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“L’UVA DA TAVOLA”, IL VOLUME A CURA DI ATTILIO SCIENZA E DONATO ANTONACCI, “MIGLIORE PUBBLICAZIONE DI VITICOLTURA DELL’ANNO A LIVELLO MONDIALE” PER L’OIV-ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DELLA VIGNA E DEL VINO

“L’uva da tavola”, un volume della collana “Coltura&Cultura”, curato da Attilio Scienza dell’Università degli Studi di Milano, coordinatore scientifico del volume con Donato Antonacci del Cra - Utv (Unità di ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo del consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), è la “migliore pubblicazione di viticoltura 2010 a livello mondiale”, premiata a Parigi dall’Oiv-Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino. “E’ stato un voto unanime della giuria alla pubblicazione attesa che mancava nel panorama editoriale: un risultato che è il frutto della collaborazione di esperti e professionisti, italiani e internazionali”, secondo Federico Castellucci, direttore generale dell’Oiv.

“A differenza dell’uva da vino - sostiene Attilio Scienza - l’uva da tavola è una “coltivazione laica” perché consumata ovunque, anche nei paesi islamici, simbolo di ricchezza, di gioia e di prosperità. Nella storia dell’agricoltura vanta il primato di essere stata il primo esempio di frutticoltura industriale, realizzato nel nord Europa in serra, con grande perizia e capacità gestionale. Oggi, grazie al progresso scientifico, alla professionalità degli addetti ed agli investimenti nell’innovazione è un fiore all’occhiello della produzione italiana del sud e rappresenta un ruolo sociale indispensabile per l’Italia meridionale”.

Per l’Oiv i valori sociali, culturali e tecnologici delle produzioni viticole italiane devono essere trasmessi meglio al consumatore per poter confermare la sua fiducia, quindi è più che mai essenziale documentare tutti gli sviluppi raggiunti dalla viticoltura ecocompatibile moderna.

“L’Oiv, che è l’organizzazione che raggruppa le migliori competenze tecnico-scientifiche - prosegue Federico Castellucci - ha come missione principale quella di supportare scientificamente e tecnicamente i 44 Stati membri attraverso le proprie risoluzioni che devono trovare una reale applicazione da parte dei singoli Stati. Tra queste vi è la viticoltura sostenibile che l’Italia ha messo tra l’altro in pratica nei vigneti con il progetto di sostenibilità Magis Vino”.

Magis, nasce infatti dalla volontà di avvicinare il consumatore al produttore per dimostrargli quella trasparenza della produzione tanto cercata e difficile da reperire. In che modo? Documentando, misurando e continuamente migliorando ogni attività dal vigneto alla cantina, grazie al contributo e alla collaborazione delle migliori competenze pubbliche e private, nonché alla rappresentatività delle 74 aziende distribuite sul territorio nazionale ed all’innovazione tecnologica; dal 2011 l’approccio di Magis troverà applicazione anche sull’uva da tavola.

“Questo ambizioso progetto parte dalla Cultura della Coltura, per arrivare ai riscontri tecnici e scientifici, - sostiene Renzo Angelini direttore TM & Communication di Bayer CropScience in Italia. In questo modo l’agricoltura italiana potrà mettere in pratica tutte le conoscenze che hanno condiviso i 500 autori della collana Coltura & Cultura per raggiungere con un approccio olistico la sostenibilità sociale ambientale ed economica”.

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