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LA PROCURA DI FIRENZE RINVIA A GIUDIZIO FRESCOBALDI E L'ENOLOGO D'AFFLITTO PER FRODE IN COMMERCIO. MA I LEGALI DELLA GRIFFE FIORENTINA ASSICURANO "AL DIBATTIMENTO SAREMO IN GRADO DI PROVARE L'INESISTENZA DI QUANTO CONTESTATO ..."

Frode in commercio e falso in atto pubblico: sono questi i capi di imputazione con cui 13 indagati sono stati rinviati a giudizio nell'inchiesta della Procura di Firenze sulla produzione dei vini della Frescobaldi. Il processo inizierà il prossimo 17 novembre. Al centro delle indagini, iniziate nel 2005, vi sarebbero presunte violazioni sulle norme che regolano la protezione delle uve ed i criteri per le denominazioni di origine dei vini. Tra i tredici rinviati a giudizio c'è Lamberto Frescobaldi, responsabile della produzione della famosa griffe fiorentina, e l'enologo Niccolo D'Afflitto e fornitori di uve, pugliesi e campani.

Il dibattimento servirà a chiarire se il contenuto delle bottiglie immesse sul mercato dai Frescobaldi corrisponda a quanto indicato dalle etichette di alcuni vini a denominazione.

Nel 2005, gli investigatori hanno compiuto perquisizioni simultanee in alcune regioni del Sud d'Italia, da dove la procura fiorentina ritiene che i Frescobaldi abbiano acquistato uve che poi venivano spedite in Toscana e vinificate come originarie delle zone a denominazione d'origine o ad indicazione tipica.

I legali della famosa griffe fiorentina, gli avvocati Nino d'Avirro e Pier Matteo Lucibello, spiegano che "al dibattimento saremo in grado di provare l'inesistenza di quanto contestato, in quanto tutti i testi sentiti nelle indagini preliminari hanno escluso che le uve che provenivano da regioni diverse dalla Toscana, venissero utilizzate per la produzione di vini toscani" e che "l'acquisto di uve da fuori zona serviva esclusivamente ad effettuare una efficace concentrazione per i vini da tavola venduti sfusi negli spacci aziendali".

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