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MERCATO

L’andamento dei prezzi delle uve nel 2021 e degli sfusi nel 2022 nell’analisi Unioncamere e Bmti

L’indice dei vini sfusi segna un aumento dei prezzi del +4,2%. Dall’Amarone al Barolo, dal Brunello al Franciacorta, tutte le quotazioni
BMTI, ITALIA, PREZZI, UVE, vino, Italia
L’andamento dei prezzi delle uve nel 2021 e degli sfusi nel 2022

Dopo la crescita registrata nel 2020, la vendemmia 2021, caratterizzata dal calo delle quantità, ha portato diffusi aumenti dei prezzi delle uve da vino su tutto il territorio nazionale. A pesare sul riscontro negativo delle quantità è stato l’andamento climatico avverso, caratterizzato dalle gelate primaverili che hanno colpito in modo particolare le regioni del Centro e del Nord Italia. Il calo produttivo della vendemmia, insieme alla ripresa dei consumi (guidata dagli spumanti), favorita anche dalla riapertura della ristorazione, e al ritorno alla crescita dell’export (+7% in volume sul 2020) ha comportato così un aumento dei prezzi all’ingrosso del vino, che l’indice dei vini sfusi elaborato da Unioncamere e Bmti (presentato a Vinitaly 2022) ha quantificato in un +4,2% su base annua. I rialzi osservati nei listini nelle fasi a monte della filiera sono stati accompagnati però dal rincaro dei costi di produzione sostenuti dalle aziende, causati dagli aumenti dell’energia, di materie prime come vetro, plastica, carta, cartone, a cui si aggiungono le criticità della logistica.
L’analisi a livello territoriale delle dinamiche dei prezzi delle uve da vino mostra aumenti generalizzati nei diversi areali produttivi del nostro paese. I prezzi rilevati dalle Camere di Commercio hanno recuperato terreno, tornando e a volte superando i livelli pre-Covid. Nello specifico, l’analisi dei listini camerali ha mostrato, tra le uve venete, aumenti per i prezzi delle uve atte ad Amarone e Recioto e Lugana rilevate sulla piazza di Verona. Prezzi in ripresa per le uve Glera atte alla Docg Conegliano - Valdobbiadene, in crescita sulla piazza di Treviso Dopo il calo del triennio 2018-2020. In Lombardia, prezzi in risalita per le uve atte a Franciacorta Docg, sebbene i valori restino lontani dai picchi del 2017 e aumenti anche per le uve atte a Lugana. Un evidente segno “più” si riscontra anche spostandosi in Piemonte, con punte del +50% per le uve atte alla produzione di Dolcetto d’Alba Doc, del +60%, per le uve Nebbiolo atte a Barolo Docg fino a giungere a sfiorare il +90% per il Barbera del Monferrato biologico. Aumenti diffusi anche sulle piazze toscane. Tornano a crescere i prezzi delle uve atte a Chianti, con incrementi rispetto al 2020 più marcati per le uve atte a Chianti Docg (+61%) rispetto alle uve atte a Chianti Classico (+12%). Prezzi in ripresa per le uve Sangiovese atte alla produzione del Brunello di Montalcino Docg e per le uve atte a Nobile di Montepulciano Docg. E in Abruzzo il segno “più” è tornato a registrarsi per le uve atte a Montepulciano Doc e per le uve atte a Pecorino Doc e Trebbiano Doc. Al Sud, tra i vitigni irpini, Dopo il calo del triennio precedente, aumenti si sono osservati per le uve atte a Fiano di Avellino e Greco di Tufo. Prezzi in aumento anche per le uve a bacca nera e per le uve Moscato pugliesi rilevate sulla piazza di Bari.
Di pari passo, anche l’indice dei prezzi all’ingrosso dei vini sfusi segna un andamento positivo. Come già osservato nei primi due mesi dell’anno, anche i dati di marzo mostrano un rallentamento della crescita mensile dei prezzi all’ingrosso dei vini sfusi. L’indice elaborato da Unioncamere e Bmti sulla base dei dati pubblicati dalle Camere di Commercio ha fatto segnare a marzo un aumento mensile del +0,2% dal +0,6% di febbraio. Si mantiene vicina al +20% la crescita rispetto allo scorso anno (+19,4% rispetto a marzo 2021), beneficiando ancora dei rialzi che avevano segnato i listini all’ingrosso dei vini nell’ultima parte del 2021 e che erano dipesi dalle stime di un calo delle quantità prodotte in Italia, dalle riaperture nel canale della ristorazione e dal buon andamento delle esportazioni, giunte a toccare il valore record di 7,1 miliardi di euro (+12,4% rispetto al 2020), guidate dall’ottima performance oltre confine degli spumanti. Un aumento dei listini a cui già dalla seconda metà del 2021 si è però contrapposto l’incremento dei costi dell’energia e delle materie prime (vetro, carta, imballaggi), oltre alle criticità che persistono sul fronte della logistica, con i conseguenti livelli elevati dei noli. Pur rallentando, è proseguita la crescita congiunturale dei prezzi dei vini spumanti e frizzanti, che, a marzo 2022, hanno fatto registrare un incremento mensile del +1%, in frenata rispetto al +1,4% di gennaio e al +1,5% di febbraio. Un rialzo, quello di marzo, che è ascrivibile di fatto al deciso segno “più” ottenuto dagli spumanti prodotti con metodo classico, più alti del 3,8% rispetto a febbraio. Dopo la vivacità dei mesi scorsi si sono fermati, invece, i prezzi degli spumanti prodotti con metodo Charmat (+0,2% a marzo). Rimane superiore alla media del settore la crescita rispetto allo scorso anno, attestata su un +22,9% a marzo. Variazioni limitate hanno interessato a marzo i vini fermi a denominazione, con incrementi rispetto al mese precedente inferiori all’1% sia per i vini rossi che per i vini bianchi. Eccezione degna di nota il +1,8% sul febbraio 2022 rilevato per i vini bianchi di fascia premium.

