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L’ARTISTA FRANCESE BERNAR VENET FIRMA L’ETICHETTA DI CHÂTEAU MOUTON ROTHSCHILD MILLESIMO 2007, ARRICCHENDO L’“ART ET L’ETIQUETTE”, CON CUI L’AZIENDA DI PAUILLAC RACCONTA NON SOLO LA STORIA DI UN GRANDE VINO MA ANCHE L’ARTE CONTEMPORANEA

Italia
L'etichetta di Mouton Rotschild 2007

Bernar Venet è l’artista che ha firmato l’etichetta di Château Mouton Rothschild millesimo 2007, ovvero dell’annata che si appresta ad entrare in commercio nel 2010. Il pittore, scultore e grafico francese, celebre in tutto il mondo per i suoi monumenti del ciclo “Lines”, che punteggiano il paesaggio urbano di molte città di Stati Uniti, Germania, Giappone e Francia, è l’ennesima firma di fama mondiale ad arricchire “L’Art et l’Etiquette”, l’ormai storica “galleria” che racconta non solo la storia di uno dei più importanti vini al mondo, ma anche un frammento non piccolo della storia dell’arte contemporanea.

Ogni anno dal 1945, l’etichetta dello Château Mouton Rothschild è illustrata con l’opera di un pittore contemporaneo. Già nel 1924 il Barone Philippe de Rothschild (1902-1988), padre della Baronessa Philippine (attualmente alla guida di Château Mouton Rothschild), per salutare la prima “mise en bouteilles au château” aveva chiesto al famoso illustratore Jean Carlu di realizzare l’etichetta del Mouton. Questa iniziativa, forse troppo precoce, rimase, però, senza seguito. Nel 1945, questa volta per celebrare la pace riconquistata, il Barone Philippe de Rothschild decise nuovamente di decorare l’etichetta del millesimato con una”V”, l’iniziale della parola vittoria, disegnata da Philippe Jullian. Da questa circostanza eccezionale nacque una tradizione che, a partire da quell’anno, si ripete ad ogni vendemmia con un diverso artista invitato a creare un’opera unica per decorare questa etichetta.

Nei primi anni il Barone scelse gli artisti tra i suoi amici personali, tra i quali: Jean Hugo, Léonor Fini, Jean Cocteau ed altri. Nel 1955, Georges Braque accettò di illustrare il millesimato. A lui si unirono in seguito i più grandi artisti della nostra epoca fra cui: Dali, César, Miró, Chagall, Piacasso, Warhol, Soulages, Bacon, Balthus, Tàpies. Così si è creata un’originale collezione che si arricchisce ogni anno di una nuova opera. Dopo la morte di suo padre, responsabile della scelta degli artisti è diventata dal 1981 la Baronessa Philippine, che ha coinvolto in questo progetto artisti come, tra gli altri, Haring e Baselitz, Bacon e Balthus.

Nel 2008 è stato scelto l’artista italiano Giuseppe Penone, che ha realizzato l’etichetta per il millesimo 2005, mentre nel 2009 è stata la volta dell’artista britannico Lucian Freud, che ha firmato l’annata 2006. La libertà creativa degli artisti è pianamente rispettata, anche se molte delle opere si ispirano a temi comuni, come: la vigna, il piacere del bere, l’emblema dell’ariete che caratterizza la Maison ed altri. Chi dipinge l’etichetta non riceve un compenso in denaro, ma casse di Mouton Rothschild e ciò contribuisce a fargli considerare questo vino un po’ come il loro “personale” millesimato. Da una ventina d’anni, per volere della Baronessa, questa raccolta di etichette è diventata una vera e propria collezione d’arte dal nome “Mouton Rothschild, L’Art et l’Etiquette” che viene accolta in numerosi musei nel mondo.


