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LO STATO DELL’ARTE

La vendemmia 2025 è alle porte, ma scorte e bassi consumi preoccupano anche l’Italia

Il “Global Market Report” (luglio) by Ciatti: “probabile che le eccedenze di produzione siano significative in alcune aree dopo il raccolto”
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Lo stato dell’arte del vino mondiale, secondo Ciatti

Mentre i primi grappoli in Italia iniziano ad essere raccolti, nell’emisfero australe è già tempo di valutare i raccolti dell’annata 2025. Che sono stati, riporta il “Global Market Report” (luglio 2025) by Ciatti, tra i più grandi broker di vino sfuso al mondo, inferiori alla media in Cile, in linea in Argentina e Sudafrica, e superiori in Australia e Nuova Zelanda, mentre la qualità era già stata valutata molto positivamente un po’ ovunque nel precedente report. Nell’emisfero settentrionale, invece, solo la California sembra destinata a un raccolto inferiore alla media, principalmente a causa di un’estesa fase di messa fuori produzione di parte dei vigneti.
Nel frattempo, in linea generale, viticoltori e venditori di vino cercano flussi di cassa in attesa di tempi migliori. Non manca, infatti, un’ampia gamma di vini di alta qualità, proposta a prezzi inferiori rispetto al passato, sottolinea Ciatti, potenzialmente con accordi pluriennali: dai vini Aop/Igp declassificati della Francia meridionale ai vini della California costiera, dai Sauvignon Blanc neozelandesi del 2024 ai Malbec argentini. Il mercato globale del vino sfuso, secondo Ciatti, è stato “tranquillo” da giugno ad inizio luglio. Forse più del solito, ed i consumi, infatti, non decollano. Nei tre anni successivi al 2022, la spinta inflazionistica è continuata, le tendenze salutistiche e la proliferazione di prodotti alternativi, sottolinea il report, hanno contribuito a colpire negativamente le vendite di vino ed anche i prezzi più competitivi, soluzione che è stata provata, non sembrano stimolare la domanda. “Gli acquirenti di vino e uva acquistano solo quando c’è una reale necessità”, spiega Ciatti che aggiunge come “attualmente tale necessità riguarda, in genere, volumi limitati”. La previsione è che, in Italia come altrove, “è probabile che le eccedenze di produzione siano significative in alcune aree dopo la vendemmia del 2025”.
Nel focus dedicato al Belpaese, in vista della vendemmia, Ciatti ha spiegato che “l’Italia ha subito la stessa intensa ondata di calore di gran parte dell’Europa meridionale e occidentale, tra giugno e luglio, con l’arrivo di un anticiclone africano che ha portato temperature oltre i 40 gradi e costretto alcune regioni a vietare i lavori all’aperto nelle ore centrali della giornata. Temperature più miti sono arrivate nella prima settimana di luglio, portando piogge nell’Italia centrale e settentrionale”. E se “il caldo non ha ancora portato criticità ai vigneti”, tuttavia, “la siccità di lunga data continua a essere una preoccupazione significativa in Puglia e Sicilia, dove le riserve idriche sono molto basse; si teme che la produzione di uva possa risentirne negativamente se agosto sarà caldo come negli ultimi anni. Sul mercato, si è registrata una ripresa dell’attività per i vini bianchi spumanti; il resto del mercato, soprattutto per i vini rossi in generale, rimane tranquillo”. Come per l’export: dal Prosecco arrivano segnali positivi, così come per il Pinot Grigio Doc. “Gli imbottigliamenti di Prosecco Doc, dopo un rallentamento a maggio, hanno ripreso a crescere a giugno, con un aumento del 12,6% su giugno 2024. Gli imbottigliamenti di Pinot Grigio Doc - continua Ciatti - hanno continuato a registrare un andamento positivo: l’annata 2024 è quasi esaurita e i prezzi sono leggermente aumentati rispetto ai volumi finali disponibili.
L’industria vinicola continua a registrare un calo delle vendite nella maggior parte dei mercati e, di conseguenza, la catena di distribuzione ha optato per una pianificazione non a breve termine. La conseguente incertezza sul mercato del vino si riflette a livello macroeconomico. L’euro continua a rafforzarsi, penalizzando le esportazioni. In Italia, come altrove, è probabile che le eccedenze di produzione siano significative in alcune aree dopo la vendemmia 2025. Una buona notizia è che i tassi di interesse nell’Ue sono stati abbassati a giugno, proseguendo il graduale aggiustamento al ribasso dalla metà del 2024”. La sensazione è che “una ripresa economica nell’Ue contribuirebbe, in qualche modo, a stabilizzare le vendite di vino”.

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