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Italia Oggi

Vini spumanti, non passa lo straniero. Consumi su, specie al Nord. Nei locali vince il made in Italy. Report del Forum spumanti, con dati Istat, Ismea, AcNielsen, Nomisma, Salone del Vino e Coldiretti … Si bevono più bollicine italiane, anche a casa. Certo, non si tratta di un vero e proprio capovolgimento del mercato, ma il consumo di spumanti nostrani va decisamente meglio che in passato, pure all’estero. Si tratta probabilmente di uno degli effetti del successo continuo del cosiddetto Made in Italy agroalimentare così come del particolare buon andamento di tutto il mercato dei vini italiani. Ipotesi a parte, in ogni caso, i numero parlano chiaro, anche quando arrivano da fonti diverse.

A fare il punto sul mercato è stato un sondaggio del Forum Spumanti d’Italia. “Non c’è però una cultura al consumo quotidiano e continuo - precisa lo studio - e la bottiglia di spumante è ancora legata per l’80% ad occasioni di festa. Oltre il 70% del consumo totale di un anno avviene in neanche un mese”. Ma la ripresa dei consumi c’è anche se il mercato fornisce indicazioni differenziate per tipologia ma non per tendenza. Nei ristoranti e nelle enoteche il trend positivo è più per i vini rossi, nei bar, invece, oltre il 60% degli aperitivi è a base di vini bianchi e spumanti nazionali. A farne le spese i vini stranieri (champagne prima di tutto) e le birre.

I consumi per area geografica. Sempre dall’indagine del Forum Spumanti d’Italia (integrata con i sondaggi del 2005 di Istat, Ismea, AcNielsen , Osservatorio Salone del vino, Nomisma) i più forti consumatori di vino si sono collocati al nord Italia (con calo del consumo di champagne e vini esteri), mentre nel sud Italia vi è stato un aumento del numero dei consumatori di vino (con forte calo del consumo di birra e aumento di champagne). “Lo champagne - spiegano i tecnici del Forum - in proporzione al numero di consumatori, è più stappato a Palermo che a Torino e il consumo di bottiglie di bollicine francesi è concentrato in pochissimi locali alla moda e in un periodo di tempo molto ristretto”.

L’identikit del consumatore. Ma quale può essere la fotografia dei consumatori di spumante? I più forti consumatori di vino in generale sono fra i 35 e i 55 anni, mentre i maggiori consumi fuori pasto di Spumanti e vini si registrano nella fascia fra i 18 e i 35 anni. L’identikit del consumatore attento individua individua poi una persona sposata o divorziata, con più di 45 anni, senza figli, guadagno sicuro, che legge almeno un libro all’anno, non ama i superalcolici, non disdegna un sigaro ma non è dipendente, predilige le vacanze in campagna o in alberghi di charme.
E’ in forte crescita anche il numero di donne che si avvicinano al vino, soprattutto fra i 35 e 45 anni, single e amanti degli spumanti rosati (oltre il 55% delle intervistate). Lo spumante Rosè Brut (per il 30% degli intervistati al Forum Spumanti d’Italia) sarà anche il vino effervescente più richiesto nel 2006 perché più ricco di aromi, con un ampio abbinamento a tavola, ideale come aperitivo e di colore accattivante.
Circa i criteri di scelta, il consumatore standard italiano ha risposto (nel 64% dei casi) di non consultare le guide dei vini per gli acquisti, ma di fidarsi del passaparola di amici, di fare direttamente gli acquisti nelle cantine e in GDO. Il budget per il vino è limitato all’autoconsumo.

I canali di vendita. Per quanto riguarda, invece, i luoghi di acquisto, attualmente il 65% delle bottiglie di spumanti è acquistato nei supermercati. Sempre parlando dei canali di vendita, tuttavia, il Forum Spumanti d’Italia ha evidenziato come nel cosiddetta horeca - bar, ristoranti, alberghi - i consumi sono stabili, con lo champagne a + 6%, Franciacorta e Trento leggermente in crescita dell’1%. “Questo canale – spiega la nota del Forum – è molto stabile nei volumi dei consumi e nella composizione delle tipologie. Da anni il comparto è composto da Prosecco ( 30%), spumanti secchi (30%), spumanti dolci (20%), classici ed esteri (20%)”. Negli acquisti alla GDO-C&C (consumatore finale e dettaglio), infine, sono risultati in crescita ( + 5% cadauno) sia gli spumanti secchi che quelli dolci, mentre sono diminuite le vendite ( - 3%) di classici nazionali e di importazione.

Le vendite all’estero e quelle domestiche. Nel corso degli ultimi 12 mesi, sono stati osservati anche fenomeni di mercato particolari. E’ il caso, per esempio, del successo degli spumanti italiani in Svizzera e Giappone con circa un +10% di ordini rispetto all’anno precedente. Stabile, invece, il mercato tedesco, mentre il mercato Usa e quello inglese hanno registrato un aumento del 4%.
Situazione interessante anche per quanto riguarda il consumo domestico dove vincono gli spumanti secchi e brut con un + 9%, mentre gli spumanti dolci hanno subito un calo del 7 %, gli champagne del 8%, i cava del 15% e le etichette ottenute con il metodo classico Made in Italy del 3%.


