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VINO E TERRITORIO

Le “Anteprime di Toscana 2024” chiudono il loro percorso con “L’Altra Toscana” nel calice

In assaggio i vini delle denominazioni più “nascoste” ma non meno intriganti della Regione (che valgono il 40% del vino imbottigliato)

Dalle colline che guardano al mare in Maremma a quelle della Rufina, dal Montecucco, che guarda a Montalcino e al grossetano, a Cortona, dalla storicità del Carmignano all’Orcia che affonda della Val d’Orcia Patrimonio Unesco, passando per il Valdarno di Sopra, tra Firenze ed Arezzo, e non solo: le “Anteprime Toscane” 2024 chiudono il loro percorso con la tappa de “L’Altra Toscana” che ha raccolto le denominazioni più “nascoste” ma non meno intriganti della Regione, in una giornata di assaggio ricca ed articolata. Diciotto Denominazioni hanno portato in degustazione le loro nuove annate: oltre 350 etichette che raccontano sfaccettature diverse, e forse meno conosciute, della Toscana enoica, ma non meno interessanti.
“L’Associazione L’Altra Toscana, ad oggi, rappresenta ben il 40% dell’imbottigliato regionale” - spiega Francesco Mazzei alla guida dell’Associazione e presidente del Consorzio di Tutela dei Vini della Maremma Toscana, capofila del progetto
-che arricchisce la Toscana enoica con innumerevoli varietà e diversità che ci caratterizzano e con punte di qualità sempre più alte”.
Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e per la prima volta la imponente Igt Toscana (“cappello” di tanti vini di grande blasone della Regione, ndr) l’universo rappresentato da Doc, Docg e Igt dell’associazione “L’Altra Toscana”, capace di raccontare il vino toscano attraverso la sua varietà per eccellenza, il Sangiovese, ma anche attraverso il caleidoscopio espressivo offerto da vitigni quali il Ciliegiolo, il Grenache, il Pugnitello, il Foglia Tonda, il Mammolo, il Vermentino Nero e il Canaiolo, solo per citare i più utilizzati. Un vero e proprio quadro dai colori smaglianti che diventa ancora più inteso quando le varie sfumature si percepiscono all’unisono.
Passando ai migliori assaggi di WineNews, il Carmignano Riserva 2021 di Piaggia è vino dall’impostazione generale generosa con un fruttato rigoglioso a contraddistinguere gli aromi rifiniti da tocchi speziati. In bocca, il sorso è denso e morbido e dal finale ben profilato. Il Siepi 2021 del Castello di Fonterutoli, ma non è la prima volta, possiede tratti aromatici e gustativi di rara raffinatezza. Sorprendente per la vitalità del suo sorso il Montecucco Rosso 2020 de Le Piane, dai profumi di erbe aromatiche e piccoli frutti rossi. Poi, una coppia di Syrah davvero ben eseguiti, pur nelle loro differenze stilistiche: ilCortona Syrah Il Castagno 2021 di Fabrizio Dionisio ha bagaglio olfattivo pepato e fruttato intenso e ben a fuoco, con il sorso a scorrere agile e contrastato; il Cortona Syrah 2021 di Stefano Amerighi ha profumi di frutta matura, tocchi terrosi e lievi rimandi affumicati ad introdurre un sorso grintoso e di bella personalità. Piacevolmente saporito e profondo lo sviluppo gustativo del Terre di Pisa Rosso Maurleo 2021 di Beconcini, dagli aromi fruttati e speziati e di sottobosco. Si conferma come uno dei migliori tagli bordolesi “alla Toscana” il Caberlot 2020 de Il Carnasciale, con il suo inconfondibile naso speziato e dai tocchi di edera ad accompagnare un sorso reattivo e gustoso. Un’altra conferma con ilMaremma Grenache Oltreconfine 2021 di Bruni, dal naso di amarena e mora con tocchi di polvere da sparo e spezie, dal gusto morbido ma non privo di energia. Fine, snello e articolato il Maremma Ciliegiolo Silio 20221 di Montauto, dai profumi fini di piccoli frutti rossi e toni di erbe aromatiche. Classico fin dal suo profilo olfattivo il Chianti Rufina Riserva 2020 di Frascole, dai toni fruttati, con lampi terrosi e leggermente affumicati che precedono un sorso dai tannini piacevolmente nervosi e dalla fragranza acida ben a fuoco.
Oltre alla degustazione classica gestita dai sommelier Fisar e presso i banconi consortili, nell’evento con la regia professionale by “Scaramuzzi Team”, sono stati proposti anche cinque diversi percorsi di degustazione per meglio destreggiarsi tra i numerosi assaggi disponibili: i Bianchi ottenuti da vitigni autoctoni e internazionali, bollicine comprese; il Sangiovese - In questo percorso sono compresi tutti i vini rossi e rosati prodotti con prevalenza del vitigno Sangiovese (minimo 85%); i blend di Sangiovese con i vini rossi e rosati prodotti con l’apporto del vitigno Sangiovese da un minimo del 10 ad un massimo dell’80% in assemblaggio con altre varietà autoctone e/o internazionali; gli internazionali con i vini rossi e rosati prodotti con varietà̀ internazionali, sia in purezza che in blend tra loro e gli altri Autoctoni che comprende tutti i vini rossi e rosati prodotti con varietà autoctone diverse dal Sangiovese, sia in purezza che in blend tra loro (Ciliegiolo, Alicante, Pugnitello, Foglia Tonda, Mammolo, Vermentino nero, Canaiolo).
In scena anche un particolare focus “Valdarno di Sopra: dalle modifiche al disciplinare ai vini “Vigna”, l’evoluzione di una Denominazione basata su vocazione territoriale, viticoltura bio e qualità”, guidato da Daniele Cernilli (e, con in sala, Salvatore Ferragamo de “Il Borro”, Luca Sanjust di Petrolo e Alberto Moretti Cuseri della Tenuta Setteponti), e il Premio Torrini n. 2, in memoria della giornalista Beatrice Torrini, che è stato assegnato a Danielle Callegari, firma dall’Italia per la rivista Usa “Wine Enthusiast”, insieme a Jeff Porter (qui la nostra recente intervista doppia), che si è distinta con i suoi scritti sul vino e la viticoltura toscana.

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