Pur frenando rispetto a quanto visto a febbraio 2022, i prezzi dei vini rossi Dop-Igp mantengono una crescita tendenziale a doppia cifra (+13,2% dal +14,8% del mese precedente). Una decelerazione che, tra i diversi segmenti dei vini rossi a denominazione, non sembra interessare i vini rossi di fascia alta, che, anzi, migliorano ulteriormente il confronto rispetto a dodici mesi prima, passando dal +13,7% di febbraio al +16,2% di marzo (era +10,6% a dicembre). Ed una dinamica simile si rileva anche per i prezzi dei vini bianchi Dop-Igp di fascia alta, che, a marzo 2022, tornano a segnare una variazione positiva rispetto ad un anno fa, attestandosi su un +3,8% dal -1,4% di febbraio. Nel complesso, i vini bianchi a denominazione registrano un rialzo del +15,2%, in crescita sul +14,8% rilevato a febbraio 2022. Dopo i rincari osservati nell’ultima parte del 2021, marzo ha mostrato diffusi cali per i vini comuni, più accentuati per i vini rosati (-3,7% su base mensile) rispetto ai vini rossi e bianchi. Per tutte e tre le tipologie rimane comunque consistente l’aumento dei prezzi messo a segno negli ultimi dodici mesi, pari ad un +20% circa per i rossi e i rosati e ad un +34,1% per i bianchi. Sul fronte dei costi, rimangono elevati i prezzi delle materie prime utilizzate dalle cantine. A marzo il prezzo delle bottiglie di vetro è cresciuto in media del 16% rispetto allo scorso anno (elaborazioni Bmti su dati Camere di Commercio). Marcato anche l’incremento del prezzo della carta per etichette, salito in media del 25% su base annua, e del cartone utilizzato per gli imballaggi, in rialzo del 60% rispetto a marzo 2021.

Focus - L’andamento dei prezzi delle uve nelle principali Regioni d’Italia

Veneto
La leggera ripresa dei prezzi osservata durante la vendemmia 2020 si è decisamente rafforzata nel 2021 per le uve atte a Amarone e Recioto quotate alla Borsa Merci di Verona. In particolare, si è registrato un aumento superiore al 20% per le uve sia della zona Classica (220 euro al quintale, +25,7%) che della zona Doc (210 euro al quintale, +23,5%). I prezzi si sono così riavvicinati ai valori che si raggiunsero nell’annata 2015. Anche i prezzi delle uve atte alla produzione di Lugana hanno registrato un recupero (+39,5%), proseguendo dunque la tendenza già osservata nel 2020. Crescita, ma più contenuta, per le uve atte alla produzione di Soave (zona classica), in aumento dell’8,3% rispetto al 2020. Dinamica simile a quanto osservato sulla piazza di Verona si è registrata per i prezzi delle uve scambiate a Padova. In particolare, le quotazioni delle uve destinate alla produzione del Colli Euganei bianco Doc hanno mostrato una ripresa di oltre il +40% rispetto al 2020. Nel medio periodo i prezzi fanno segnare un aumento di quasi un terzo sul 2015. Dinamica positiva, Dopo la contrazione del 2020, anche per i prezzi delle uve a bacca nera sempre scambiate sulla piazza di Padova. Tra le uve atte a vini Igt, i prezzi delle uve Merlot hanno mostrato la crescita maggiore (+38,5%), portandosi su livelli superiori alla media del periodo osservato. Ripresa anche tra le uve atte a Doc, con i prezzi delle uve Colli Euganei Cabernet Doc in crescita di quasi il 40% su base annua. Sempre tra i vitigni in Veneto, Dopo un triennio 2018-2020 segnato da un forte calo (da quasi 180 euro al quintale a 120 euro al quintale) i prezzi delle uve Glera atte alla Docg Conegliano - Valdobbiadene quotate alla Borsa Merci di Treviso sono tornati ad evidenziare un deciso rialzo (+21,9% su base annua), riportandosi a ridosso della soglia dei 150 euro al quintale.

