Nonostante le temperature bollenti in tutta Europa, i wine merchant del Vecchio Continente non sembrano soffrirne e, come racconta il “Cellar Watch Market Report” di luglio del Liv-ex (www.liv-ex.com), il benchmark del vino mondiale, il fatturato degli scambi sui diversi indici, è cresciuto, a giugno, del 5,7% su maggio e del 9,9% su giugno 2014. Il Liv-ex Fine Wine 100, l’indice più rappresentativo, che mette insieme le ultime annate in commercio delle etichette più scambiate (compresi i quattro italiani, Masseto, Ornellaia, Sassicaia e Solaia, al fianco dei top di Bordeaux, Borgogna e Champagne) ha messo a segno un +0,9% a maggio, che porta la crescita da inizio anno al +2,3%, pari ad un +3,4% su giugno 2014.
Continua la discesa di Bordeaux, non tanto e non solo nelle quotazioni, quanto nel peso specifico sul mercato secondario: al culmine del successo, infatti, i vini di Bordeaux rappresentavano il 95% degli scambi, mentre oggi la quota è scesa in picchiata al 65,5%, con l’attesissima annata 2012 che vale solo l’11,8% degli scambi. Fuori dalla Francia, è ancora l’Italia a fare meglio di tutti, e sempre grazie al Sassicaia, che con l’annata 2012 ha spinto le etichette del Belpaese ad una crescita, negli ultimi 10 mesi, del 10,5%. Bene anche i vini di Champagne, che escono dalla nicchia e conquistano l’8,2% del mercato, mentre gli Usa si scoprono particolarmente performanti con le annate 2010 e 2012 di Screaming Eagles.
Nel complesso, quindi, il quadro è decisamente positivo, con i quattro maggiori indici tutti in territorio positivo a giugno: il Liv-ex 50 cresce dello 0,7%, il Liv-ex 100 dello 0,9%, il Liv-ex 1000 dell’1% ed il Bordeaux 500 dello 0,8%. Tra i sotto indici, solo il Rhone 100 lascia qualcosa, con un calo dell’1,3%, la performance migliore è invece quella del Bordeaux Legends 50, con il +2,3%, mentre il Resto of the World 50, che cresce dell’1,1%, si conferma come il miglior indice nel suo andamento annuale.
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