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L’ENOTURISTA STRANIERO CONOSCE IL VINO ITALIANO, MA NON IL TERRITORIO. VALENTINO VALENTINI, PRESIDENTE CITTÀ DEL VINO: “VOGLIAMO IL RILANCIO DEL TURISMO ENO-GASTRONOMICO … PIÙ RISORSE, PIÙ INNOVAZIONE, PIÙ RETE E QUALITÀ”

Sono di fascia alta per cultura e capacità di spesa, conoscono i vini ma ancora poco i nostri territori. Le destinazioni più conosciute dagli statunitensi sono la Toscana e Montalcino, le aree di Barolo e Barbaresco. Però cominciano a spuntare anche i nomi dell’Amarone della Valpolicella, del Sagrantino di Montefalco e della Maremma. Ma, stando ai tour operator del Forum della Borsa internazionale dell’Enogastronomia di Riva del Garda, non si conoscono i luoghi di origine. Una scarsa conoscenza dei territori che si spiega però, secondo le Città del Vino, con il fatto che l’intermediazione passa ancora dai tour operator, ma non dalle realtà enoturistiche del nostro Paese, perché non ancora in grado di mettersi in gioco “autonomamente”.
C’è però il fenomeno in controtendenza della Scandinavia, dove si vanno sviluppando i wine club, associazioni di appassionati ed esperti che quando organizzano la loro vacanza nell’Italia del vino si rivolgono all’agenzia di viaggi solo per l’acquisto di servizi e per il pernottamento alberghiero, mentre per le visite in cantina e gli itinerari del gusto prevale il “fai da te”. Naturalmente ci si serve soprattutto di Internet, motivo per cui secondo Città del Vino per rilanciare il turismo enogastronomico italiano, soprattutto all’estero, si rende più urgente un portale unico che aggreghi l’offerta del nostro Paese.
Infine gli italiani. Secondo i tour operator olandesi, belgi, inglesi e statunitensi, gli italiani cominciano a guardare verso nuove regioni vitivinicole, come l’Umbria, la prima regione emergente . Il turista che chiede il prodotto enogastronomico, secondo l’analisi degli operatori, l’ha conosciuto principalmente attraverso il viaggio d’arte in Italia. L’olio invece non si presenta come un prodotto d’appeal, da motivare una vacanza, ma viene scoperto come parte integrante di un paniere di prodotti tradizionali.
“Il turismo enogastronomico - ha dichiarato Valentino Valentini, presidente di Città del Vino - può rilanciare il turismo italiano. Cresce la domanda all’estero di pacchetti legati al vino e ai sapori. Emerge anche che c’è bisogno di una maggiore specializzazione dei territori per proporre offerte concorrenziali e competitive, e questo sarà un elemento di riflessione per dare servizi adeguati ai nostri Comuni e alle Strade del Vino. Ma, per essere vincenti, le Strade del Vino devono avere una forte identità, essere riconoscibile e ben organizzate. Le parole chiave del successo del turismo enogastronomico si possono riassumere così: più risorse, più qualità, più rete e più innovazione”.

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