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LA FRANCIA ALLA SCOPERTA DEL BAROLO CHINATO ... “UN VINO I CUI AROMI SEMBRANO NON FINIRE PIU’”, HA SCRITTO OLIVIER BERTRAND, DEL QUOTIDIANO FRANCESE “LIBERATION”

Dalla degustazione andata in scena nell’azienda di Luca Roagna, a Barbaresco, è nato un articolo apparso su “Libération” in cui il giornalista francese Olivier Bertrand si lascia conquistare dal Barolo chinato, un antico vino aromatizzato frutto dell’unione del Barolo con un’infusione di erbe aromatiche di cui Roagna conserva il segreto. “Un vino i cui aromi non finiscono più” ha scritto il giornalista d’oltralpe, affascinato dal vigneron piemontese che “ama dettagliare nella lingua di Baudelaire la macerazione che applica ai suoi vini, prodotti in Piemonte”. Ma nel suo colloquio non è riuscito a strappare informazioni sulla ricetta del suo vino “più misterioso”, il Barolo chinato appunto, di cui in Francia a mala pena si sente parlare, da amici di amici che un giorno, passando per il Piemonte, ne sono rimasti ammaliati. Proprio come Bertrand, che ha raccontato alla Francia le qualità di un vino che nasce come digestivo, raccogliendo gli aromi di ben 33 erbe, tra cui ovviamente la china, che resta in infusione per un mese e che, assicura Roagna “se ne bevete due bottiglie ogni giorno, non avrete mai la febbre!”.

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