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ITALIAN WINE & FOOD INSTITUTE: NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2009, L’ITALIA VINICOLA ARRETRA NEGLI USA. L’ITALIA PERDE IL SUO PRIMATO DI PRIMO PAESE ESPORTATORE. LA CLASSIFICA E’ ORA GUIDATA DALL’AUSTRALIA

Italia
Lucio Caputo e Jacopo Biondi Santi

Le importazioni vinicole Usa dai paesi europei, e dall’Italia in particolare, hanno subito un brusco arresto nel primo quadrimestre dell’anno, arretrando di diversi punti percentuali. Lo comunica oggi l’Italian Wine & Food Institute, condotto da Lucio Caputo e Jacopo Biondi Santi.

L’Italia, con una riduzione del 10,8% in quantità e del 21,1% in valore, ha perso il primo posto in quantità, con, inoltre, una riduzione di 8 punti nella sua quota di mercato, nonostante abbia mantenuto quello in valore fra i principali paesi fornitori del mercato statunitense. L’Australia con un aumento del 58,6% in quantità e una diminuzione del 3,2% in valore - nonostante il notevole aumento in quantità - guida ora saldamente la classifica dei principali paesi esportatori verso gli Usa.

La tendenza che emerge, in questo primo quadrimestre 2009, sempre secondo l’Italian Wine & Food Institute, è che il consumo complessivo dei vini continui ad aumentare in quantità pur diminuendo in valore (+19,3% in quantità e -14,4% in valore nei primi 4 mesi 2009 rispetto al corrispondente periodo 2008) adeguandosi alle richieste dei consumatori che non rinunciano al vino ma privilegiano quello a basso prezzo.

Si sta assistendo quindi ad un notevolissimo spostamento verso i vini a basso prezzo. Questa svolta ha favorito principalmente l’Australia e di conseguenza anche gli altri paesi tradizionalmente produttori di vini di prezzo medio-basso quali il Cile, l’Argentina e la Nuova Zelanda che hanno avuto tutti notevoli aumenti in quantità.

Notevolmente colpiti, sempre secondo la nota dell’Italian Wine & Food Institute, i paesi europei che, penalizzati dall’euro e dai loro alti costi di produzione, hanno subito anche notevoli riduzioni in valore (-21,1% l’Italia, -39,1% la Francia, -28,8% la Spagna e -21,2% la Germania) esportando vini di più basso prezzo. Indicativo il paragone fra i costi medi al litro, rilevati all’origine, per i vari vini che sono alla base del significativo spostamento verificatosi in questo inizio di anno che vede la Francia e l’Italia rispettivamente a 8,29 dollari ed a 4,72 dollari al litro contro il Cile a 2,05 dollari al litro, l’Australia a 2,13 dollari al litro e l’Argentina a 2,16 dollari al litro). Parallelamente si sta verificando un notevole incremento nell’esportazione di vino sfuso a bassissimo prezzo da parte di Argentina, Cile e Australia (al prezzo medio di rispettivamente 0,46 dollari, 0,47 dollari e 0,64 dollari al litro).

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