIA. LA CRISI NON FRENA I CONSUMI. SI SPENDERANNO 3,5 MILIARDI PER FESTEGGIARE. ACQUISTI PIU’ OCULATI. + “MADE IN ITALY” E - SALMONE, OSTRICHE, CAVIALE. +1,2% SUL 2009 LA SPESA (ANCHE PER I VINI)

Italia
Natale 2010: wine & food ok sulle tavole italiane

La crisi scoraggia gli italiani che riducono le spese per i regali delle feste. Ma alla tavola natalizia, nonostante le preoccupazioni per le difficoltà economiche, non si rinuncia. E così per il cenone del 24 dicembre e per il pranzo di Natale si spenderanno, in alimenti, 3,5 miliardi di euro. Poco più di 230 euro a famiglia e con un aumento dell’1,2% sul 2009. Gli acquisti, saranno, comunque, più oculati; ma carni, prosciutti, salumi e vini batteranno gli articoli da vestiario (giacche, camicie e maglioni in testa), per i quali, come rilevano molte indagini, si annuncia un calo, forse in attesa dei saldi invernali. Vincerà ancora una volta la tradizione e le preferenze andranno anche quest’anno per i prodotti alimentari “made in Italy”. Non ci saranno, comunque, spese folli. Salmone, ostriche, caviale e frutta esotica ancora una volta con il contagocce. E lo “bollicine” d’autore d’Italia anche in questa occasione trionferanno sullo champagne. Ecco le previsioni della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che ha compiuto un’indagine sulla base dell’andamento della compravendita nei vari passaggi della filiera agroalimentare e dei dati relativi al commercio estero.
Dall’indagine della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori emerge che gli italiani, sempre più attenti ai conti, proprio a causa di una precaria situazione economica, indirizzeranno i loro acquisti verso prodotti enogastronomici più “abbordabili” sotto l’aspetto economico. Pochi, quindi, i cibi di “fascia alta”. Si guarderà, invece, molto al prodotto tipico legato al territorio.
La spesa alimentare delle feste natalizie sarà così ripartita: carni e insaccati (18,5%), pesce (11,8%), pane e cerali (14,6%), latte, formaggi e uova (13,1%), frutta e ortaggi (15,2%), vini e spumanti (14,2%), dolci (12,6%).
Andranno abbastanza bene - segnala l’indagine della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori - gli acquisti di dolci (+1,5%), di frutta, sia fresca che secca, e di verdure (+1,6). In picchiata, al contrario, i consumi di frutta esotica (tanto ricercata negli anni passati): ananas, avocado, banana, mango. Prodotti che dovrebbero avere una diminuzione superiore al 25%.
In risalita anche i consumi di pane e pasta (rispettivamente, 0,8% e 1,3%), di carni e insaccati (-0,3%). Al palo, invece, le vendite dei formaggi (-0,5%). Una buona performance dovrebbe essere registrata dai vini (+1,2%), in particolare quelli rossi. Secondo l’indagine della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, si dovrebbero stappare 80 milioni di bottiglie, il 95% di produzione italiana, con una crescita dell’1,2% nei confronti del 2009. Stesso discorso per gli spumanti, che dovrebbero registrare un aumento negli acquisti tra l’1,5%-2%.
Per gli acquisti dei prodotti agroalimentari da consumarsi nelle prossime feste natalizie, le oltre 23 milioni di famiglie italiane si rivolgeranno in prevalenza alla grande distribuzione commerciale (56%), seguita dai negozi tradizionali (24%), dai mercatini locali (18%), e da internet (2%).
Molta attenzione da parte degli italiani - annota la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori - sarà rivolta ai tantissimi mercatini che verranno allestiti dagli agricoltori in questi giorni, in particolare nelle zone rurali, o nelle aziende agricole (si prevede una crescita delle vendite del 5% sul 2009). Oltre all’acquisto prodotti di qualità, tipici e legati al territorio, si può anche risparmiare tra il 10% e il 15%.

Focus - La tavola delle famiglie italiane a Natale
(dati in quantità)
Carni e insaccati -0,3%
Formaggi -0,5%
Dolci +1,5%
Frutta e verdura +1,6%
Frutta esotica -25%
Vini +1,2%
Spumanti +1,5/2%
Pane +0,8%
Pasta +1,3%
Così sarà ripartita la spesa alimentare a Natale
(dati in percentuale)
Carni e insaccati 18,5
Latte, formaggi e uova 13,1
Dolci 12,6
Frutta e verdura 15,2
Vini e spumanti 14,2
Pane, pasta e derivati dei cereali 14,6
Pesce 11,8
Fonte: stime Cia - Confederazione Italiana Agricoltori

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