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LA POLITICA BLOCCA I “BUONI VENDEMMIA”: VOLUTI DA SINISTRA E DESTRA, IMPANTANATI NELLA RIFORMA DEL WELFARE. RINVIATO IL BRINDISI BIPARTISAN ALLA LOTTA AL LAVORO NERO. FONTI VICINE AL “LAVORO”: “OK NEL 2008” ... IN VIGNA, VENDEMMIATRICI MECCANICHE

Le strade tortuose e, talvolta, incomprensibili, della politica hanno bloccato l’entrata in vigore dei “buoni vendemmia”. Il provvedimento, che era già stato impostato dal passato Governo Berlusconi, condiviso da quello attuale e dalle associazioni di categoria, ormai dato da tutti per certo, è rimasto impantanato nel più ampio testo di riforma sul welfare, che non è ancora stato discusso.
Una grande beffa per il mondo vinicolo italiano, ai danni sia dei produttori, già alle prese con i tempi anticipati della vendemmia, che avrebbero potuto così far fronte almeno ai problemi legati alla scarsità di manodopera, che dei lavoratori, portati a preferire spesso il lavoro in “nero” visti i tempi brevi della durata della vendemmia, contrapposti alle lungaggini burocratiche di quelli per l’assunzione regolare.
Un paradosso, se si pensa che uno dei temi del momento è proprio la lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero, che nel settore agricolo trova un terreno particolarmente fertile. Una contraddizione ancora più grande se si rimanda la memoria alle multe salate pagate da aziende nella scorsa raccolta, ree di aver impiegato, come consuetudine e evidentemente senza intenzione di sfruttamento, parenti e amici tra i filari, che invece con l’utilizzo di questi buoni sarebbero stati in regola con buona pace di tutti. Forse una votazione ad hoc per un provvedimento condiviso da tutti era chiedere troppo? Poteva essere un’ottima occasione per un bel brindisi bipartisan, che, fonti vicine al Ministero del Lavoro, danno, però, per certo per la vendemmia 2008.
Federico Pizzinelli


Controcorrente - La vendemmia 2007 certamente in anticipo, ma, soprattutto, a macchina

Tra i buoni vendemmia che lo Stato non emana, il “grande” rifiuto alla raccolta da parte degli studenti e le aziende che ricorrono a complicate assunzioni ad hoc oltre confine, chi farà la vendemmia 2007? La risposta è semplice: le macchine.
Benché il mondo del vino italiano, anche su questo aspetto, tenda ad essere un po’ reticente, considerando il progresso tecnologico qualcosa da utilizzare senza però farlo sapere troppo in giro, il contributo della meccanizzazione della vendemmia è obbiettivamente di particolare rilevanza. Non è certo una novità il fatto che le moderne vendemmiatrici lavorino in modo sempre più impeccabile, anche grazie alla progressiva modernizzazione dei vigneti, e, dal punto di vista dei conti, assolutamente vantaggioso.
Una soluzione che per le aziende di oltre 100 ettari a vigneto è diventata quasi obbligatoria.: le vendemmiatrici, infatti, permettono una esatta tempistica della raccolta (possono operare anche di notte, e perfino quando piove), scongiurano, per l’appunto, problemi di manodopera e consentono un economia aziendale più conveniente (le macchine possono essere interamente ammortizzate).
La vendemmia meccanica non ha controindicazioni di sorta per quanto riguarda le uve a bacca rossa, fatta eccezione per i limiti naturali dei terreni (impossibile meccanizzare i vigneti del Barolo, per esempio, mentre è molto più facile farlo in alcune zone della Toscana), mentre non pare essere ancora la pratica più giusta per le uve a bacca bianca, sensibili alle ossidazioni, che le vendemmiatrici, anche dotate di moderni impianti di raffreddamento ad anidride carbonica liquida, non riescono a scongiurare completamente.
Insomma, sui vitigni rossi si può fare alta e, in alcuni casi, anche altissima qualità, a partire da una vendemmia meccanica, naturalmente, se i vigneti sono allevati con il massimo rigore, permettendo alle uve di arrivare alla raccolta in perfetto stato sanitario e compiendo una adeguata selezioni dei grappoli in pianta.
Perdita di un po’ della poesia del rito antichissimo della vendemmia? Probabilmente sì, ma, comunque la pensiamo, la vitivinicoltura è oggi soprattutto un’attività imprenditoriale e forse, giova ricordarlo.
Franco Pallini

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