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MADE IN ITALY

Italian Sounding: truffa sul Parmigiano Reggiano da Selfridges, tempio dello shopping di Londra

Scoperto dal Consorzio un prodotto che richiamava la denominazione ma non era nemmeno formaggio, prontamente rimosso dagli scaffali
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Italian Sounding: truffa sul Parmigiano Reggiano da Selfridges, tempio dello shopping di Londra

La contraffazione del made in Italy e l’Italian Sounding, che secondo diverse analisi valgono oltre 100 miliardi di euro (a fronte di 42 miliardi all’anno di export “legale” di wine & food dal Belpaese) prendono sempre nuove strade, sofisticate ed insospettabili. Come quella scoperta dall’azione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha portato alla scoperta di un prodotto che strizzava l’occhiolino alla denominazione, ma che non era neanche formaggio, venduto in uno dei templi dello shopping di Londra, i grandi magazzini Selfridges.
“L’etichetta nera appiccicata sul vasetto di vetro riportava la scritta “grated italian style Parmesans”, ma il luogo di produzione indicato sul retro è apparso da subito molto lontano dall’area di origine prevista dal disciplinare della Dop: Handmade in London - “fatto a mano a Londra”. Sono questi i due elementi che hanno permesso al Consorzio Parmigiano Reggiano di individuare l’ennesimo caso di violazione della Dop e di intervenire per ritirare il prodotto illegale dal mercato. A seguito di questo intervento, l’azienda inglese ha immediatamente accolto le richieste del Consorzio sostituendo il nome del prodotto in etichetta, eliminando qualsiasi riferimento alla Dop”, spiega una nota del Consorzio.
Sono oltre 2.000 le ispezioni che il Consorzio Parmigiano Reggiano opera ogni anno in altrettanti punti vendita distribuiti in 61 città di 27 Paesi esteri per individuare i casi di potenziale contraffazione del prodotto Dop. In questo caso, il produttore ha utilizzato indebitamente una variante del termine parmesan per creare il gioco di parole “Parmesans”, ossia “senza - parmesan”. Il prodotto, si è poi scoperto leggendo l’etichetta, non conterrebbe nemmeno formaggio ma un mix di anacardi, lievito nutrizionale, sale dell’Himalaya, aglio e olio tartufato.
“L’uso del nome “Parmesans” sulla confezione contestata evocherebbe la denominazione Parmigiano Reggiano con conseguenze potenzialmente lesive della reputazione della Dop e del Consorzio, creando confusione per i consumatori. Ricordiamo infatti che, come stabilito nel 2008 dalla Corte di Giustizia Europea, solo il formaggio Parmigiano Reggiano Dop può essere venduto con la denominazione “parmesan” all’interno dell’Unione Europea. Con questa sentenza storica, la Corte ha voluto tutelare non solo i produttori della Dop ma anche i consumatori, che hanno così ottenuto una forte garanzia di tracciabilità e sono tutelati da denominazioni fuorvianti sul mercato”.

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