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LA VITICOLTURA TRENTINA SI DA’ AL BIO: CRESCE SUPERFICIE E QUALITA’ DELLE UVE. PIÙ DI 200 VITICOLTORI A SAN MICHELE PER CONFRONTARSI SULLE SPERIMENTAZIONI NEL BIOLOGICO

La viticoltura biologica in Trentino sta crescendo sia in termini di superficie che di qualità: attualmente sono oltre 150 gli ettari coltivati con questa tecnica che non prevede l’utilizzo di diserbanti e prodotti chimici di sintesi e la produzione quest’anno si profila ottima sia dal punto di vista sanitario che qualitativo. Lo ha comunicato l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, nell’incontro organizzato in collaborazione con la stazione sperimentale di Laimburg per la presentazione delle prove dimostrative e sperimentali condotte in viticoltura e frutticoltura biologica.

Il comparto biologico sta registrando un interesse crescente. E lo dimostra l’elevata partecipazione, 250 produttori del centro-nord Italia nell’appuntamento, che si ripete ormai da diversi anni prima della raccolta.

Per la viticoltura sono stati illustrati i risultati di sperimentazioni su oidio, peronospora e sulla possibilità di ridurre la compattezza dei grappoli con mezzi meccanici; per la frutticoltura biologica che, in provincia di Trento, interessa 250 ettari, argomenti trattati sono stati ticchiolatura, patologia fungina che nonostante un’annata favorevole è stata ben controllata nei frutteti biologici. Si è parlato inoltre di carpocapsa, il comune verme delle mele, e della possibilità di controllo mediante l’utilizzo di reti in alternativa ai trattamenti diretti (prove con questo metodo sono state finanziate anche dalla Provincia autonoma di Trento e seguite dai tecnici del Centro Trasferimento Tecnologico dell’Istituto Agrario).

“La gestione biologica del vigneto e del frutteto - spiega Enzo Mescalchin, responsabile dell’Unità di sperimentazione agraria e agricoltura sostenibile - sta dimostrando di poter conciliare obiettivi ambientali ed economici anche in periodi difficili come questo. Anche sul piano della protezione delle piante si possono ottenere buoni risultati se gli operatori sono ben preparati e osservano con attenzione quanto avviene in campo”.

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