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LA VENDEMMIA 2001 SARA' DI BUONA QUALITA' ... MA L'ASSOCIAZIONE ENOLOGI ITALIANI AVVERTE: "LE PREVISIONI UFFICIALI L'8 SETTEMBRE"

"Stiamo elaborando i primi rilievi effettuati in tutta Italia per una classificazione della vendemmia 2001. Ad oggi è però impossibile fare qualsiasi tipo di previsione, anche nei pochi territori dove le uve sono precoci. Sarebbero salti nel buio! E meglio attendere un primo riscontro di cantina. Dalle nostre rilevazioni, sarà di sicuro anche quest'anno una vendemmia a macchia di leopardo". Di più di questo il direttore dell'Associazione Enologi Italiani, Giuseppe Martelli non spiega, rimandando tutto "all'8 settembre a Milano, quando, come ogni anno, l'Assoenologi presenterà ufficialmente il primo rapporto sulla vendemmia (seguirà poi, in ottobre, il consuntivo finale, ndr)". Qualcosa di più si può intravedere dalle parole di Ezio Rivella, da qualche mese alla guida dell'Unione Italiana Vini ed enologo di fama mondiale: " la fascia centrale quest'anno è forse un po' penalizzata (le gelate di Pasqua hanno ridotto di sicuro la quantità). La vendemmia è un po' disomogenea. La qualità sarà, comunque, di buon livello". Anche un altro enologo di prestigio come Carlo Ferrini pesa le parole: "si può, per il momento, soltanto dire - spiega - che le prospettive sono positive: abbiamo di fronte un bella vendemmia: probabilmente, mancherà qualcosa sulla quantità, ma questo non importa. Un po’ di pioggia, soprattutto in alcuni territori, non farebbe male, ma la maturazione procede bene: l'uva non è tanta, ma l’equilibrio sulla pianta c’è". Anche Giacomo Tachis, l'enologo che ha creato il mitico Sassicaia ed altre famose etichette in tutta Italia, nei giorni scorsi, ha dichiarato che "saranno decisive le prossime tre/quattro settimane: i vignaioli devono incrociare le dita e sperare che il tempo non si guasti proprio ora. Una giornata di pioggia, in grado di scongiurare i pericoli di siccità, e poi ancora sole, sarebbe l'ottimo. I grappoli, adesso, sono comunque perfetti". Il professor Leonardo Valenti dell'Università di Milano (Facoltà di Agraria) e consulente di aziende agricole di prestigio, conosce bene la realtà del Centro-Sud, e commenta: "dove non ci sono stati problemi di stress idrico, la vendemmia andrà bene, soprattutto per i rossi, che dovrebbero comunque essere di ottimo livello. Le uve bianche (quelle precoci) hanno già patito troppo caldo (problemi invece non ci sono per quelle più tardive, come il Verdicchio e per il Fiano) e di certo, gli enologi dovranno essere molto bravi nel vinificarle (i bianchi di vitigni precoci comunque non avranno grandi profumi !). Per i rossi, invece, è un'annata molto interessante, anche se c'è il tempo che può ancora rovinare tutto: però, un po' di pioggia farebbe bene, ma non tanta … e sufficiente uno/due giorni. Non di più". Insomma, la vendemmia 2001 si dovrebbe profilare con "quantità più basse e buona qualità". E questo, stando anche ad una mini-inchiesta effettuata su diversi territori ed aziende d'Italia.
In Lombardia, nella culla delle "bollicine" italiane, la Franciacorta, le operazioni sono iniziate dopo Ferragosto: "tutte le aziende - spiega Fausto Campostrini del Consorzio della Franciacorta - sono già partite con le operazioni vendemmiali. Le uve (rinfrescate anche con qualche piccola pioggia) sono belle e sane. Sarà una vendemmia dal buono all'ottimo. Quantità ? Un po' ridotta". "Annata di buono/ottimo livello per il Marzemino" dicono alla Cantina di Isera (Isera è un po' la capitale di questo vino tanto amato da Mozart, dove il 22 settembre sarà premiato il miglior vigneto), ma anche per il resto del Trentino: "condizioni ottimali - sintetizza l'enologo-manager Fausto Peratoner (Cantina La Vis e Cesarini Sforza) - per il momento sia per i rossi che per i bianchi. Quantità nella media. C'è da segnalare una certa diversità nell'andamento vegetativo della pianta tra la alta e la media collina. Per questo, la vendemmia sarà più laboriosa e lunga. Abbiamo già selezionato le aree più vocate dove andremo a raccogliere le uve Chardonnay per le basi dello Spumante e della Riserva Cesarini Sforza (azienda storica trentina acquistata di recente in partnership con la Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna, ndr)". "L'andamento climatico è stato perfetto sia in Trentino che in Alto Adige. Le uve - commenta il manager delle cantine Ferrari, Giampietro Comolli - sono molto belle. La raccolta sarà anticipata, ma non come nel 2000, probabilmente di una settimana. In Piemonte, sicuramente la regione insieme alla Toscana più importante nell'Italia dei vini, si sta andando verso una vendemmia leggermente anticipata (una