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L’IMPORTANZA DEL LEGAME TRA VITIGNO E TERRITORIO È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE E SI TRASMETTE DAI VITIGNI AI DISTILLATI. UNA TENDENZA DI CUI MASCHIO BONAVENTURA, GRIFFE DELLA DISTILLERIA ITALIANA, È GRANDE AMBASCIATRICE …

Italia
Anna Maschio

Lo Zibibbo di Pantelleria di Donnafugata, il Sagrantino di Montefalco di Marco Caprai, il Sangiovese che dà origine al Brunello di Montalcino di Castello Banfi, le Uve da cui nasce l’amarone di San Pietro Cariano di Emilio Pedron; e ancora il Nero d’Avola di Planeta e l’Aglianico di De Conciliis: uve che danno vita a vini che sono ambasciatori dei più importanti territori italiani, ma dai quali nascono anche distillati d’uva del tutto particolari, e che sono la spia di come il concetto e il valore del legame tra vitigni e terroir si stia estendo dal vino ai distillati stessi.
A parlarne a WineNews è Anna Maschio, “prima donna” dell’azienda di famiglia, la trevigiana Bonaventura Maschio (www.primeuve.com), firma di punta della distilleria italiana.

Una tendenza che sta crescendo, dunque?
“Lo è senz’altro - risponde Anna Maschio -, e per quello che riguarda la nostra distilleria lo è fin dal primo giorno, perché anche nei nostri prodotti che sono le bandiere e le colonne portanti dell’azienda, noi abbiamo selezionato sempre e comunque vitigni che fossero estremamente legati al nostro territorio, tipici della zona dove viviamo, dove lavoriamo e che ci rappresenta. A maggior ragione questo è vero quando si va a parlare di distillazione di uve cru, e ancora di più se si parla del progetto “Prime” e quindi della distillazione di uve di pregiatisi e rarissimi e preziosi vitigni italiani che noi realizziamo in collaborazione con alcuni dei produttori di questi vini più prestigiosi e più rappresentativi del nostro Paese”.
Ci sono novità all’orizzonte su questa linea?
“La nostra ambizione era quella di arrivare ad avere, non dico una copertura a tutto il territorio nazionale, ma a cercare di dare stessa attenzione a tutte le aree, l’idea rimane quella, anche se indubbiamente i tempi non sono rapidissimi, perchè sono distillati estremamente preziosi e che vengono studiati in maniera molto accurata prima di arrivare alla loro commercializzazione, e il tipo di lavoro che richiedono non ci permette di lanciare un prodotto nuovo all’anno. Stiamo comunque lavorando in questa direzione, e speriamo di poter ampliare presto la nostra offerta”.
Se Anna Maschio dovesse scegliere un nuovo vitigno, una nuova sfida da affrontare, cosa preferirebbe?
“Non saprei dirne una piuttosto che un’altra, anche se adesso mi piacerebbe qualcosa di molto aromatico. Anche perché fino ad ora, e continueremo a farlo perché ci piace e perché ci crediamo, ci siamo dedicati a distillati ricavati da uve a bacca rossa di grande pregio, e quindi affinamenti nelle barrique che avevano contenuti i vini specifici, dopo tanto tempo per cui adesso avrei voglia di una sfida su un super-aromatico, una bacca bianca molto aromatica”.

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