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L’ETILOMETRO NEI LOCALI È ORMAI OBBLIGATORIO, MA LA “SCINTILLA” CON I CLIENTI NON SCOCCA. POCHI LO USANO, PERCHÉ NON VIENE ANCORA RECEPITO IL MESSAGGIO CHE L’ETILOMETRO NON È SIMBOLO DEL DIVIETO, MA STRUMENTO PER BERE RESPONSABILMENTE

I locali che restano aperti oltre la mezzanotte devono avere i famosi “precursori”, gli etilometri per chi vuole conoscere il proprio tasso alcolemico, prima di mettersi alla guida. Ma come è stata recepita la nuova normativa, tanto dai gestori, quanto dalla clientela? Lo dice, a WineNews, Michele Colangelo, responsabile vendite della Draeger Safety Italia, azienda leader per gli etilometri e fornitrice ufficiale della Polizia italiana. “Ristoranti ed esercizi, perlopiù, optano per precursorici chimici (palloncino), più economici, anche perché in attesa di vedere come evolverà la situazione, dato che siamo ancora nella fase iniziale dell’attuazione della legge. Molto, comunque, dipende dal tipo di locale: quelli di “fascia alta” preferiscono i dispositivi elettronici”. Ora, la legge non obbliga a fornire gratis il servizio ai clienti. “Alcuni locali lo includono nel costo del servizio, ma molti lo offrono a pagamento, in media a 1 euro”. Ma il problema è, secondo Colangelo, la scarsa diffusione della cultura dell’etilometro tra i consumatori. “Sono pochi quelli che lo usano, è uno strumento che viene visto ancora con sospetto, come un qualcosa che vuole modificare gli stili di vita. L’opinione pubblica stenta a recepire il messaggio più importante: che l’etilometro, al contrario, serve a monitorare i propri limiti. Non introduce la cultura del divieto, ma quella del bere con responsabilità. Perciò è fondamentale diffondere conoscenza e informazione”.

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