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L’UVA D’ORO DI VENEZIA TORNA A RISPLENDERE: DOMANI DI SCENA LA VENDEMMIA A MAZZORBO CON IL GOVERNATORE DEL VENETO ZAIA E IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE DI VENEZIA BARATTA. LA MADRINA E’ ISABELLA RAGONESE, TESTIMONIAL DEL “FESTIVAL DEL CINEMA”

Italia
Ecco una veduta di Venissa

Torna a risplendere l’Uva d’Oro, o Dorona, antica uva delle isole della laguna di Venezia, riscoperta e salvata dall’oblio e forse dalla scomparsa grazie all’impegno di Veneto Agricoltura, del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano e di imprenditori privati. Nel contesto del progetto di recupero della tenuta oggi chiamata Venissa, di proprietà del Comune di Venezia, che sorge nell’isola lagunare di Mazzorbo, è stato ricreato un vigneto di quest’uva, la cui vendemmia prenderà il via domani.

A tagliare i primi grappoli, domani mattina, saranno il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia e il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, affiancati dai ragazzi down dell’Associazione Persone Down della Marca Trevigiana, già esperti vignaioli, enologi e creatori di etichette. La presenza di Baratta, che è anche vice presidente del Fondo Italiano per l’Ambiente (Fai) e lui stesso viticoltore, è tutt’altro che casuale: un omaggio della cultura ad un suo segmento, quello dell’enologia, della quale lo stesso presidente della Biennale è protagonista con la sua tenuta Monteti, sulle alture alle spalle del colle omonimo, nella Maremma Toscana, nel Comune di Capalbio.

Il recupero di Venissa e dell’Uva d’Oro, a sua volta, è avvenuto sulla base del progetto di recupero e valorizzazione presentato da imprenditori del settore dell’enologia e della nautica (Gianluca Bisol e Alberto Sonino) e seguito dall’enologo Roberto Cipresso, giudicato il migliore tra i dodici presentati al Comune in risposta ad una specifica richiesta, e coinvolge associazioni ed enti culturali e scientifici internazionali. Nella tenuta sono stati, tra l’altro, ricreati spazi ad orto, gestiti e coltivati dai pensionati di Mazzorbo e di Burano, un ristorante a km 0 gestito dalla chef internazionale Paola Budel e un ostello.

L’iniziativa, oltre alla valenza storico - culturale, vuole sottolineare la ricchezza e la straordinarietà dell’enologia del Veneto in generale, territorio unico al mondo per le radici identitarie, variegate e antiche della sua viticoltura.

Degli 8 milioni di ettolitri di vino prodotti attualmente in Veneto, 3,2 milioni sono oggi a Denominazione e, di questi, quasi l’85% sono ricavati da uve autoctone e originarie (tra le più importanti: le rosse Corvina, Rondinella, Molinara, Raboso, e le bianche Glera e Garganega) dalle quali si ottiene una varietà di vini eccellenti e unici, in grado di coprire ogni esigenza e di abbinarsi ad ogni cibo. Proprio per sottolineare l’importanza delle uve autoctone nella produzione e nell’economia enologica del Veneto, all’evento parteciperanno produttori di fama mondiale come Gianluca Bisol (Bisol), Raffaele Boscaini (Masi) e Giorgio Cecchetto (Cecchetto), impegnati nel recupero e nella valorizzazione degli antichi vitigni.

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