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VINO E TERRITORI

Lambrusco: quello Doc di Sorbara ora sarà anche bianco. E arriva la prima sottozona

Sarà Monte Barello, per il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc. Le novità nei disciplinari annunciate dal Consorzio di Tutela Lambrusco

Il mondo del vino cambia, tra gusti dei consumatori che cercano più freschezza e leggerezza, il climate change che spinge a nuovi percorsi dalla vigna al calice, e non solo. E così, in terra di Lambrusco, dove nascono le bollicine rosse per eccellenza nel mondo, ora si punta anche sugli spumanti bianchi a denominazione. In particolare, con il Lambrusco di Sorbara Doc che potrà essere anche bianco (con uve sempre Lambrusco, ma vinificate in bianco, ndr), “un’aggiunta che rappresenta la naturale conclusione di un percorso avviato dai produttori, che già da diversi anni realizzavano questa tipologia di prodotto con ottime risposte da consumatori e addetti ai lavori”, spiega il Consorzio Tutela Lambrusco. Una novità importante per la denominazione del Lambrusco di Sorbara Doc, una delle 6 denominazioni del Lambrusco, che nel 2023 ha visto una produzione intorno ai 3,4 milioni di bottiglie, su un totale di oltre 40 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc (insieme a Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Colli di Scandiano e di Canossa, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Modena Doc e Reggiano Doc), protette e gestite dal Consorzio Tutela Lambrusco guidato da Claudio Biondi, a cui si aggiungono 100 milioni di bottiglie di Emilia Igt Lambrusco (sotto l’egida del Consorzio Tutela Vini Emilia), con una produzione che prende per il 60% la strada dell’export. Una modifica, quella che dà il via libera allo Spumante del Lambrusco di Sorbara Doc in versione bianca, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, che non è l’unica: “tra le principali novità - sottolinea il Consorzio - la sottozona Monte Barello per il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc”. Che di fatto è la prima sottozona “tout court” nei disciplinari dei diversi Lambrusco. E viene “valorizzata contestualmente un’altra uva tipica del territorio con l’integrazione della tipologia “Fogarina” e dell’unità geografica Gualtieri nel disciplinare del Reggiano Doc”.
“Siamo felici di poter chiudere il 2024 con l’aggiornamento dei nostri disciplinari - spiega Claudio Biondi, presidente Consorzio Tutela Lambrusco - si tratta di un percorso avviato da diversi anni volto a rispondere ad esigenze del territorio per far sì che i disciplinari valorizzino sempre più la qualità e le peculiarità delle nostre produzioni di eccellenza”. Tra le altre novità, spiega ancora il Consorzio, come detto, c’è l’introduzione della sottozona Monte Barello all’interno della denominazione Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc per la produzione di vini frizzanti. “La sottozona comprende un areale posizionato nella zona prevalentemente collinare che abbraccia il borgo di Castelvetro e dovrà rispondere a specifici requisiti, tra cui una resa per ettaro più bassa, la raccolta a mano delle uve e l’uso di Lambrusco Grasparossa in purezza”.
A complemento delle novità sopra indicate, per tutte le Doc del Lambrusco, sono state riviste le sezioni dedicate a etichettatura e confezionamento con l’obiettivo di allineare i disciplinari e aggiornare aspetti quali la capacità delle bottiglie e le tipologie di chiusure ammesse, spiega ancora il Consorzio.

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