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India, cresce il mercato del vino … Argentina, la vendemmia 2008 superiore al 2007 … South Australia, stessa etichetta per import/export … Perù: +15% per import … Francia: Château Latour-Laguens diventa cinese
di Andrea Gabbrielli

- India, cresce il mercato del vino
L’Assocham, associazione della camere di commercio e dell’industria dell’India, ha reso noti i dati delle vendite di vino negli ultimi sei mesi del 2007 e le previsioni per il primo trimestre del 2008, che nel paese chiude l’anno fiscale. Con una crescita del 35%, il mercato indiano si posiziona ad un livello di crescita più alto degli ultimi cinque anni (pari ad un media del 20%). Le vendite hanno superato i 10 miliardi di rupie (ovvero oltre 70 milioni di euro), di cui quasi un terzo nel mondo rurale, dove il vino ha scoperto di avere numerosi clienti. Si pensava che il mercato interno si limitasse alla borghesia urbana, ma l’acquisto di vino a basso prezzo da parte dei giovani del mondo rurale porterà presto l’India ad avere un mercato di massa. Mentre nelle città l’offerta di etichette si ampia e cresce il fatturato in termini di valore, nelle campagne si tratta soprattutto di vini a basso costo ma è un segnale di quanto il vino sia entrato nei consumi quotidiani degli indiani e non solo delle élités più occidentalizzate. Il vino guadagna terreno sui suoi concorrenti di sempre, la birra e i liquori ed è prevedibile che i giovani delle campagne che ora apprezzano il vino locale, un domani compreranno i vini d’importazione.

- Argentina, la vendemmia 2008 superiore al 2007
Secondo l’Inv (Istituto Nazionale di Vitivinicoltura), l’annata 2008 in Argentina si annuncia sotto i migliori auspici. La vendemmia dovrebbe superare del 2,8% la buona raccolta del 2007 (pari a 15,5 milioni di ettolitri). E’ nella regione di Mendoza che ci sono state le condizioni migliori, tanto che l’Inv prevede un aumento del 6%. La regione di Saint Juan, è la meno favorita e registra invece una diminuzione del 4,5%. L’altra buona notizia per il mondo del vino argentino è che, nel 2007, il consumo ha continuato a salire: nel 2006 sul mercato interno sono stati venduti 11.104 milioni di ettolitri, pari a +1,2 rispetto al 2005. Nel 2006 il consumo medio pro-capite era di 29,23 litri e l’Inv attribuisce la ripresa dei consumi al miglioramento della qualità. Inoltre le esportazioni aumentano dell’1,4% sulla precedente campagna con un’accelerazione dal mese di ottobre 2007 tanto che l’Inv prevede un calo nel vino stoccato tra il 2008 e il 2009.

- South Australia, stessa etichetta per import/export
Il South Australia sarà il primo stato australiano ad applicare la disposizione del World Wine Trade Group Agreement che autorizza i produttori ad utilizzare le stesse etichette per il mercato interno e per l’export. Il provvedimento, annunciato il 16 gennaio 2008, dal ministro regionale Jennifer Rankine, mira a far risparmiare alla filiera circa 13 milioni di dollari australiani (7,86 milioni di euro) all’anno e ad avere migliori performance sui mercati esteri. L’Australian Wine and Brandy Corporation ha comunicato il 7 gennaio scorso i dati del 2007. Nel luglio 2007, quando l’export aveva superato i 3 milioni di dollari australiani (circa 1,8 milioni di euro), la Wine and Brandy Corporation puntava su una crescita delle vendite nell’ordine del 7% nel corso del 2007. Poi ha dovuto rivedere le cifre al ribasso e, a fine anno, ha annunciato una crescita annua globale del 6%. I due principali mercati dell’export australiano restano Uk e Usa, anche se quest’ultimo paese ha fatto registrare una diminuzione importante delle vendite sia per i volumi che per il fatturato. Nel frattempo altri mercati, più piccoli promettono bene, come i Paesi Bassi dove nel 2007 si sono venduti 28 milioni di litri di vino australiano, pari al +92% sul 2006.

- Perù, aumentano del 15% le importazioni di vino
Ai peruviani il vino piace sempre di più. L’import di vino dall’estero è cresciuto del 15% nel 2007, dopo aver registrato -14,3% nel 2006. Nel 2007 i volumi di vino importato hanno raggiunto i 7,2 milioni di litri. La buona tenuta dell’economia peruviana, lo sviluppo della gastronomia nazionale, l’aumento del turismo e il crescente interesse dei consumatori per i prodotti di qualità spiegano il crescente innamoramento dei peruviani per il vino. Valga per tutti l’esempio della Quimica Suiza Sa, grande industria peruviana specializzata nei prodotti farmaceutici ed agroalimentari che ha incrementato il suo portafoglio prendendo la distribuzione del marchio cileno Terra de Fuego. Inoltre entro febbraio si occuperà di commercializzare i vini di altre cantine, tra cui 5 italiane, 1 cilena, 1 californiana, 1 argentina e 2 francesi.

- Francia, Château Latour-Laguens diventa cinese
La compagnia cinese Longhai International Trading Co Ltd, di proprietà della famiglia Cheng, ha acquistato Château Latour-Laguens, una proprietà di 60 ettari, dei quali 30 vitati, che comprende una dimora di 600 metri quadri. È la prima volta che un’azienda cinese compra una cantina francese. Lo château, situato a Saint-Martin-du-Puy, nell’Entre-deux-Mers, produce ogni anno 160.000 bottiglie di Bordeaux-Bordeaux Superior. Secondo le informazioni, il gruppo cinese con 2 milioni di euro, ha superato le offerte degli altri investitori in gara per l’aggiudicazione. Secondo Daniel Carmagnat dell’agenzia A2Z che ha curato la vendita “Più che la forza di attrazione della denominazione in quanto tale - ha dichiarato - è stato decisivo il fatto che Château Latour-Laguens fosse in una delle regioni vinicole più famose del mondo “. La compagnia ha sede a Quingdao, una regione famosa sia per la viticoltura che per la produzione della birra, importa vini per il mercato cinese sia dall’Australia che dal Sud Africa e ora anche dalla Francia. Attualmente le esportazione di vini bordolesi stanno crescendo del 100% l’anno in volume. Una realtà che Longhai conosce molto bene e per questo non è detto che sia l’ultima acquisizione del gruppo in territorio francese.

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