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“LA CINA DEVE DIVENTARE PRIORITÀ PER ITALIA DEL VINO. DOBBIAMO FARE SISTEMA E PROMUOVERE IN MODO COORDINATO TUTTI I NOSTRI PRODOTTI”: COSÌ GANCIA, PRESIDENTE FEDERVINI CHE HA LANCIATO IL PROGETTO “VINI ITALIANI IN CINA”, CON UIV & ENOTECA ITALIANA

“La Cina deve diventare una priorità per il settore vitivinicolo italiano: è un mercato che cresce a due cifre, e l’Italia ha tutte le carte in regola per conquistarne la leadership. Dobbiamo fare sistema e promuovere in modo coordinato tutti i nostri prodotti. C’è grande interesse per la cultura italiana, in particolare per la nostra straordinaria tradizione a tavola. Ci sono ottime premesse per ottenere risultati importanti”. Così Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini, di ritorno da Pechino, dove alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera è stato presentato il progetto “Vini Italiani in Cina”, lanciato nel Celeste Impero con l’Unione Italiana Vini e l’Enoteca Italiana, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico, per promuovere la filiera allargata del vino italiano nel Paese.
Nel 2011, l’Italia ha esportato in Cina vini e mosti per un valore pari a 67 milioni di euro (309.000 ettolitri), con un incremento del 35% a quantità e 64% a valore, mentre gli spumanti hanno generato un valore pari a 6 milioni di euro. “Dobbiamo lavorare affinché la Cina possa diventare uno dei principali importatori di vini italiani, entrando in quella classifica che vede gli Stati Uniti primo paese di destinazione dei nostri prodotti (+8%) a valore - aggiunge Gancia - la crescita in Usa è stata accompagnata da un’interessante evoluzione della domanda, che, oltre a diventare più forte, ha mostrato di essere cresciuta in termini di capacità di scelta e quindi di caratterizzazione. Sono, infatti, aumentate le vendite di vini italiani di fascia medio-alta, in particolare gli Igp. I motivi sono diversi: le nuove regole, un ridimensionamento generale della capacità di spesa, una progressiva e più diffusa educazione alla qualità. Il mercato statunitense - conclude il presidente di Federvini - è per altro estremamente articolato e diversificato, di enormi dimensioni e con normative che variano da Stato a Stato”.

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