settimana) ma molto buona: "per il momento sono soddisfatta: tanta uva e bella", sintetizza Anna Abbona della Marchesi di Barolo, una delle aziende più prestigiose. Anche Giovanni Minetti della Tenimenti Fontanafredda, azienda leader della produzione di Barolo e Barbaresco, nonché presidente del Consorzio del Barolo e del Barbaresco, giudica positivamente questo momento della vite: "tutto sta andando bene, ma è prematuro fare previsioni. La vendemmia sembra in linea con le ultime, che sono state qualitativamente alte. Anche la quantità è abbondante. Ma, ripeto, siamo ad un mese dalla vendemmia del Barolo e del Barbaresco. Per il Moscato d'Asti, a venti giorni dalla raccolta, è da considerarsi buona sia la qualità che la quantità". Dello stesso parere anche alcuni enologi piemontesi: "per i rossi, dovrebbe essere davvero una vendemmia molto buona; dei bianchi - Asti, Gavi, Arneis (ed in alcune aziende è già iniziata la raccolta) - l'annata è invece nella media". Ma il Piemonte quest'anno è anche alle prese con la flavescenza dorata (una malattia che rischia di divenire, in tutta Italia, ed in pochi anni, una nuova fillossera): "la situazione è molto preoccupante soprattutto nell'astigiano - afferma Ivano Scapin, responsabile del settore fitosanitario della Regione Piemonte - ma il quadro potrà essere chiaro soltanto alla fine della vendemmia, quando avranno finito il loro lavoro le 15 squadre di tecnici, formate da un agronomo e da due tecnici delle organizzazioni agricole, che dalla fine di luglio stanno setacciando i vigneti, filare per filare (la Regione Piemonte ha investito 19 miliardi per combattere questa malattie delle vite - che non fa distinzione di classe di vigneto - e nel 2000, gli ettari colpiti sono stati 3973, ndr)". "In Friuli Venezia Giulia, tutto sta andando per il meglio. Per il momento, è un raccolto simile a quello del 2000" sintetizza Gianni Venica, produttrice di grandi bianchi che inizierà la vendemmia il 27 agosto (in ordine, con Sauvignon, Pinot Grigio, Chardonnay, e poi, i primi di settembre, con il Tocai), come del resto faranno Livio Felluga, Jermann e Schiopetto. In Veneto, Gianluca Bisol, uno dei più raffinati produttori di Prosecco e Cartizze, spiega che "quest'anno abbiamo avuto un andamento climatico eccezionale. La maturazione delle uve è perfetta, ideale. Il Prosecco sarà vendemmiato a metà settembre ed il Cartizze i primi di ottobre. La quantità sarà inferiore alla media di un 5%. Ripeto, però: è una vendemmia da millesimo !". In Toscana, Francesco Mazzei (Castello di Fonterutoli), lo "chateux d’eccellenza" del Chianti, non ha dubbi: "le prospettive sono ottime: abbiamo di fronte un bella vendemmia. Probabilmente mancherà qualcosa sulla quantità. Ma non importa". Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio Chianti Classico, sostiene "che quest'annata per ora assomiglia molto a quella del '97, con una vendemmia che sarà forse di minor quantità ma di alta qualità, anche se credo che non riusciremo a eguagliare lo standard del '99. Del resto da 10 anni in Toscana non abbiamo avuto una vendemmia storta". A Montalcino, il Consorzio del Brunello parla di situazione ottima, almeno per il momento: "le gelate primaverili non hanno provocato danni particolari anzi hanno fatto selezione. L’andamento è regolare. La vendemmia ? Verso la metà di settembre. Le uve sono sanissime", spiega il direttore Stefano Campatelli. Anche Enrico Viglierchio, direttore generale della Castello Banfi (azienda leader del Brunello di Montalcino) spiega che "la stagione è stata regolare. Sui rossi, la maturazione procede bene. Ma di più non si può proprio dire". Per Tiziana Frescobaldi, "portavoce" della famiglia che da secoli rappresenta l'enologia toscana di qualità nel mondo, "la battaglia per la vendemmia è ancora da fare. Le gelate hanno ridotto le quantità (sia per il Chianti, Pomino, Morellino, Brunello), che sono simili al '97. La qualità è buona, ma incrociamo le dita …". Per Renzo Cotarella, l'enologo e direttore generale della Antinori, l'azienda italiana tra le più prestigiose e conosciute nel mondo, "dovrebbe trattarsi di una buona vendemmia, precoce, ma meno di quella del 2000. Se tutto rimane così, in Toscana, sarà davvero una buona stagione; la produzione sarà un po' ridotta nei territori colpiti dalle brinate e dalle gelate di Pasqua". In Umbria, per Marco Caprai (Sagrantino di Montefalco) la situazione è buona, ma non omogenea: "dove c’è stata la gelata i vigneti sono in ritardo. E’ presto per fare previsioni". E l’altra storica cantina dell’Umbria, Lungarotti, a Torgiano: "la maturazione è un po’ a macchia di leopardo, ma lo stato sanitario delle uve è buono … si profila una buona vendemmia", commenta Teresa