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CONSORZI IN “ROSA”

Irina Guicciardini Strozzi al vertice del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano

Giovane esponente di una delle famiglie storiche del territorio e della Vernaccia, discendente della “Monnalisa”, subentra a Letizia Cesani

La Vernaccia di San Gimignano, una delle più antiche denominazioni d’Italia, perla bianchista della Toscana dei grandi rossi, e già lodata dai versi di Dante, o da Sante Lancerio, bottigliere di Papa Paolo III Farnese, dal Vasari e da Michelangelo Buonarroti, continua a guardare al futuro, con una guida al femminile: la nuova presidente del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano è Irina Guicciardini Strozzi, espressione di una delle più antiche famiglie del vino della “Manhattan del Medioevo”, e discendente della “Monnalisa”, Lisa Gherardini, che avrebbe ispirato Leonardo per la sua “Gioconda”, che subentra così a Letizia Cesani, dopo tre mandati consecutivi. Così ha stabilito il Cda del Consorzio (diretto da Stefano Campatelli, ndr).
Poco più che trentenne, laureata alla Bocconi in Economia Aziendale e specializzata in Amministrazione Finanza e Controllo, con esperienze lavorative alla Commisisone Europea, nella banca d’affari JP Morgan e nella società di revisione KPMG, già durante gli studi Irina si occupava dell’azienda di famiglia, Tenute Guicciardini Strozzi, che nella Fattoria di Cusona a San Gimignano ha la sede principale, che da cinque anni è diventata il suo unico impegno, occupandosi dei mercati esteri.
Una scelta che rinnova una sorta di “tradizione di famiglia”, poiché Irina è figlia di Girolamo Guicciardini Strozzi, che fu tra i firmatari della richiesta della doc (che ricordiamo la Vernaccia di San Gimignano ottenne per prima in Italia nel 1966), tra i fondatori del Consorzio nel 1972 e primo Presidente, carica che ricoprì ininterrottamente fino al 1987 e poi nuovamente dal 1993 al 2000.
“Questo incarico per me rappresenta un doppio onore -dichiara Irina Guicciardini Strozzi, che guiderà il Consorzio da oggi al 2022 - prima di tutto lo è proseguire la tradizione inaugurata dalla Presidente uscente, quella di una donna a presiedere il Cda di un consorzio vinicolo, un settore ancora molto maschile. In secondo luogo per me è un grande onore continuare una tradizione familiare. Mio padre e la mia famiglia hanno sempre creduto nella Vernaccia di San Gimignano, alla sua importanza non solo per il territorio di produzione, ma anche per la Toscana e l’Italia intera; la sua storia unica e centenaria, il fatto di essere un vino bianco in una terra di rossi, la rendono capace di essere il motore della crescita economica, il perno su cui innestare questa crescita. L’obiettivo che ci siamo quindi proposti di raggiungere è quello di fare crescere la denominazione, di portare il vino e il vitigno all’altezza che gli competono. Papà è stato il primo Presidente del Consorzio, la Vernaccia di San Gimignano è nel mio patrimonio genetico. Ci crediamo, ci credo”.
Una denominazione dinamica, quella della Vernaccia di San Gimignano, che esporta il 60% del suo vino nel mondo, ma è anche capace di vendere una bottiglia su cinque all’ombra delle sue celeberrime torri,</B > e che non ha paura di scommettere sul “nuovo”, con 9 dei 13 consiglieri del Cda al primo mando, e tutti molto giovani.

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