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“LA VMC DI MASSAFRA (TARANTO) AGISCE GIUDIZIALMENTE PER IL RISARCIMENTO DANNI NEI CONFRONTI DE L’ESPRESSO. IL SUO VINO NON E’ PERICOLOSO”: COSI’ GAETANO GUACCI, AD DELLA VMC, ANNUNCIA L’AZIONE LEGALE CONTRO IL SETTIMANALE ITALIANO

Tutto iniziò dalla Puglia, da Massafra: cittadina del Tarantino sede della “Vini e Mosti Concentrati” che, insieme all’Enoagri Export, è stata messa sotto inchiesta in qualità di luogo d’origine dell’ormai tristemente famoso “vino adulterato”, messo in prima pagina dal settimanale “L’Espresso”, il 4 aprile, proprio nel bel mezzo di Vinitaly (Verona, 3/7 aprile 2008), la più importante rassegna “business & marketing” del vino nel mondo. E da Massafra parte la contromossa: “la Vmc agisce giudizialmente per il risarcimento danni nei confronti de L’Espresso. Il suo vino non è pericoloso”, spiega Gaetano Guacci, amministratore delegato dell’azienda che annuncia che, oggi 24 aprile, a Roma, nel Grand Hotel Parco dei Principi, gli avvocati faranno luce sulle modalità dei controlli e sui risultati di laboratorio.

Ecco la nota stampa dell’avvocato Fabio G. Lucchesi (www.avvocatolucchesi.eu) …
“La Vmc chiama in giudizio “L’Espresso” per il falso scoop “Velenitaly”

“L’avvocato Fabio G. Lucchesi, a capo dell’omonimo studio con sede in Roma, legale della Vmc di Massafra, indicata dall’inchiesta de L’Espresso denominata “Velenitaly” quale soggetto che avrebbe immesso sul mercato nazionale ed europeo prodotti vinosi adulterati e pertanto dannosi per la salute umana - ha comunicato, nel corso di una interessante conferenza stampa svoltasi oggi, di aver proceduto su mandato della Vmc alla presentazione di una querela contro il settimanale romano.
Gli articoli incriminati, prendendo a riferimento i provvedimenti adottati da varie Procure, riportano in maniera incompleta stralci di tali documenti e mirano a screditare l’attività della ditta descritta sotto una luce particolarmente sinistra agli occhi dei consumatori. Nel corso della conferenza stampa è stato messo in evidenza - come peraltro già confermato dagli esiti delle analisi effettuate nei laboratori ufficiali e confermato dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali Paolo De Castro - che i prodotti vinosi prodotti e venduti dalla Vmc non contenevano in assoluto e senza alcun dubbio nessuna sostanza dannosa alla salute umana.
Del resto gli elementi in possesso degli inquirenti, che avevano dato luogo al provvedimento cautelativo di sequestro probatorio emesso dal Pm del Tribunale di Taranto, sono stati ritenuti insufficienti dal Tribunale del riesame che ha annullato l’ordinanza di sequestro e ha disposto il dissequestro del prodotto.
L’evidente sconfinamento del limite del diritto di cronaca con cui è stata condotta questa campagna stampa da parte de “L’Espresso” è dimostrato dal fatto che alcuni prodotti rinvenuti nel corso delle indagini presso lo stabilimento Vmc non sono stati riportati negli articoli con la denominazione usata in enologia per tali prodotti ma piuttosto con denominazioni di uso più corrente per altri usi, con il preciso scopo di diffondere il panico tra i consumatori.
Con il contributo scientifico del Professor Guido Spera docente in Viticoltura ed enologia presso l’Università degli Studi la Tuscia di Viterbo e del Dottor Nando Bozzurra docente di Master in diritto alimentare presso l’Università degli Studi di Macerata ed ex responsabile dell’Ispettorato Repressioni Frodi del Mipaf oggi Icq, è stata riconfermata la totale assenza di sostanze che possano in alcun modo recare danno alla salute umana. E’ evidente, sostiene il legale della Vmc, che si tratta di una pesante campagna mediatica avviata dal settimanale romano e che ha trascinato dietro di sé i mass media nazionali e internazionali con un grave danno di immagine, oltre che economico, per la ditta in questione.
L’azione giudiziaria intentata dalla Vmc intende inoltre difendere da attacchi ingiustificati anche l’immagine del vino “made in Italy” e si augura che a questa iniziativa giudiziaria possano seguirne altre anche da parte di associazioni di categoria e di soggetti portatori di interessi diffusi in una sorta di “class action” promossa da imprese ed organizzazioni del settore interessate a tutelare l’immagine del prodotto su tutti i mercati, posta la pericolosa correlazione di simili campagne mediatiche con negative ripercussioni sul buon andamento del mercato nazionale ed internazionale dello specifico settore enologico ed una ricaduta in senso più ampio sulle diverse attività agroindustriali.
Fabio G. Lucchesi
Iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma

L’avvocato Fabio Lucchesi esercita la professione forense nel settore agroalimentare, occupandosi di questioni sia di diritto civile che amministrativo in sede giudiziale e stragiudiziale. A far data dal 2 luglio 1990 ha svolto attività lavorativa in ambito pubblico quale dipendente dell’ufficio legale dell’Aima (ora Agea); è stato nominato arbitro della Camera arbitrale in agricoltura costituita in Agea ed oggi nel Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sin dalla sua costituzione. È consulente giuridico della Agrilex srl, società di consulenza ed assistenza legale nel settore agroalimentare a livello nazionale. Lo studio legale si avvale della collaborazione di professionisti su tutto il territorio nazionale coordinati al proprio interno dall’avvocato Pierluigi Conti.

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