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L’INTERVENTO - EDOARDO NARDUZZI (AD SYNCHRONYA): “LA CRISI LANCIA I “WINE FUNDS” COME VERO INVESTIMENTO ALTERNATIVO. PIÙ COMPLESSE E PROFONDE SONO LE CRISI FINANZIARIE, MAGGIORI SONO GLI SPAZI DI AFFERMAZIONE DEGLI INVESTIMENTI ALTERNATIVI”

Italia
Edoardo Narduzzi, Ad Synchronya

Più complesse e profonde sono le crisi finanziarie, maggiori sono gli spazi di affermazione degli investimenti alternativi. Quando azioni ed obbligazioni, più o meno tradizionali, subiscono perdite a doppia cifra come conseguenza della recessione - il Morgan Stanley World Index ha perso circa il 40% nel 2008 - gli investitori possono orientarsi ad analizzare tipologie di titoli peculiari capaci di offrire un hedging effettivo all’andamento degli indici azionari o addirittura un rendimento positivo. E’ il caso, ad esempio, dei fondi di investimento specializzati nel settore vinicolo.
Si tratta di intermediari che emettono quote garantite dalle bottiglie di vini pregiati posseduti dal fondo e che garantiscono il valore del certificato emesso. Solitamente investono solo nei vini dei grandi chateaux di Bordeaux quali Petrus, Cheval Blanc o Margaux anche se una parte del portafoglio può essere destinata a selezionati investimenti nelle grandi bottiglie di Borgogna, nei superTuscany o nei piemontesi più rinomati nel mondo.
Negli ultimi 18 mesi sono nati diversi wine fund e la loro performance nel 2008 è di tutto rispetto. L’Arch Wine Fund di Londra, ad esempio, è salito dello 0,5% conservando in pieno tutto il valore del capitale investito e recuperando quasi completamente l’inflazione. Quindi, in termini reali, ha offerto una copertura quasi ottimale al patrimonio degli investitori. Meglio ha fatto l’Elite Advisers Nobles Crus del Lussemburgo che ha visto il proprio valore apprezzarsi del 20%, mentre il Vinum Fine Wine Fund di Guernsey, a fine novembre, perdeva su base annua il 3,1% ma ha saputo guadagnare nei mesi più difficili della crisi finanziaria: +12% in settembre, +15% in ottobre e +2% in novembre.
L’andamento e i rendimenti dei primi fondi vinicoli dimostrano, insomma, che questa tipologia di asset è davvero alternativo per gli investitori: non segue il ciclo normale degli indici di borsa e quindi agisce, un po’ come fa l’oro, da strumento ottimale di hedging di portafoglio.
Ma cosa determina il rendimento di un wine fund? Al pari di un fondo specializzato in investimenti azionari, il valore e il rendimento nel tempo di un fondo vinicolo è correlato alla diversificazione di portafoglio fatta dal gestore. In pratica dalla capacità di scegliere le bottiglie e le annate più capaci di altre di produrre guadagni in conto capitale nel corso del tempo. Poiché il vino non distribuisce dividendi ed ha un costo gestionale legato alla sua conservazione è ovvio che il guadagno per l’investitore risiede tutto nella rivalutazione, anno dopo anno, delle bottiglie selezionate e tenute in cantina. Ma nel vino, come nel caso dei fondi azionari, al margine la differenza la fanno anche le bottiglie meno blasonate. E’ presumibile, infatti, che tutti i fondi allochino una parte del patrimonio gestito comprando bottiglie super affermate e dal blasone mondiale come appunto quelle dei grandi castelli bordolesi. La rivalutazione del prezzo e del valore di queste bottiglie in qualche modo dovrebbe beneficiare senza distinzione tutti i fondi vinicoli. Il differenziale nel rendimento sarà perciò prodotto dalle bottiglie meno decantate o battute alle aste londinesi o newyorchesi rappresentanti i produttori bordolesi meno status symbol, quelli di Borgogna o di altre regioni pregiate del mondo vinicolo internazionale.
Comunque sia stavolta la profondità della crisi finanziaria ha aperto una finestra strategica all’affermazione dei wine fund che da anni tentano di ritagliarsi uno spazio stabile nel business degli investimenti alternativi. Ma, quando le borse crescono senza troppe paure, proporre ed affermare investimenti innovativi basati su beni originali è indiscutibilmente non facile. Gli investitori preferiscono stare sui titoli tradizionali.
Quando i tassi reali si fanno negativi e la liquidità non rende più nulla mentre gli investimenti in azioni sono eccessivamente volatili, allora i fondi alternativi diventano una interessante classe di asset allocation. E per gli investitori più patrimonializzati una opportunità permanente di collocare una percentuale del proprio portafoglio in uno strumento come il vino davvero anticiclico. Durante le crisi, del resto, la fisicità di un bene rassicura tutti anche i risparmiatori disorientati.
Edoardo Narduzzi
Ad Synchronya - www.synchronya.com  

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