Severini Lungarotti. Nelle Marche, anticipo di 15 giorni sia per il Verdicchio che per il Rosso Conero: "la qualità è buona, il caldo e la pioggia si sono perfettamente alternati; quantità nella media", commenta Michele Bernetti della Umani Ronchi, l'azienda leader delle Marche. In Abruzzo, Gianni Masciarelli, creatore di quel "Villa Gemma" osannato dalla critica enologica, non ha dubbi: "per le vigne storiche di Montepulciano d'Abruzzo, siamo all'eccellenza assoluta. Ma anche il Trebbiano d'Abruzzo sta andando tutto molto bene. Gli acini sono perfetti, grazie al caldo di giorno ed al fresco di notte. Queste uve saranno vendemmiate a metà ottobre". In Campania, soddisfazione, ma anche prudenza, del viticoltore irpino Roberto Di Meo: "dovrebbe essere di buona qualità; la quantità, sarà inferiore e non poco. La vendemmia ? Fine settembre per l’Aglianico, a metà ottobre per il Taurasi (i "bianchi" Fiano e Greco, dal 20 settembre). Anche alla Feudi di San Gregorio, una delle aziende più importanti del Sud e d'Italia, c'è soddisfazione: " le gelate hanno compromesso la quantità - spiega Mirella Capaldo, amministratore delegato - ma la vendemmia dovrebbe essere comunque soddisfacente: i grappoli sono pochi (in agosto, abbiamo fatto anche diradamento) ma sani. La fiducia c'è: ma si sta sotto il cielo !". Anche in Calabria, una regione che sta ben lavorando soprattutto nel territorio di Cirò, "la vendemmia - spiega Francesco Siciliani della Tenuta San Francesco - dovrebbe andare bene. Quest'anno non è stato particolarmente caldo e la maturazione delle uve è regolare. I bianchi (soprattutto Greco) saranno raccolti verso il 20 settembre e l'autoctono Gaglioppo i primi di ottobre". Per la Sicilia, sempre più considerata la terza regione del vino (dopo Toscana e Piemonte), Santi Planeta, che con Francesca ed Alessio conducono una delle aziende più trendy e di qualità d'Italia, non ha dubbi: "sarà una buona annata. Anche la tempistica delle diverse varietà è davvero ottimale e permette di fare una vendemmia tranquilla. Le uve, che in parte abbiamo già raccolto (Chardonnay, Fiano, Viognier), sono perfette. E l'andamento anche delle uve rosse (Cabernet, Syrah, Nero d'Avola ed altri autoctoni) è regolare". Insomma, almeno per adesso, la sensazione dei produttori e degli addetti ai lavori è che la vendemmia 2001 ha buone/ottime premesse, anche se un po' a macchia di leopardo: lo stato sanitario delle uve è eccellente e l’andamento di maturazione è regolare. Qualche problema nei territori colpiti dal maltempo di Pasqua (ma non sulla qualità). Soddisfazione, dunque, ma anche prudenza: del resto, per giudizi più articolati e previsioni più definitive, è bene aspettare che l’uva arrivi in cantina !


IL FATTO: A.A.A. VENDEMMIATORI CERCASI !
Alla fine l'uva sulla pianta non ci rimarrà, ma trovare i "vendemmiatori" è cosa sempre più difficile (in Toscana servono 5000 stagionali, in Lombardia 4000, in Piemonte sui 4000). In Franciacorta, quest'anno hanno lanciato addirittura un appello a studenti e pensionati per lo svolgimento delle operazioni in vigneto: un Sos che poi è andato a buon fine per il territorio delle "bollicine". Tuttavia, gli italiani (soprattutto studenti e pensionati) cercano lavori meno faticosi e meglio retribuiti (sulle 9.000/10.000 lire l'ora per gli stagionali). E la burocrazia fa il resto, ostacolando l'arrivo di stranieri nei campi a cogliere l'uva. Poche le aziende autosufficienti e molte quelle che ricorrono a familiari e parenti (anche se le leggi si sono ulteriormente complicate: nella legge finanziaria è stata esclusa la configurabilità di un rapporto di lavoro subordinato per collaborazioni occasionali di familiari che, di norma, svolgono attività al di fuori dell'azienda; nelle settimane scorse, una nuova circolare configura una sorta di compartecipazione familiare che aggiunge oneri burocratici e previdenziali). "Le quote di lavoratori stranieri fissate nelle diverse province - spiega Remo Grassi, responsabile del personale della Castello Banfi, una delle aziende con più dipendenti in Italia e con oltre 800 ettari di vigneto - sono troppo basse e abbiamo chiesto di ampliarle, anche attraverso le organizzazioni delle imprese". Ma non è questo l'unico problema: "ci sono troppi adempimenti burocratici - continua Grassi - da svolgere prima di riuscire ad ottenere un lavoratore straniero: in media, passano più di due mesi tra il momento in cui l'azienda presenta la domanda e il giorno in cui l'extracomunitario è a disposizione". Ma la cronica mancanza di personale interessa non solo la vendemmia, ma anche la potatura, la legature delle viti e tanti altri lavori in vigneto e nei campi.

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