Il 74% degli italiani è contrario ad accordi, come nel caso del Mercosur, che prevedano agevolazioni con Stati che hanno regole sanitarie, di sicurezza e sociali meno rigorose di quelle dei Paesi dell’Unione Europea. Lo rivela l’indagine Coldiretti/Censis diffusa in occasione dell’Assemblea nazionale della Coldiretti, oggi a Roma, alla presenza del presidente e del segretario generale Coldiretti Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, assiemi ai Ministro della Difesa, Guido Crosetto, degli Esteri, e vice Premier, Antonio Tajani, e dell’Agricoltura Francesco, Lollobrigida. Per l’occasione è stata allestita un’esposizione dei rischi in arrivo sulle tavole degli italiani legati a un accordo che - secondo l’associazione di categoria - non prevede il principio di reciprocità delle regole e che, in questo modo, apre la porta alla concorrenza sleale ai danni degli agricoltori europei, ma anche a pericoli per la salute dei consumatori.
L’accusa della Coldiretti, infatti, è che l’accordo non prenda “minimamente” in considerazione le differenze negli standard produttivi oggi esistenti tra Europa e Paesi Mercosur. Oltre alle perplessità di carattere ambientale, soprattutto sul tema della deforestazione, e sul rispetto dei diritti dei lavoratori, nei campi sudamericani sono oggi largamente impiegate per l’appunto sostanze da anni vietate nell’Unione Europea, dai fungicidi agli insetticidi fino agli erbicidi: solo in Brasile, il 30% dei prodotti impiegati non è consentito in Europa. E a questo si aggiungono tutti i dubbi legati all’uso di alcuni antibiotici (per esempio bacitracina, flavomicina, lasolacide, monensina, virginiamicina) come promotori della crescita, pratica che invece risulta assolutamente proibita nell’Unione dal 2006.
Tra le preoccupazioni anche il fatto che l’accordo premierà con il dazio zero l’arrivo in Europa di centinaia di milioni di chili di carne di manzo, di maiale e di pollo, oltre a riso, miele, zucchero, che andranno a sommarsi alle quantità che già vengono importate dal Sudamerica. Unitamente al fatto che, dall’inizio dell’anno, il sistema di allerta rapido dell’Unione Europea (Rasff) ha riscontrato 209 allarmi sanitari legati a prodotti provenienti dai Paesi Mercosur, di cui oltre la metà riferiti proprio alla carne, tra cui pollo alla salmonella e manzo con residui di piombo. Con il pericolo che il numero possa essere in realtà molto più alto.
E se l’Italia vanta un sistema di controlli all’avanguardia, Coldiretti e Filiera Italia stimano che meno del 10% dei prodotti agroalimentari in arrivo in Europa dai Paesi extra Ue sia sottoposto a verifiche fisiche, ovvero tese a testarne la salubrità, e non solo la documentazione allegata. Così la lente di ingrandimento si sposta sul porto di Rotterdam, lo scalo attraverso il quale entrano il 90% dei prodotti provenienti dal Sudamerica, “anche quando la logistica non lo giustificherebbe - sostengono le due associazioni - il motivo è probabilmente che nel porto olandese c’è una totale inadeguatezza dei controlli e passa di tutto”. Da qui la richiesta di Coldiretti e Filiera Italia di un potenziamento delle verifiche a livello europeo.
C’è poi il tema della concorrenza: “l’arrivo di carne, riso e altri prodotti a dazio zero che andranno ad aggiungersi alle quantità attualmente importate - spiegano - rappresenta un dumping inaccettabile per l’agricoltura europea poiché renderà ancora più competitivo il prezzo dei prodotti sudamericani, che già beneficiano di condizioni molto più vantaggiose rispetto agli obblighi a cui sono sottoposte le aziende europee”.
Oltre al danno la beffa. L’Unione Europea ha stanziato 1,8 miliardi di euro per sostenere gli agricoltori Mercosur per facilitarne la transizione verde e digitale, mentre per le aziende agricole europee viene stanziato poco più della metà (un miliardo) “per far fronte ai problemi che potrebbero avere dall’accordo”. In pratica, rileva Coldiretti, da un lato si investe nell’agricoltura del Mercosur, favorendo la delocalizzazione della produzione alimentare, dall’altro si riserva un “bonus rottamazione” alle imprese Ue che si troveranno a chiudere i battenti. “La realtà è che il Mercosur rappresenta una stangata sia per le piccole imprese europee che per quelle sudamericane. Le prime perché subiscono la concorrenza dei prodotti a basso prezzo, le seconde perché escluse dalle possibilità di esportazione e messe fuori gioco dalle grandi aziende locali”.
La concorrenza sleale delle importazioni dall’estero per le aziende italiane è un tema già caldo e che, insieme agli elevati costi di produzione, impatta notevolmente da tempo sulle redditività delle attività agricole. In più ci sono tutti i danni causati dai cambiamenti climatici: 9 miliardi di euro nel 2024, secondo l’indagine Coldiretti/Censis. Siccità e maltempo hanno colpito le produzioni agricole da Nord a Sud con cali a doppia cifra per alcune produzioni simbolo della Dieta Mediterranea, dal grano (-20%) all’olio d’oliva (-32%). Le temperature eccessive hanno pesato anche sulla produzione di vino, in calo del 13% rispetto alla media produttiva degli ultimi anni. In diminuzione anche riso e nocciole. Oltre al clima, nell’anno che sta volgendo al termine, il comparto agricolo si è trovato alle prese anche con varie epidemie che hanno colpito le stalle italiane: dalla peste suina africana alla lingua blu, fino all’aviaria, con centinaia di migliaia di animali abbattuti.
Tra le conseguenze, il calo sotto la soglia delle 700.000 unità per la prima volta del numero delle aziende di agricoltura, silvicoltura e pesca e motivo per il quale Coldiretti chiede un intervento urgente a sostegno del settore. Un passo avanti è stato la decisione della Commissione Europea di accogliere la richiesta dell’associazione di categoria sulla modifica della misura “de minimis” per il settore agricolo, gli aiuti di piccola entità che non hanno alcun impatto sugli scambi nel mercato unico. Il nuovo regolamento raddoppia la soglia ad azienda (da 25.000 a 50.000 euro in tre anni) dando la possibilità agli Stati di erogarli senza doverli notificare alla Commissione e incorrere nel rischio di procedure di infrazione per distorsioni della concorrenza. Una misura importante anche per i suoi effetti sul Fondo emergenza agricole, poiché aumenterà le possibilità per i governi di sostenere le filiere in crisi.
“Ma per garantire quella sovranità alimentare europea che la Presidente della Commissione Ue von der Leyen ha annunciato di voler porre alla base del suo secondo mandato - sottolinea Coldiretti - occorre intervenire sulle risorse della Politica agricola comune, assicurando che esse vadano solo ai veri agricoltori. Una misura essenziale per ridurre la vulnerabilità dell’Europa e difendere quello che gli studiosi definiscono “eccezionalismo agricolo””. Termine che indica l’attenzione particolare da dare all’agricoltura e al cibo rispetto ad altri settori, motivata dal fatto che la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari è parte essenziale della sicurezza e della sovranità nazionale.
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