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Italia n. 2 delle esportazioni mondiali in volume e valore, leader in molti mercati: la fotografia scattata da Ismea, in vista di Vinitaly 2018, con i numeri di aziende, denominazioni ettari di vigneto e produzione del vino italiano

Per Vinitaly ognuno dà i suoi numeri sul vino italiano. Ed ora arrivano anche quelli dell’Ismea, che parte dalla situazione del “vigneto Italia”. Secondo l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare, “nel 2017 l’Italia ha mantenuto il primato produttivo internazionale. Nonostante un’annata particolarmente difficile, caratterizzata da una molteplicità di eventi climatici avversi, i 42,5 milioni di ettolitri prodotti (ma, secondo le stime Assoenologi di ottobre 2017, siamo ben sotto i 40 milioni di ettolitri, ndr) hanno permesso all’Italia di posizionarsi prima dei principali competitor: Francia e Spagna”. Ancora, secondo Ismea, “nel 2017 la superficie a vigneto, secondo i dati dell’inventario, è stata di 652.000 ettari, l’1% in più sull’anno precedente. Sono soprattutto le regioni del Nord Est, Veneto e Friuli Venezia Giulia ad aver impiantato maggiormente”.
La struttura produttiva italiana, spiega l’Istituto, conta 310.000 aziende agricole e quasi 46.000 aziende vinificatrici. “Negli ultimi anni si è assistito ad un processo di concentrazione sia a livello di parte agricola, con una superficie media aziendale che supera ormai i due ettari, sia della parte relativa alla vinificazione. Il 50% circa della produzione afferisce al sistema cooperativo”.
La produzione vinicola italiana conta su un ricco panorama di 526 riconoscimenti comunitari: 408 e 118 Igp. Positivo è l’incremento di anno in anno delle produzione certificate che nel 2016 hanno sfiorato i 25 milioni di ettolitri (14,5 milioni di ettolitri Dop, 9,3 milioni di ettolitri di vino Igp imbottigliato e oltre un milione di ettolitri di ettolitri di Igp esportato sfuso). Nonostante questi volumi particolarmente importanti, si sottolinea ancora una forte potenzialità inespressa soprattutto nelle regioni del Sud”.
Sul fronte export, invece, l’Italia è il secondo esportatore di vino mondiale, alle spalle della Francia in termini di flussi in valore e della Spagna nei quantitativi esportati. “Le esportazioni italiane hanno raggiunto il record storico dei sei miliardi di euro (+6% sul 2016) con una ripresa anche delle esportazioni a volume attestate a 21,5 milioni di ettolitri. A trainare l’export - sottolinea Ismea - sono ancora una volta gli spumanti che nel 2017 hanno segnato progressioni ben superiori alla media del settore (+9% a volume e +14% a valore), anche se la crescita del segmento della spumantistica risulta rallentata rispetto agli anni precedenti. Il settore vinicolo italiano ha un peso del 15% sulle esportazioni agroalimentari italiane che nel 2017 hanno superato i 41 milioni di euro in aumento del 7% sull’anno precedente”.

Italia che, ricorda Ismea, è il primo esportatore in volume nei seguenti mercati di sbocco: Usa, Germania, Regno Unito, Svizzera e Canada. Mentre in valore, le cantine italiane sono prime in Germania, Russia, Svizzera. Nel Far East, l’export tricolore si colloca al quinto posto sia in volume sia in valore nel mercato Cinese, e ha raggiunto il terzo posto (sia nei quantitativi che nei flussi monetari) in Giappone. Il ruolo dei mercati extra Ue è molto cresciuto nel corso dell’ultimo decennio, passando dal 45% al 49% nel 2017 in valore e dal 27% al 34% nelle quantità. Nel complesso, il fatturato del settore vino in Italia, secondo Ismea, si stima intorno ai 13 miliardi, il 10% dell’intero settore agroalimentare.

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