Il caso delle bottiglie scomparse … Centinaia di bottiglie sparite in pochi giorni. Il fenomeno delle vendite di spumanti a Natale comporta anche questo: le ruberie di intere casse di etichette pregiate da parte di chi dovrebbe semplicemente consegnarle. A sollevare la questione è stato il sito web winenews.it che spiega: “Non esiste uno studio ufficiale in proposito, ma una buona percentuale degli eno-appassionati d’Italia è costituita dai corrieri. Non si spiegherebbe altrimenti lo strano fenomeno delle sparizioni di centinaia di bottiglie inviate dalle cantine del Belpaese come omaggio natalizio”. Un fenomeno che può far sorridere ma che sta creando più di un problema alle aziende vitivinicole. Le ruberie di spumanti, fra l’altro, sono diffuse lungo tutto lo Stivale e si notano perché le casse di vini pregiati si volatilizzano, risultando - spiegano a winenews.it - consegnate anche se nessuno le riceve. Da qui le contromisure delle cantine, almeno quelle più note: casse anonime per non rivelarne il contenuto a chi le maneggia, segnalazione al destinatario della prevista consegna. “Nessuno ovviamente - precisano i responsabili del sito - intende accusare in modo indiscriminato la categoria, qui stiamo parlando di una piccola fetta d’individui a fronte dei tanti che lavorano onestamente”. Ma il problema certamente esiste e inizia a farsi pesante.


Olimpiade delle bollicine … Ad Atene sono state fornite 10mila bottiglie, a Torino saranno 250mila. A tanto ammonta la fornitura ufficiale che Fontanafredda - una delle più note cantine italiane - ha stabilito per i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Un modo diverso, per l’agroalimentare italiano, di fare promozione praticamente in tutto il mondo. Le etichette che atleti e accompagnatori potranno assaggiare copriranno alcuni dei più bei nomi della vitivincoltura nazionale, spumanti compresi: Barolo, Barbaresco, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba, Roero Arneis, Gavi, Moscato d’Asti, Asti, Piemonte Brut Metodo Classico e Alta Langa Brut. Inoltre l’azienda ha anche siglato l’accordo come Licenziatario Ufficiale del marchio Torino 2006, sempre per la categoria “vini e spumanti”. Ciò consentirà a Fontanafredda di produrre e commercializzare etichette esclusivamente dedicate all’evento. Le etichette delle “bollicine”, in particolare, sono generiche e celebrative della XX edizione delle Olimpiadi Invernali. Il tema grafico scelto per le etichette dei vini rossi, invece, riporta direttamente ai Giochi Invernali: si tratta infatti di disegni che ritraggono atleti impegnati nello sci alpino e nel pattinaggio.


A dicembre nei flute centinaia di milioni … Per gli spumanti italiani quelle del 2005 sono state davvero feste importanti. Il consumo delle bollicine nostrane, infatti, è cresciuto notevolmente a conferma di un andamento di mercato favorevole. Secondo l’analisi dei dati effettuata dal Forum Spumanti d’Italia, infatti, le vendite natalizie hanno fatto registrare un ulteriore balzo in avanti con una spesa di centinaia di milioni di euro.

In dicembre - stando ai dati Coldiretti-Forum - gli italiani avrebbero speso quasi 1,5 miliardi di euro solo per i prodotti Doc e Dop nazionali, di cui il 40% per vini e spumanti. Il 97% delle bottiglie acquistate alla vigilia di Natale per i brindisi e regali domestici è costituito da vini e spumanti nazionali, in calo - invece - i superalcolici, gli amari e i marchi stranieri. Secondo altre rilevazioni Ismea-Ac Nielsen (partner dell’Osservatorio Forum Spumanti d’Italia) ben 6 bottiglie su 10 acquistate nel mese di dicembre sono state di spumanti dolci e aromatici nazionali (Asti docg e Prosecco doc Conegliano Valdobbiadene in testa con 30 milioni di bottiglie). Tutto ciò mentre è stato registrato un forte calo di tutti i prodotti di lusso e d’importazione, come indicano i dati Istat e il sondaggio di fine anno di Coldiretti: dal meno 12% di salmone e spumanti stranieri al meno 3% per ostriche e caviale.

“Nelle case degli italiani - spiega una nota del Forum - sono saltati in 15 giorni più di 70 milioni tappi fra acquisti e regali e altre 15 milioni bottiglie sono state consumate fuori casa nei ristoranti e alberghi per una spesa globale di circa 850 milioni di euro”. Tutto, probabilmente, anche in virtù del fatto che, stando sempre ad una indagine svolta dal Forum Spumanti d’Italia, i prezzi al consumo di spumanti e champagne nella grande distribuzione non sono pressoché aumentati dal 2004. Probabilmente anche per questo, la bottiglia di vino e di spumante è stato il regalo natalizio più diffuso nel 2005 con un incremento di vendite del 2,5% ( + 0,3% per il vino italiano in generale, + 1% per i vini doc e bianchi e +4% di Spumanti). Ma dalla riscossa delle bollicine fra Natale e fine anno, sembra abbiano beneficiato anche gli altri vini. Stando sempre alle indicazioni del Forum Spumanti d’Italia, infatti, i vini Docg-Doc hanno fatto registrare una forte ripresa rispetto ai vini da tavola comuni e non di marca. (arretrato di "Italia Oggi" del 14 gennaio 2006)

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