Lombardia
In Lombardia è previsto un deciso calo delle quantità raccolte di uve a causa delle gelate primaverili e delle grandinate estive che hanno interessato tutta la regione (-8% secondo i dati Istat) con danni anche nella zona del Franciacorta. Le quotazioni delle uve destinate alla produzione del Franciacorta Docg sulla piazza di Brescia hanno evidenziato una ripresa del +6,4% su base annua. I prezzi rimangono però inferiori sia al biennio 2018-2019 che al picco che fu toccato nel 2017. In Lombardia, robusta crescita nel 2021per il prezzo delle uve atte a Lugana Doc, per le quali è dunque proseguita, accentuandosi, la ripresa già rilevata nel 2020. Il prezzo medio si è attestato sui 157,50 euro al quintale, superando di oltre il 20% il livello toccato l’anno precedente ed attestandosi al di sopra anche dei livelli del 2018 e 2019. L’annata 2021 ha mostrato un leggero recupero delle quotazioni delle uve da vino dell’Oltrepò Pavese, rilevate dalla Camera di Commercio di Pavia, sebbene non esteso a tutti i vitigni. Tra le uve a bacca bianca, Dopo la netta flessione del 2020 si è registrato un parziale recupero per i prezzi delle uve atte a Moscato Doc (+20%), a Pinot Grigio Doc (+10%) e a Riesling Doc (+6,3%) mentre sono rimaste stabili le uve atte a Pinot Nero Docg e a Riesling Doc. I prezzi rimangono però inferiori rispetto alle annate precedenti. Tra le uve a bacca nera dell’Oltrepò Pavese, la ripresa registrata nel 2021 per le uve atte a Barbera (+9,1%) e a Bonarda (+5,6%) ha consentito ai prezzi di riportarsi leggermente al di sopra anche dei livelli del 2019. I prezzi rimangono però inferiori rispetto ai livelli che si registravano tra il 2015 e il 2019.

Piemonte
Anche tra le uve piemontesi il 2021 ha mostrato incrementi generalizzati per i prezzi delle uve da vino. Sulla piazza di Alessandria, gli aumenti maggiori hanno interessato i prezzi delle uve atta alla produzione di Barbera del Monferrato biologico, che con una crescita dell’88% si sono portati sui 122,50 euro al quintale, ai massimi dal 2017. Cenni di ripresa anche per il Gavi, Dopo un triennio di ribassi. Anche nella provincia di Asti, si riscontra un trend in crescita per i prezzi di tutti i vitigni analizzati. In particolare, i prezzi delle uve Barbera atte alla produzione di Barbera d’Asti Docg sono aumentati del 20%, raggiungendo i 105 euro al quintale, ai massimi dal 2015. Crescita più contenuta per le uve Nebbiolo, atte alla produzione di Terre Alfieri Doc: l’annata 2021 ha mostrato un rialzo del 6,5% rispetto all’annata precedente. Le uve atte alla produzione di Moscato Docg scambiate sulla piazza di Asti guadagnano il 6% nel confronto con il 2020, portandosi ai massimi del periodo in esame (115 euro al quintale). Anche per i prezzi delle uve destinate alla produzione di Piemonte Moscato Doc si è osservata una crescita nel 2021 (+14% su base annua). Mercato in rialzo anche per le uve scambiate sulla piazza di Cuneo. Spiccano in particolare gli aumenti dei prezzi delle uve Nebbiolo atte a Barolo Docg cresciute del +63% su base annua. Ma consistente anche la crescita delle uve Dolcetto atte alla produzione di Dolcetto d’Alba Doc, salite del +50% rispetto all’anno precedente e di fatto tornate sui livelli del 2017.

