Un totale di 11.586 ettari, pari al 26% dell’intera superficie vitata piemontese, con un imbottigliato complessivo che raggiunge quota 65.759.849 e un incremento del 4% sull’annata precedente. Segno positivo, in particolare, per la Barbera d’Asti Docg (coltivabile in 167 Comuni del Piemonte dei quali 116 in Provincia di Asti e 51 in Provincia di Alessandria), uno dei vini più amati e popolari al mondo: l’imbottigliato raggiunge il numero di 21.388.893 e conquista un 6,4% sulle cifre del 2018, mentre conferma una quota export intorno al 50%. Ecco la vendemmia 2019 tra i vigneti del Monferrato, dove il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato registra una “splendida annata”, con importanti proiezioni di crescita in termini di produzione e consumo. Ma anche il dato export della produzione complessiva è stimato intorno al 45%, ma vede crescere in modo costante e progressivo la percezione delle Denominazioni del Monferrato in Italia e nel mondo, consolidando mercati importanti come Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Inghilterra, e conquistando nuovi spazi in paesi come Danimarca, Giappone e Nord Europa, dove l’attività promozionale ha stimolato e incontrato l’interesse di esperti, operatori, giornalisti e appassionati.
“Una vendemmia positiva che apre spazi importanti e mette in rilievo segnali significativi - sottolinea Filippo Mobrici, alla guida del Consorzio (che riunisce 13 Denominazioni su 59 Do complessive piemontesi: le 3 Docg Barbera d’Asti, Nizza e Ruchè di Castagnole Monfearrato, e 10 Doc, Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte e Terre Alfieri) - il bilancio lascia intravedere una traiettoria di sviluppo, anche per quanto riguarda la crescita di percezione dei nostri vini in Italia e nel mondo. Il Monferrato conferma di essere sempre di più un brand e di avere risorse concrete da valorizzare. Cresce il valore dei vigneti e questo incentiva gli agricoltori a restare su un territorio che, negli ultimi anni, ha registrato per questo motivo numerosi investimenti da parte di molti imprenditori. Da sottolineare inoltre le ricadute positive sull’indotto turistico e in particolare enoturistico, ma grande importanza merita anche il dato di crescita di quei giovani agricoltori che hanno scelto di dedicarsi al lavoro in vigna ereditando magari una tradizione di famiglia. La ricchezza di un territorio passa anche attraverso segnali culturali di questo tipo, ma occorre continuare sulla strada della promozione e della tutela scrupolosa per aumentare in modo progressivo il valore di una regione vinicola unica al mondo, puntando nello stesso tempo a garantire la giusta remunerazione ai vignaioli”.
Numeri positivi anche per le altre denominazioni, a cominciare dal Ruché di Castagnole Monferrato Docg, che vola a 969.555 bottiglie registrando un +11,3%. Incremento sensibile anche per il Nizza Docg, che con 595.420 bottiglie cresce del 41,9% e segnala una percezione crescente nei consumatori finali. Restando sull’imbottigliato, Albugnano Doc (46.143), Cortese dell’Alto Monferrato Doc (788.104), Dolcetto d’Asti Doc (471.088), Freisa d’Asti (631.043), Grignolino d’Asti (1.074.467), Loazzolo (2.767), Malvasia di Castelnuovo Don Bosco (341.612), Monferrato Doc (4.751.715), Piemonte Doc (34.418.371), Terre Alfieri Doc (280.673).
La vendemmia 2019 ha inoltre messo in rilievo nuove porzioni di produzione enologica, nello specifico per quanto riguarda alcune tipologie delle Denominazioni Monferrato Doc e Piemonte Doc ai quali sono state riservate ettari di produzione. Nella prima categoria emerge il Monferrato Doc Nebbiolo (3.634 hl), che entrerà in commercio nel 2021 dopo il tempo di affinamento previsto.Per quanto riguarda le tipologie Piemonte Doc spiccano il Piemonte Doc Cortese, che con 25.455 hl può essere fregiarsi della unità geografica aggiuntiva Marengo nelle versioni spumante o frizzante, ma anche le nuove varietà di Piemonte Bussanello, Piemonte Croatina, Piemonte Riesling e Piemonte Viognier, che registra una produzione di 717 hl. Un insieme di espressioni di varietà ampelografica che rappresentano un valore aggiunto, in termini di diversità e di risorse enologiche, che caratterizza tutto il Monferrato del vino.
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