La storia - Château Mouton Rothschild

Nel 1853, il barone Nathaniel de Rothschild comprò, nel Medoc, e precisamente nei pressi di Puillac, Brane-Mouton e lo ribattezzò Mouton Rothschild. Nel 1922, il pronipote barone Philippe si prese in carico il destino della proprietà, che attualmente conta su 84 ettari di vigneto. Il suo “regno” fu marcato da uno spirito imprenditoriale e innovatore: costruzione del “Grand Chai” (cantina, nel 1926); acquisizione del vicino Cru Classé, Château d’Amailhac (1933), acquisizione di un’azienda di commercializzazione di vini oggi Barone Philippe de Rothschild S.A. e la creazione di Mouton Cadet; apertura del Museo dell’Arte Vinicola (1962); acquisizione dello Château Clerc Milon, altro Cru Classé (1970); riconoscimento ufficiale di Mouton Rothschild come Premier Cru (1973), l’unica modifica avvenuta fino ad oggi alla celeberrima classificazione del 1855; creazione del primo vino di qualità francocaliforniano, Opus One, in partnership con Robert Mondavi (1979). Dalla morte di suo padre, la baronessa Philippine gli è succeduta come proprietaria dei tre grandi Châteaux di famiglia ed è diventata presidente del Baron Philippe de Rothschild S.A


Il profilo - Chi è Bernar Venet

Lo scultore, pittore e grafico francese Bernar Venet è nato a Chateau-Arnoux-Saint-Auban, un villaggio dell’Alta Provenza nel 1941. All’età di diciassette anni, una precoce vocazione artistica lo ha portato a Nizza, dove ha studiato disegno. Comincia a farsi notare nel 1963 con i suoi dipinti realizzati con catrame o con rilievi monocromatici in cartone. Le sue tele completamente nere di catrame diventano una sorto di simbolo del suo messaggio artistico: “il nero rappresenti il rifiuto del gusto per la comunicazione facile ed ovvia”. Durante gli anni ’60, divenuto ormai esponente di primo piano dell’arte concettuale, Venet scopre la vera fonte di ispirazione per il suo lavoro futuro: il diagramma matematico, i cui assi, curve ed equazioni ha riprodotto su tela. Dopo l’attenzione dedicata al linguaggio e alle funzioni matematiche, nel 1967 Venet sviluppa ulteriormente il suo lavoro concettuale e crea delle opere “non visive” su banda magnetica. Tra il 1971 e il 1975, interrompe completamente la sua attività creativa, per prendersi una lunga pausa dedicata alla riflessione e all’insegnamento alla Sorbona. Il 1976 segna per l’artista francese un nuovo punto di partenza. Dividendo il suo tempo tra New York e la Provenza, dove nella sua proprietà a Le Muy progetta la creazione di uno straordinario museo personale, Venet inizia a studiare un nuovo materiale, le barre di acciaio grezzo, cogliendone le loro potenzialità monumentali e presentando tele e sculture sul tema della linea. Realizza nel 1979 le sua prime sculture D’Arcs et D’Angles (di Archi ed Angoli) e definisce nel 1983 “la struttura di base delle sue linee indeterminate”, che definirà il suo ciclo forse più noto: “Lines”. Il suo successo è mondiale; riceve numerose commesse pubbliche ed installa le sue sculture monumentali nel cuore di molte città: Colonia, Ginevra, Nizza ed altre. Nel 1991 lavora ad un ciclo di rilievi composti da frecce, direzioni arbitrarie e simultanee. Nel 2000 crea delle “pitture murali” con equazioni matematiche prese in prestito da opere scientifiche, tracciate in nero su fondi uniformi di colori vivi, a volte associati ad una figura. Con questi “segni”, l’artista esprime il desiderio di tenere le distanze “dal campo convenuto delle arti plastiche”. Nel 2003 i suoi “Archi” sono installati nel giardino delle Tuileries a Parigi. Altre due tappe significative della sua carriera arrivano nel 2009 con la sua mostra “Disorder” a Bruxelles e la sua partecipazione alla Biennale di Venezia. Bernar Venet vive e lavora a New York e nella Francia del sud. Deluso dalle convenzioni dell’arte francese che considera “stantie”, è affascinato invece dal formalismo americano. Prendendo a prestito la suggestione della curvatura di una botte, gli archi che Venet ha elaborato per il Mouton 2007 evocano calici radicata nella terra e aperti ai preziosi doni provenienti dall’alto.

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