Dalla Cantina Masseto, “tempio” del Masseto ideato dallo studio Zitomori a Bolgheri, dove c’è anche la Cantina del Bruciato della Tenuta Guado al Tasso progettata da asv3-officina di architettura e Fiorenzo Valbonesi per Marchesi Antinori, committente, nel cuore del Gallo Nero, dell’avveniristica Cantina Antinori nel Chianti Classico firmata da Archea Associati; dalla Cantina Podernuovo, la “Bulgari Winery” di Alvisi Kirimoto a Palazzone a San Casciano dei Bagni in Toscana, a Feudo di Mezzo, la cantina sull’Etna della griffe siciliana Planeta progettata da Santi Albanese e Gaetano Gulino; dal progetto di Markus Scherer per Nals Margreid a Nalls tra i vigneti altoatesini, alla Cantina Pacherhof realizzato dallo studio Bergmeisterwolf a Novacella sempre in Alto Adige, dove c’è anche la Distilleria Puni dell’architetto Werner Tscholl; dalla Cantina Pizzolato dello studio Made associati a Villorba a Treviso, alla Cantina Gorgo frutto di un progetto di ampliamento e recupero a Custoza dell’architetto Bricolo Falsarella, fino alla Cantina dei 5 Sogni architettata da Matteo Clerici - Fondamenta - hus nelle Langhe. Sono queste le “Nuove Cantine Italiane. Territori e Architetture” raccontate nel volume a cura di Roberto Bosi e Francesca Chiorino per Electaarchitettura, che raccoglie gli esiti progettuali più interessanti dell’ultimo decennio e dà conto di un fenomeno, quale è quello delle cantine progettate da architetti di diversa formazione, che ancora è in corso e che in alcune regioni ha possibilità di importanti espansioni.
Il volume (Edizioni Electaarchitettura, aprile 2022, pp. 144, prezzo di copertina 28 euro), prende in rassegna i progetti architettonici di 10 cantine e una distilleria realizzate in Italia da 11 studi di architettura. Risulta palese, attraverso un ricco apparato fotografico, la relazione che le cantine instaurano con l’ambiente e la capacità degli architetti di decifrare e restituire nel progetto i caratteri del terroir, da intendersi come l’insieme delle qualità culturali, ambientali, geologiche e morfologiche che caratterizzano il sito di produzione. Del resto, è proprio così che, in diversi Paesi, Italia inclusa, le cantine si trasformano in luoghi di accoglienza, contribuendo ad ampliare la conoscenza e la frequentazione dei territori sui quali sorgono.
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