Che siano Champagne, Prosecco, Cava, Franciacorta, Trentodoc, Asti, Cremant, Sekt o le tante versioni da vitini autoctoni realizzate in Italia, le bollicine sono senza dubbio la categoria enologica di maggior successo degli ultimi anni. E ora anche territori di certo non celebri per la loro spumantistica, cercano un posto al sole. È il caso della regione francese del Beaujolais, celebre soprattutto per il Beaujolais Nouveau, e dove oggi si producono poco più 800.000 bottiglie di sparkling wine etichettato come semplice “Vins de France”, vino da tavola, ma dove ora si cerca di creare una nuova denominazione di origine per crescere. Secondo il managing director di “Inter Beaujolais” (www.beaujolais.com ) Jean Bourjade, l’eventuale nuova denominazione (per ottenere la quale, in ogni caso, ci vorranno 4-5 anni) non andrebbe in competizione con bollicine già affermate sul mercato come Champagne, Prosecco o Cava, ma cercherebbe di conquistare una fetta di mercato “inesplorata”, con un capacità produttiva di milioni di bottiglie.
Oggi la produzione spumantistica di Beaujolais è fatta soprattutto da uve Gamay, e da prodotti con un basso livello di alcol, intorno al 9%, ed elevati livelli zuccherini.
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