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LA NOVITÀ

Informazioni nutrizionali e messaggi sanitari in etichetta: la svolta (proposta) in Uk sull’alcol

L’obiettivo del Governo inglese è spingere sulla prevenzione: si pensa anche al divieto di vendita ai minori di 18 anni di bevande “No-Lo”
ALCOLICI, ETICHETTE, HEALT WARNINGS, REGNO UNITO, SALUTE, Mondo
Potrebbero presto arrivare novità nelle etichette degli alcolici in Uk

Obbligo per le bevande alcoliche di riportare informazioni nutrizionali e messaggi di avvertenza per la salute allineando l’etichettatura agli attuali requisiti, giudicati più dettagliati, in vigore per tabacco, alimenti e bevande analcoliche. Il tutto con l’obiettivo dichiarato di una maggiore consapevolezza pubblica sui rischi per la salute del consumo di alcol e per aiutare a fare scelte più salutari. Ed ancora, l’idea di modificare la soglia massima di gradazione alcolica al di sotto della quale una bevanda può essere definita analcolica, portandola a 0,5% vol., e una valutazione per limitare l’accesso alle bevande “No-Lo” con il divieto di vendita ai minori di 18 anni come per i prodotti alcolici. Queste le novità che arrivano dal Regno Unito, per ora solo proposte, ma che non sono di poca importanza, inserite nel “Fit for the Future: 10 Year Health Plan for England”, presentato, nei giorni scorsi, al Parlamento dal Segretario di Stato per la Salute e l’Assistenza Sociale del Governo Uk, Wes Streeting. Un “corposo” piano per riformare il servizio sanitario nazionale con la strategia governativa che, tra i vari piani di azione, si vuole concentrare anche sugli alcolici per contrastare il fenomeno degli eccessi attraverso la prevenzione.
Il costo sociale totale stimato dei danni causati dall’alcol in Inghilterra, riporta il documento, è stato di 27,4 miliardi di sterline all’anno nel periodo 2021-2022, pari ad oltre l’1,2% del Pil. Viene citato uno studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che stima come il Regno Unito spenda una quota maggiore del suo bilancio sanitario per le malattie causate dal consumo eccessivo di alcol rispetto alla media (3,0% sul 2,4%).
Secondo quanto scritto nel documento, le etichette obbligatorie con avvertenze sanitarie si sono dimostrate efficaci in altri Paesi (viene citata la Corea del Sud) nell’affrontare i danni provocati dall’alcol, e quindi l’Inghilterra sembra voler seguire questa strada.
Ovviamente anche l’Italia guarda interessata a questa misura ed agli effetti che potrà eventualmente avere sui consumi, essendo il Regno Unito un partner commerciale importante, il terzo come importatore, per un valore nei primi quattro mesi 2025 di 227,2 milioni di euro (-6,3%, secondo i dati Istat analizzati da WineNews).
Tutta da vedere la risposta dell’industria degli alcolici britannica, che in passato ha criticato alcune decisioni prese dall’alto, come la riforma sulle accise, lanciando anche vari appelli per il sostegno al settore. E, proprio in questi giorni, la Wine and Spirit Trade Association - Wsta, importante associazione di categoria, ha pubblicato la guida di settore “The Uk Wine and Spirit Trade In Focus”, ricordando che il Regno Unito è il secondo importatore di vino al mondo, sia in volume che in valore, e il più grande esportatore di alcolici a livello globale. Ma che sta attraversando un momento non semplice con i dazi che fanno paura e che possono appesantire un quadro già complesso. Miles Beale, dg Wsta, ha lanciato un nuovo messaggio alla politica: “il valore e la complessità dell’industria del vino e degli alcolici del Regno Unito non sono stati ben compresi. Mentre le aziende vinicole e degli alcolici si leccano le ferite dopo un brutale assalto di aumento delle tasse sulle imprese, aumento dei costi derivanti dall’incremento delle tasse sugli alcolici e nuove tasse sugli imballaggi di scarto, è fondamentale che coloro che hanno influenza comprendano e sostengano il nostro commercio. Ulteriori aumenti delle tasse sarebbero l’ultimo chiodo nella bara per molte aziende che, solo per rimanere a galla, hanno dovuto trovare modi dolorosi per tagliare i costi, tra cui l’aumento dei prezzi per i consumatori e il taglio di posti di lavoro”.
Solo un piano di proposte, al momento, quello del Regno Unito. Ma che fa riflettere sul futuro.

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