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ANALISI WINENEWS

Istat: nei primi 10 mesi 2022 le spedizioni del vino italiano a 6,52 miliardi di euro (+11,2%)

A volumi costanti, cresce il prezzo medio. Resiste il mercato Ue, corrono Canada a Giappone. Ma vanno forte anche Russia e Irlanda ...
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I dati sulle spedizioni del vino italiano nei primi 10 mesi 2022

L’export del vino italiano nel 2022 è destinato a superare, secondo qualsiasi tipo di previsione, gli 8 miliardi di euro, e i dati Istat sui primi 10 mesi dello scorso anno, analizzati da WineNews, confermano, sostanzialmente, i ritmi di crescita registrati sin dai primi mesi dell’anno, con le spedizioni arrivate a quota 6,52 miliardi di euro, in crescita dell’11,2% sullo stesso periodo del 2021. 

In sostanza, un aumento speculare a quello dell’inflazione registrata in Italia nel mese di ottobre (+11,8%), frutto di una dinamica positiva del prezzo medio, visto che a volume il dato sui primi 10 mesi 2022 è identico a quello dello stesso periodo del 2021: 18 milioni di ettolitri. Per capire se il vino italiano abbia saputo anticipare - almeno sui mercati esteri - quella che sarà una necessità di ogni settore produttivo in questo 2023, ossia aumentare i prezzi per assorbire l’aumento dei costi di energia e materie prime, sarebbe interessante e utile conoscere la composizione del “paniere” delle esportazioni, e capire quindi se si tratti di reale aumento del prezzo medio, o se invece le importazioni abbiano riguardato vini di maggiore qualità.

Partendo dai mercati geograficamente più vicini, i 28 Paesi dell’Unione Europea valgono poco meno della metà delle spedizioni di vino italiano nel periodo: 3,2 miliardi di euro (+12,1%). Una risposta importante da quella che, nelle previsioni, sarà l’area in maggiore difficoltà nei prossimi mesi. Locomotiva economica, ovviamente, sarà comunque la Germania, Paese particolarmente sensibile alle dinamiche di prezzo, dove comunque il vino italiano segna una crescita del +5%, a quota 955 milioni di euro. Continua a correre anche la Gran Bretagna, nonostante la frenata della Sterlina, arrivata a 667 milioni di euro di importazioni (+13,5%). Da segnalare il dato dell’Irlanda, da giorni nell’occhio del ciclone per la decisione (avallata dalla Commissione Ue) di inserire gli “health warnings” nelle etichette degli alcolici, compreso il vino: neo primi 10 mesi 2022 ha importato 38 milioni di euro di vino italiano: +20%.

Terzo mercato europeo si conferma la Svizzera, con 344 milioni di euro, ma con un tasso di crescita decisamente più lento della media: +3,7%. Continua a crescere la Francia, il nostro competitor principale, destinata a chiudere il 2022 con 12,5 miliardi di euro di export enoico, che nei primi dieci mesi dello scorso anno ha importato 248 milioni di euro di vino italiano (+27%). Buono il dato del Belgio, meta solida, che vale 191 milioni di euro di importazioni di vino tricolore (+9,3%), grosso modo gli stessi numeri dell’Olanda, che arriva a 190 milioni di euro (+7,3%). In Nord Europa la fotografia è in chiaroscuro: la Svezia segna un’ottima crescita, +11,9%, a 178 milioni di euro, ma Danimarca e Norvegia finiscono in territorio negativo, con cali, rispettivamente, del -2,1% (130,8 milioni di euro) e del -3,4% (92,4 milioni di euro). Sorprendentemente, visto il drammatico momento storico e il sostanziale isolamento politico ed economico di Mosca, continuano a crescere le spedizioni verso la Russia: +4,6% a 120 milioni di euro. Infine, per quanto riguarda l’Europa, l’Austria, che segna un ottimo +16,3%, a 107,5 milioni di euro.

Il punto di riferimento nel mondo, però, è Oltreoceano, in quegli Stati Uniti che, nei primi 10 mesi 2022, hanno importato 1,59 miliardi di euro di vino italiano (+8,8%). Conferme anche dal Canada, che arriva a 379 milioni di euro, pari ad una crescita del 16,7%. Nulla di nuovo, infine, sul fronte asiatico, dove il Giappone è l’unica felice eccezione, sperando però in un rimbalzo e un recupero delle importazioni sin dalle prossime rilevazioni Istat, quando si cominceranno presumibilmente a vedere gli effetti del “liberi tutti” di Pechino sul fronte della lotta al Covid. Intanto, la Cina segna l’ennesimo mese consecutivo di calo: -11,9%, a 92 milioni di euro. Frena anche la Corea del Sud, che perde il 2,1%, a 63,7 milioni di euro, così come Hong Kong, che lascia sul terreno il 4,9%, e si ferma a 22,2 milioni di euro. Molto meglio, come anticipato, il Giappone, arrivato a 172,4 milioni di euro di vino importato: +29,3%.

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