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LA BOTTIGLIA DI CHAMPAGNE? MACCHE’ FRANCESI, L’HANNO INVENTATA GLI ANTICHI ROMANI. LA SCOPERTA PRESENTATA “ALLA CORTE DEL VINO” IN TOSCANA

La bottiglia di champagne? Sono stati gli antichi Romani ad inventarla, ben prima che i francesi la utilizzassero per custodire le loro preziose bollicine. La sorprendente scoperta, che certo non piacerà ai nostri cugini d’Oltralpe, è emersa dalla Sovrintendente per l’archeologia della Toscana Carlotta Cianferoni nel convegno “Il vino e l’olio principi della tavola nell’antichità” nell’evento “Alla Corte del Vino” (20-21 maggio, San Casciano Val di Pesa, Firenze), vetrina d’eccellenza dell’enologia toscana ideata dal Principe Duccio Corsini.

Nel convegno, a cura della Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico Onlus, è scaturito che la particolare bottiglia da champagne, con il tappo di sughero fermato con corde e spaghi, il collo allungato e stretto onde evitare l’esplosione delle bollicine, sono tutte soluzioni già adottate nella Roma antica per realizzare speciali anfore utilizzate nel trasporto dei vini spumanti e prodotte in vari formati. I francesi avrebbero solo ripreso e perfezionato questa invenzione.

E se è vero che le bottiglie di champagne sono state inventate dai Romani, anche le abitudini alimentari dall'antichità ai nostri giorni non sono radicalmente cambiate. “Possiamo parlare - ha spiegato Carlotta Cianferoni - di un vero e proprio continuum, con alcune leggere modifiche. Ora come ieri il vino e l'olio continuano ad essere indispensabili sulle nostre tavole e per la moderna cucina. Del resto - ha aggiunto - la lavorazione delle olive e la spremitura per ricavarne l'olio sono rimasti pressochè immutati dai tempi degli Etruschi fino all'avvento dei macchinari in acciaio". Altro caso è il vino: “Per Greci, Etruschi e Romani il vino era considerato un dono degli dei, tanto che ogni cultura aveva una sua divinità legata al vino: Dioniso per i Greci, Bacco per i Romani, e Fufluns per gli Etruschi” spiega Cianferoni. Queste popolazioni sopperivano ad una errata, e a volte del tutto assente, fermentazione semplicemente ricorrendo all'uso di spezie o del miele: “I Romani usavano tagliare il loro vino, molto potente e alcolico, con l’acqua di mare, e si dice che questo evitasse il giorno dopo il mal di testa” conclude la Cianferoni. A distanza di secoli e millenni, l'enologia ha compiuto passi da gigante in questa direzione, dando vita a grandi vini. Ma se è vero che la storia ha sempre qualcosa da insegnare, allora anche la “Archeoenologia” potrà certo regalarci ancora preziosi consigli.

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