Emilia Romagna
Dopo la contrazione osservata nel 2020, la vendemmia 2021 è stata segnata da una sostanziale stabilità dei prezzi delle uve atte a Lambrusco quotate sulla piazza di Reggio Emilia, con prezzi invariati per le uve atte a Doc che Igt. Sempre con riferimento al mercato delle uve in Emilia-Romagna, aumenti generalizzati si sono registrati nel 2021 per i prezzi delle uve scambiate sulla piazza di Ferrara. Gli incrementi hanno riguardato sia le uve rosse che bianche atte alla produzione della Doc Bosco Eliceo, con variazioni comprese tra il +43% delle uve Sauvignon ed il +57% delle uve bianche. Dopo la flessione del 2020, l’annata 2021 ha registrato per le uve quotate sulla piazza di Ravenna un forte balzo per i prezzi delle uve da vino di collina a bacca rossa, aumentate di oltre il 50% rispetto al 2020. Dopo la contrazione registrata nell’annata 2020, i prezzi delle uve da vino scambiate sulla piazza di Piacenza hanno mostrato una ripresa nel 2021. In particolare, le uve destinate alla produzione di Gutturnio Doc e Ortrugo Doc risultano entrambe in aumento del 10% su base annua. Tuttavia, le quotazioni restano su valori inferiori alla media del periodo in esame. Sempre con riferimento alla piazza di Piacenza, aumenti a Doppia cifra per le uve Barbera (+13,5% su base annua), Bonarda (+16,8%) e Malvasia (+11,1%) destinate alla produzione della Doc Colli Piacentini. Per tutti e tre i vitigni, i prezzi rimangono in calo rispetto alla media del quinquennio precedente.

Toscana
Secondo i dati diffusi da Artea, nel 2021, le quantità raccolte di uve avrebbero accusato in Toscana un calo produttivo del 7,8% sul 2020. In particolare, l’andamento climatico avverso registrato in primavera ha comportato minori quantità raccolte di uve atte a Chianti. Si sono così registrati aumenti generalizzati sulla piazza di Siena, con una crescita fino al 60% per le uve atte a Chianti Docg. Segno “più” ma meno marcato (+11,5%) per le uve atte a Chianti Classico Docg. In entrambi i casi, i prezzi registrati nella vendemmia 2021 sono i più alti delle ultime annate. L’annata 2021 ha mostrato una ripresa anche per le uve Sangiovese atte alla produzione del Brunello di Montalcino Docg. Rispetto all’annata 2020 i prezzi hanno recuperato il 10%, attestandosi sui 415 euro al quintale. Prezzi in ripresa, Dopo la contrazione registrata nel 2020, anche per le uve atte alla produzione di Nobile di Montepulciano Docg, con un +12% rispetto all’annata precedente. Anche i prezzi delle uve da vino atte a divenire Chianti Classico, rilevati dalla Camera di Commercio di Firenze, hanno mostrato un rialzo nell’annata 2021 (+17% sul 2020), portandosi ai massimi dal 2016. iù intensa la crescita relativa per le uve atte a Chianti, in aumento del 55% rispetto alla vendemmia 2020 e di fatto tornate in linea con i valori che si raggiunsero nella vendemmia 2017. In linea con quanto osservato nelle rilevazioni sulle piazze di Firenze e Siena, anche ad Arezzo l’annata 2021 si è contraddistinta per un rialzo delle uve atte a divenire Chianti Docg. Dopo la contrazione registrata nel 2020, le quotazioni hanno mostrato un aumento del +45%. Scenario simile per le uve destinate alla produzione di Bianco Vergine Valdichiana Doc, con una crescita nell’annata 2021 del 30% su base annua.

Abruzzo
Gli aumenti caratterizzano anche l’andamento dei prezzi delle uve da vino rilevati dalla Camera di Commercio di Pescara. Tra le uve a bacca bianca si sono rilevati incrementi su base annua di circa il +20% per le uve atte a Pecorino d’Abruzzo Doc, ai massimi dal 2015, e superiori al +20% per le uve atte a Colline Pescaresi Igp e Trebbiano Doc. I listini rilevati sulla piazza di Pescara hanno messo in evidenza una ripresa dei prezzi delle uve atte a Montepulciano Doc, tornate sopra la soglia dei 55 euro al quintale Dopo essere scese sotto i 50 euro al quintale nel 2020 (+12%). Positivo anche il confronto con la media del quinquennio 2016-2020.

Puglia
In Puglia si sarebbe registrata nel 2021 una lieve contrazione delle quantità raccolte di uve (-1% secondo i dati Istat). Sul fronte dei prezzi, tra le uve atte alla produzione di vini Doc quotate alla Borsa Merci di Bari si è registrato un ulteriore aumento, Dopo quello rilevato nel 2020, per le varietà di uve Moscato, in crescita del 20% su base annua. Incremento ancora più marcato si è registrato per le uve atte a Primitivo Igt, superiori del 50% rispetto al 2020.

Campania
La vendemmia 2021 ha registrato aumenti anche per i prezzi delle uve destinate alla produzione di alcuni dei vini tipici della provincia di Avellino. Dopo la leggera flessione osservata nel triennio 2018-2020, i prezzi delle uve atte a produrre Greco di Tufo Docg e Fiano di Avellino Docg hanno mostrato una decisa ripresa (pari ad un +15% sul 2020), riuscendo a riportarsi in linea con i valori che si erano registrati nella vendemmia 2017.

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