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PROTESTA

La rabbia dei viticoltori francesi sfocia nell’attacco ai camion che importano vino spagnolo

Sono scesi in strada 500 produttori: svuotati due camion, distrutte 10.000 bottiglie. Attaccati anche carichi di pomodori e insalata

La ritrovata leadership produttiva, per il vino francese, è un primato che, nel contesto attuale, assume sempre più i contorni di una beffa. I consumi, a livello globale, sono in evidente contrazione, e non da oggi, mentre intere Regioni del Paese fanno i conti da tempo con una crisi di sovrapproduzione ormai strutturale. L’espianto di migliaia di ettari vitati a Bordeaux, ancora in attesa del via libera definitivo dalla Ue, che dovrà finanziare una parte rilevante dei sussidi di cui beneficeranno i viticoltori, è una scelta emblematica: in molti areali, ormai, la viticoltura non è più un’attività remunerativa.
Le esportazioni tengono, come raccontano i dati delle dogane Usa sul primo semestre 2023, che confermano un giro d’affari Oltreoceano di 1,25 miliardi di dollari. La base della piramide produttiva, invece, scricchiola, a partire dal Sud-Est del Paese, dove, come accaduto più volte in passato, la rabbia dei viticoltori è sfociata in proteste che hanno portato in strada produttori e agricoltori, uniti contro un nemico comune: i prodotti importati dalla Spagna, rei di fare concorrenza, a prezzi ovviamente più bassi, alle produzioni francesi.
L’apice, come racconta “Euronews”, in Occitania, non lontano da Narbonne, dove sulla A9 500 manifestanti, perlopiù viticoltori, hanno bloccato i camion in arrivo dalla Spagna, svuotato i serbatoi di almeno due camion e distrutto 10.000 bottiglie. Come se non bastasse, è stato preso d’assalto anche un camion con centinaia di cassette di pomodori spagnoli, ed uno che trasportava insalata in Germania, prima di creare una barricata con i pallet e gli pneumatici dati alle fiamme, interrompendo il traffico per più di tre ore. Proteste che difficilmente porteranno a qualcosa, ma che hanno comunque incassato il placet della politica locale, inerme di fronte a dinamiche globali e di mercato che non riguardano certo i solo viticoltori francesi.

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