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LA QUALITÀ DA SOLA NON BASTA E PER COMPETERE SUI MERCATI DEL MONDO IL VINO DEVE ESSERE CERTIFICATO. PAROLA DI TOSCANA CERTIFICAZIONE AGROALIMENTARE, IL PIÙ GRANDE ENTE DEL SETTORE A LIVELLO REGIONALE CHE CONTROLLA E GARANTISCE IL 63% DELLA PRODUZIONE

Dalle grandi Dop come il Chianti e tutte le sue sottozone, per passare al Carmignano, al Cortona, fino ad arrivare al Vin Santo del Chianti o al grande mondo dell’Igp toscano, per una capacità di controllare e garantire oltre 1,5 milioni di ettolitri di vino e 2,1 milioni di quintali di uve, pari al 63% della produzione toscana. Sono i numeri di Toscana Certificazione Agroalimentare (Tca), il più grande ente di certificazione a livello regionale. Una partita, quella della certificazione, ormai fondamentale anche per il mondo del vino. Le nuove norme in materia, a partire dalla riforma delle denominazioni dettata a livello comunitario che ha trasformato le Doc e Docg in Dop e l’Igt in Igp, e le richieste di un mercato sempre più globalizzato ed esigente, impongono al mondo del vino di garantire le produzioni.
La qualità da sola non basta, deve essere necessariamente certificata. Una garanzia per i consumatori e una certezza in più per i produttori che si muovono su mercati sempre più ampi e lontani e che portano il marchio della Toscana nel mondo. Una spinta poi per i produttori a migliorare sempre più il proprio lavoro se una produzione non passa i “severi test” di Tca. Se un tempo l’attività di verifica era svolta da più soggetti, oggi questo compito è portato sempre più avanti da realtà specializzate e leader come Toscana Certificazione Agroalimentare.
Dal controllo scrupoloso in vigna fino alla cantina, tutte le fasi di produzione passano alla lente di Tca, che, dal 1 agosto ha iniziato la certificazione dei vini Igp e, anche con la collaborazione dei Consorzi, si è aperta la campagna informativa verso i produttori che sul sito di Tca possono trovare le norme e la modulistica di riferimento.
“Certificare una produzione - sottolinea il presidente di Tca, Ilio Pasqui - rappresenta un’opportunità e un indubbio vantaggio per il produttore, ma non deve essere un onere eccessivo. Per questo motivo oltre a essere la maggiore realtà regionale del settore, miriamo e riusciamo ad assicurare le tariffe più vantaggiose. È la nostra filosofia. Toscana Certificazione Agroalimentare è una realtà giovane, ma già profondamente radicata nei nostri territori e puntiamo a crescere sempre di più con lo sguardo sul mondo del vino, ma anche sull'agroalimentare toscano che per crescere sui mercati deve puntare con decisione sulla certificazione”. Inoltre, aggiunge Pasqui, “da oggi siamo impegnati più che mai perché dal primo di agosto è partita quella che potremmo definire la “rivoluzione dell’Igp toscano”. Fino ad oggi infatti il vino a Igp, che rappresenta un terzo o forse più della produzione toscana, non era certificato da nessuno. Adesso le regole sono cambiate e questo è un aspetto che i produttori devono conoscere”.

Focus - I numeri di Toscana Certificazione Agroalimentare
Toscana Certificazione Agroalimentare controlla 27.334,56 ettari, 2.102.728,71 quintali di uva, 1.529.722,45 ettolitri di vino certificati su una produzione regionale che nel 2011 è stata di 3.348.184,66 quintali di uve e 2.426.501,13 ettolitri di vino.

Focus - Denominazioni di origine e indicazioni geografiche certificate da Toscana Certificazione Agroalimentare
Barco Reale di Carmignano
Bianco dell’Empolese
Carmignano
Chianti
Colli dell'Etruria Centrale
Colline Lucchesi
Cortona
Grance Senesi
Montecarlo
Orcia
Parrina
Pomino
Terre di Casole
Val d’Arbia
Valdarno di Sopra
Valdichiana toscana
Valdinievole
Vin Santo del Chianti
Igp Colli della Toscana Centrale
Igp Costa Toscana
Igp Toscano

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