L’Italia si conferma riferimento internazionale per l’enoturismo: l’International Wine Tourism Conference, conferenza nata in Spagna nel 2009, va in scena ogni anno scegliendo come Paese ospitante destinazioni in ascesa per il turismo enogastronomico. Che, negli anni, sono stati Porto, Tbilisi, Champagne, Barcellona, alla location di quest’anno, i Paesi Baschi. Da dove è stato scelto il territorio meta dell’edizione del 2020, ovvero il Friuli Venezia Giulia: proprio lo staff di PromoTurismoFvg ha presentato questi giorni il territorio della Regione italiana a più di 250 tour operator, giornalisti e stakeholder internazionali da tutto il mondo. Così, dal 24 al 26 marzo 2020, il Friuli Venezia Giulia, e anche l’Italia, sarà capitale dell’enoturismo mondiale. E non finisce al prossimo anno: il Belpaese sarà sede d’incontro e discussione del settore anche l’anno successivo, il 2021, quando si terrà nello Stivale la Global Conference on Wine Tourism, la conferenza del comprato organizzata dalla World Tourism Organisation (Unwto), l’agenzia delle Nazioni Unite, che si occupa della promozione del turismo sostenibili e responsabile. L’annuncio è stato fatto pochi giorni fa proprio dall’organizzazione via Twitter, confermata poi dal Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, che ha sottolineato come questa decisione “conferma che il binomio turismo-enogastronomia dell’Italia è un’eccellenza di rilievo internazionale. Un’occasione per insegnare ai turisti a mangiare e bere italiano”.
Il primato italiano nell’enoturismo è confermato dunque, non solo dai numeri (che registrano 14 milioni di presenze annuali legate strettamente all’enoturismo, 2,5 miliardi di euro di giro d’affari lungo l’intera filiera, con 85 euro di spesa media al giorno, che salgono a 160 con il pernottamento, secondo il Rapporto sul Turismo del Vino in Italia n. 15, firmato dall’Università di Salerno e dalle Città del Vino), ma anche dal settore stesso.
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