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L’EUROPA GUARDA ALLA PAC POST 2013 ED I VIGNAIOLI INDIPENDENTI GRIDANO: “CI SIAMO ANCHE NOI”. IL PRESIDENTE CHARRERE: “SI VA VERSO LA CONCENTRAZIONE DELLE RISORSE E DELLA RAPPRESENTANZA PER LE GRANDI PRODUZIONI. DOBBIAMO EVITARLO”

La discussione sulla riforma della Pac post 2013 è sempre più impellente. Ma non riguarda solo la nuova ripartizione del bilancio comunitario destinato all’Agricoltura o le modalità di finanziamento dei vari stati. Sul piatto ci sono anche i contributi che l’Ue concede alle varie organizzazioni di categoria nazionali. E, in questo senso, la Commissione Europea ha chiesto ai Ministeri dell’Agricoltura di ogni Stato membro di stilare una lista di associazioni di produttori o organizzazioni interprofessionali di filiera accreditate dal Ministero stesso, sulla base della quale l’Unione stabilirà quali far entrare nei sui flussi di finanziamento a seconda che vengano soddisfatti alcuni criteri, come la rappresentatività di una quota minima di operatori o di produzione, e così via.
Una partita della quale vuole essere anche la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi), guidata da Costantino Charrere: “la Commissione - spiega a WineNews - vuol far entrare in questa lista le organizzazioni ch rappresentano la concentrazione dell’offerta, quindi le grandi organizzazioni, mettendo paletti di ingresso, come il numero minimo partecipanti o di superficie coltivata, e questo secondo noi va contro quello che è il riconoscimento dell’Europa dei territori e delle piccole produzioni, dell’Italia delle piccole produzioni. Non dimentichiamo che il sistema produttivo del vino in Italia si regge al 75% su piccole aziende che gestiscono e operano sul territorio, e non riuscire ad entrare in questa dinamica significa lasciare che il territorio sia depredato. Noi come Fivi ci opponiamo a questo, vogliamo che la rappresentatività sia garantita a tutti, e anche a noi, che siamo un gruppo di 600 aziende in Italia, con un fatturato di 500 milioni di euro”.
Un messaggio contenuto anche in lettera che la Fivi, in linea con le altre associazioni simili riunite nella Cevi, la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti, ha inviato al Ministero dell’Agricoltura, per chiedere di essere inseriti nella lista che, di fatto, determinerà chi avrà accesso o meno ai fondi Ue.
“L’Italia deve far sentire la voce della piccola e media impresa, che è quella che opera sul territorio e lo gestisce, e porta avanti la rivendicazione di una caratteristica strutturale italiana e non solo. Se non facciamo questo, andremo a scontrarci con le grandi produzioni mondiali dove il territorio è latifondo, globalizzazione, perdita di identità e di indicazione della materia prima. È una deriva che dobbiamo combattere, ne va della sopravvivenza dell’agroalimentare europeo. Il problema è grosso, e chi è nella stanza dei bottoni non ha questa sensibilità. E ora le dinamiche europee sono guidate soprattutto dal Nord Europa, e il bacino del mediterraneo rischia veramente di essere tagliato fuori.
Per ora quello della Commissione è un orientamento - precisa Charrere - perché si deve legiferare ancora su questo, altrimenti non saremmo qui a discuterne. Vogliamo agire perché tutto questo non avvenga, e anche i piccoli produttori di vino e di agroalimentare in genere possano essere rappresentati”.

Focus - La lettera dei Vignaioli Indipendenti al Ministero delle Politiche Agricole
Egregio Signor Ministro,
Nel quadro della linea di consultazione condotta dalla Commissione Europea Agricoltura verso gli Stati Membri, per ciò che concerne il tema delle Organizzazioni dei Produttori e delle Organizzazioni Interprofessionali della filiera Vitivinicola, ci rendiamo disponibili ad comunicarLe il Nostro pensiero costruttivo.
I Vignaioli Indipendenti Italiani, rappresentati dalla Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), la Nostra Associazione di filiera, sono attivi ed importanti attori della vitalità e della crescita del settore Vitivinicolo del nostro Paese. In quanto tali, consapevoli degli orientamenti normativi che l’Europa propone agli Stati membri, desideriamo renderLa partecipe di alcune Nostre riflessioni che riguardano le organizzazioni dei Produttori e le Organizzazioni Interprofessionali nella filiera Vitivinicola Italiana. In tal senso, ci appelliamo al Suo sostegno per portare la Ns. analisi presso le Autorità Comunitarie. Le varie e differenziate espressioni ed esigenze del settore vitivinicolo Italiano, implicano la necessità di riconoscere il ruolo che la Fivi stessa svolge fra le Organizzazioni dei Produttori nel nostro Paese.
Limitare il riconoscimento e quindi la rappresentatività alle sole organizzazioni di commercializzazione e di concentrazione dell’offerta, o ancora definire la fissazione di soglie di ingresso (in termini di numero di soci e/o di volumi di produzione), così come paventato in questa prima fase di consultazione, risulterebbe pregiudizievole allo sviluppo e alla competitività delle imprese rappresentate dalla Nostra organizzazione di filiera. Per quanto ci concerne, siamo certi che la logica progettuale deve stare alla base del riconoscimento funzionale e rappresentativo delle Organizzazioni dei Produttori. La presenza di organizzazioni dei Produttori, partecipate da innumerevoli imprese di filiera, come la nostra Fivi, è una leva di sviluppo economico, innovativo, competitivo, da riconoscere e da sostenere con certezza. Per il tema riguardante le Organizzazioni Interprofessionali, la regolamentazione Comunitaria prevede che gli Stati Membri riconoscano le Organizzazioni che “raccolgono dei rappresentanti delle attività economiche legate alla produzione, al commercio o alla trasformazione “ dei prodotti del settore vitivinicolo (articolo 123 paragrafo 3 a) del Regolamento CE 1234/2007 ).
Questo aspetto di rappresentatività è il Nostro fondamento costitutivo: I vignaioli indipendenti, attori trasversali del sistema, sono produttori di uve, vinificatori, e commercializzano i vini prodotti, praticando quindi tutte e tre le funzioni previste dalla norma, non una esclusa. Chiediamo quindi Signor Ministro, di essere presenti, all’interno delle Organizzazioni Interprofessionali . Siamo certi di poter portare a tali organizzazioni un contributo di qualità e di dinamismo, a favore di tutte le azioni e misure messe in opera, nel contesto Italiano ed Europeo. Siamo a Sua disposizione per tutte le informazioni complementari su questo argomento, e La preghiamo, Signor Ministro, di accogliere l’espressione della nostra più alta considerazione.
Il presidente Fivi - Costantino Charrere

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